Roberto Ciavatta (Rete), Ivan Foschi (Su) e Federico Pedini Amati (Ps) sul caso Tierce

Roberto Ciavatta (Rete), Ivan Foschi (Su) e Federico Pedini Amati (Ps) sul caso Tierce

Apprendiamo dalla stampa dell’avvio di una causa civile contro l’Ecc.ma Camera, intentata a Parigi da Jean Marc Tierce, causa che il Congresso di Stato considera “destituita di ogni fondamento”.

Rileviamo tuttavia, per completezza di informazioni, che oramai da troppi anni la nostra Repubblica risulta inadempiente rispetto all’applicazione del protocollo n.7 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, che San Marino ha sottoscritto nel 1989  ma non ha mai reso esecutiva.

Ora, a differenza di quanto riportato dalla stampa sammarinese, Tierce non è stato riconosciuto innocente solamente dalla Corte di Strasburgo, ma soprattutto dallo stesso tribunale sammarinese, sia in sede civile sia in sede di revisione penale, dato che il processo di revisione ha riscritto annullandola anche la condanna penale.

Siamo dunque di fronte al caso di “errore giudiziario”, in relazione al quale il protocollo 7 sopra ricordato prevede il diritto per chi ha subito l’ingiusta condanna, al risarcimento del danno.

Non è dunque inaspettata la denuncia di Tierce a Parigi: che altro dovrebbe fare chi da oltre 20 anni si vede negare i diritti che lo stesso tribunale sammarinese gli ha riconosciuto, dopo aver perduto tutto per colpe mai commesse?

I firmatari di questo comunicato, avevano presentato, il 20 maggio 2013, un Ordine del Giorno Consiliare per impegnare il governo a presentare, entro 3 mesi, una legge che regolamentasse tale materia, ottemperando in tal modo agli impegni presi a livello internazionale.

Nonostante gli ordini del giorno debbano venir discussi entro il mese successivo, solo a fine settembre l’aula consiliare lo ha approvato, allungando di ulteriori 3 mesi (da 3 a 6) il momento entro il quale presentare tale proposta di Legge. Tale legge, dunque, il governo avrebbe dovuto presentarla in Consiglio entro il 25 marzo 2014.

Inutile dire che ad oggi, nonostante l’impegno istituzionale preso, il governo non ha presentato alcun progetto di legge in tale direzione, e ciò (è bene ricordarlo) a più di un anno dalla data di presentazione dell’OdG.

Crediamo quindi che se il governo avesse -almeno questa volta, dopo più di venti anni di inadempimenti- tenuto fede agli impegni presi, forse si sarebbe potuta sventare questa causa davanti al tribunale di grande istanza di Parigi, che rischia di costare molto, economicamente e per l’immagine, al nostro Stato.

Infine una valutazione: quanto vale una vita completamente rovinata?

Gli avvocati di Tierce, come ricorda Pascale égre in un articolo uscito sul giornale francese “Le Parisien” il 30 maggio, hanno quantificato il danno in 14,6 milioni, cifra enorme per il nostro paese.

Di contro, il governo sammarinese ha in due occasioni tentato di chiudere la partita con Tierce offrendogli €120.000, che divisi per i 21 anni attraverso i quali Tierce ha dovuto combattere per una giusta giustizia, fanno circa 5.700 euro all’anno senza interessi.

Ci pare un po’ pochino, per chi da ricco commerciante di successo è prima stato additato come un truffatore, e poi si è veduto privato di ogni proprietà e diritto.

Comprendiamo le legittime difficoltà per un paese come il nostro di prevedere risarcimenti danni così elevati, ma certamente uno sforzo maggiore si doveva fare, e di sicuro se si fosse risolta la situazione un paio di lustri fa il conto sarebbe stato meno salato.

Ciò che dobbiamo chiederci ora, come cittadini, è: di chi è la colpa in questo caso? Di chi vuole recuperare il suo onore e vuole veder rispettati gli impegni internazionali presi da San Marino, o di chi per motivi economici non vuole riconoscere il danno provocato da un proprio errore?

Perché è questa la situazione di fronte cui ci troviamo, e sta a noi sostenere la bandiera della giustizia al di là di quella dell’interesse.

Roberto Ciavatta

Ivan Foschi

Federico Pedini Amati

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