Roberto Ciavatta scrive alla Mularoni per il caso Podeschi

Roberto Ciavatta scrive alla Mularoni per il caso Podeschi

Gentile Segretario Mularoni,
le sue opinioni, riguardo alla chiesa come riguardo a qualsiasi fatto di pertinenza etica, sono sue, le rispetto, ma non accetto (ho ancora quel minimo di orgoglio) che lei pretenda di imporre ai suoi concittadini, rappresentanti o meno del paese, sue opinioni personali riguardo a temi di tale portata.
Le opinioni di Podeschi, quale presidente di un’associazione o semplice cittadino, sono opinioni sue, lei non può pretendere di cambiarle o zittirle. Il problema poteva esserci se Podeschi avesse sostenuto che “San Marino”, condanna queste parole del papa. Ma non è il caso.
Il fatto che rappresenti il paese – un paese laico fino a prova contraria – all’estero non significa che debba condividere in privato ogni sua opinione, o subire dopo le ingiurie, le condanne di un vaticano che ripete gli errori di 80 anni fa, anche la condanna del paese da cui è dovuto scappare per gli stessi motivi.
Le affermazioni dell’attuale papa sono allarmanti, alla stregua di quelle con cui il gesuita Tacchi Venturi rispose alle comunità ebraiche che alla caduta del fascismo avevano chiesto alla chiesa di pretendere l’abrogazione delle leggi razziali. Mi guardo bene, disse Tacchi Venturi “dal pure accennare alla totale abrogazione di una legge (appunto le leggi razziali) la quale secondo i principi e le tradizioni della chiesa cattolica, ha sensi e disposizioni che vanno abrogate, ma ne mantiene pure altre meritevoli di conferma”.
Detto questo, io non chiedo che nessuno, lei compresa, voglia aderire a queste mie posizioni, come non lo chiede Federico Podeschi. Pretendo però di poter continuare a dirle.
Capisco bene che la sua precisa volontà di tornare a San marino “solo a patto che” potesse ancora schierarsi al fianco di Gatti, e che l’alleanza (anch’essa preoccupantemente temporale) con il vescovo Negri nel corso della campagna elettorale offuschi ora i limiti del suo mandato, o i limiti della sua libertà di permettere ad alcunché il lusso di poter criticare le politiche revisioniste della chiesa (e dei suoi continui ed intollerabili sconfinamenti nel campo politico.
Ma spero che con la sua elezione non voglia affermare che i cittadini sammarinesi non godono più del diritto di esprimere la loro opinione (soprattutto su fatti di tale rilevanza) in piena libertà, e a prescindere da qualsiasi altra valutazione.
Non è di questo che i sammarinesi, popolo già sempre restio ad esporsi in prima persona per dire ciò che pensa, hanno bisogno. Hanno bisogno, invece, di Segretari di Stato che adempiano ai loro doveri discretamente, senza sensazionalismi, lavorando su altro che la censura ideologica. Suo dovere dovrebbe essere tutelare ogni cittadino, etero o omo che sia, non quello di condannare gli omosessuali perché hanno l’ardire di contraddire i dettami di una chiesa di questo tipo! Suo dovere sarebbe quello di sostenere il grido d’aiuto di Federico Podeschi contro “Alberoni”.
So quanto scomposta sarà, se ci sarà, la sua risposta a questa mia osservazione. Ancora una volta perderà il suo tempo sulla stampa piuttosto che per tutelare i suoi concittadini.
È quanto sta facendo da quando è tornata.
Personalmente poco m’interessa, perché per quanto mi riguarda l’onorevole passato di una persona vale ben poco, rispetto all’arroganza di chi evidentemente si sente legittimato a dire quanto le pare, lei sì, al di là di ogni mandato. E del buongusto!

Roberto Ciavatta

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy