Roberto Ciavatta fa gli auguri al nuovo sindacato a San Marino

Roberto Ciavatta fa gli auguri al nuovo sindacato a San Marino

Dopo mesi di silenzio mi preme pubblicare le mie felicitazioni per la nascita dell’USL, la terza sigla sammarinese. Non ne faccio parte e non ho contribuito a fondarla, ma certamente approfondirò il suo statuto e valuterò le sue attività, e nel caso dovesse davvero segnare un piano di discontinuità con le due sigle “storiche” (forse nel senso di relegate nel passato) valuterò la possibilità di entrarvi a far parte e dare il mio contributo: sempre che un componente dell’ormai tramontata “Rinnovamento e Trasparenza” sia il benvenuto.
Le auguro buona fortuna, nella convinzione che ampliare la possibilità di scelta da parte dei lavoratori su chi sia più rappresentativo dei suoi interessi (anche data l’omologazione degli altri due sindacati), sia di per sé un bene per il movimento.
Registro le difficoltà che questa nascita ha dovuto affrontare, e non posso che farmi un’idea delle “scorrettezze” che gli stessi promotori dicono di aver subito: ne ho subite anch’io, di scorrettezze, da parte dei due sindacati dello status quo, verso i quali il mio risentimento non può che essere totale. Certo è che gli interessi in campo connessi con la nascita di un terzo sindacato per CSdL e CDLS sono tanti, e implicano in primis l’obbligo di dividere il “bottino” di quell’anomalo finanziamento sindacale che è la quota “sociale” dello 0,40.
Per sindacati, come i due tradizionali, il cui scopo prioritario a me pare gestire entrate e cariche, dover fronteggiare una decurtazione significativa delle stesse non pare cosa da poco: con un calcolo veloce si può vedere che il finanziamento dello 0,40 (praticamente obbligatorio, perché la grande maggioranza nemmeno sa di versarlo e di doverlo disdire esplicitamente se non intende farlo) comporta entrate che superano a occhio e croce il milione e mezzo di euro l’anno. Fino ad oggi lo dividevano due sindacati, da domani, se la USL nascerà effettivamente, saranno tre.
Spiace però che ancora la USL non abbia pubblicato i nomi dei suoi fondatori. Certo, più o meno chiunque si interessi può conoscerli, ma ufficialmente si mantiene un riserbo che ha molto del “tutti sanno, ma nessuno dice” che ha sempre continuato a vigere in ogni istituzione nostrana, un modo di agire che, per quanto so non essere uscita dalla USL tale falsità, ha fatto credere per diverso tempo che “R&T” facesse parte dei fondatori di questo progetto, cosa evidentemente falsa.
In ogni caso voglio ribadire i miei auguri a questo nuovo sindacato, e approfittare per biasimare alcuni atteggiamenti che la CSU continua a tenere, nella speranza che la USL possa fare meglio.
Mi riferisco in primis all’antipatica prassi di organizzare conferenze in orari di lavoro, come farà domani la CSU, di modo che unici ospiti possano essere i suoi rappresentanti sindacali e i pensionati. Su temi di interesse pubblico, che la stessa CSU pubblicizza come tali, non capisco perché continuare a prediligere questi orari inaccessibili agli interessati (io, ad esempio). L’unica spiegazione che mi do è che in questo modo la sala sarà piena per via dell’interesse di chi potrà parteciparvi con permesso sindacale, ma mi chiedo fino a che punto sia corretto usare ore di permesso sindacale per conferenze che potrebbero frequentare la sera piuttosto che per vertenze o riunioni zonali sempre più rare e malviste dalla dirigenza.
Un ultimo biasimo va all’iniziativa propagandistica della raccolta di firme del pubblico impiego contro il precariato interno. Sono pienamente d’accordo sulla necessità di eliminare questo precariato, ma so quanto siano velleitarie queste raccolte firme, soprattutto quando fatte da chi ha difeso, durante i referendum, una legge e degli articoli che permettono di usare i co.co.pro. in pubblica amministrazione, come attualmente succede in diversi settori.

Roberto Ciavatta

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