Romagna noi – Inchiesta Farmamarket: I Nas in cerca dei regali nascosti

Romagna noi –  Inchiesta Farmamarket: I Nas in cerca dei regali nascosti

Continuano le indagini per il caso ricettopoli. Ravaioli prende le distanze dalle undici ricette con la sua firma

RIMINI – Mentre proseguono gli accertamenti dei carabinieri dei Nas, ancora alla ricerca dei depositi di medicinali e dei luoghi in cui i medici potrebbero aver nascosto le regalie ricevute in cambio delle ‘ricette facili’, il sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli finito a sua volta nel vortice delle indagini, è ancora in attesa dell’avviso di garanzia.

Per il momento il primo cittadino è dunque ancora all’oscuro delle ragioni per le quali è finito indagato per truffa e falso nell’ambito dell’inchiesta Farmamarket. E’ lui per primo curioso di accedere agli atti per vedere più chiaro in quelle undici ricette che gli vengono contestate ed è trapelato che il primo cittadino già prende le distanze da quei foglietti che riportano
la sua firma. Le ricette sono state compilate due in un mese e le altre nove nel mese successivo, nell’anno 2007. E, secondo quanto emerso, il sindaco avrebbe riferito di non aver mai prescritto quel farmaco nel corso della sua attività di oncologo, medicina di norma usata in radiologia.

Ravaioli avrebbe confidato di essere in attesa di poter consultare gli atti per poter verificare la firma riportata sulle prescrizioni. Se lui non ha mai prescritto quella medicina, due sono le ipotesi: o la firma riportata sulle ricette è stata falsificata oppure qualcuno ha trafugato il suo ricettario parzialmente compilato per poi utilizzarlo a fini di lucro. Come già emerso nel corso dei primi interrogatori, sono queste le due giustificazioni a cui si aggrappano maggiormente i camici bianchi.

Ma il sindaco riminese sarebbe pronto a giocarsi anche una seconda carta, per avvallare l’ipotesi del mero errore. Dalla datazione delle ricette, è stato osservato, emerge che i fatti sarebbero accaduti in due sole circostanze, nell’arco di due mesi, e non con una assidua frequenza in un periodo di due anni come accertato per gli altri medici.

Molto più gravi appaiono invece le posizioni di Michele Benedetti e un altro medico dell’ospedale riminese per i quali il pm di Bologna ha chiesto l’interdizione. L’Ordine dei medici di Forlì, al quale appartiene Benedetti, non ha ricevuto ancora
alcuna comunicazione dalla magistratura. Solo se verrà accolta la richiesta di interdizione formulata dal pm, l’Ordine provvederà alla momentanea sospensione del medico in attesa di avviare la procedura disciplinare al termine dell’inchiesta
giudiziaria. Procedura che potrebbe culminare nella sospensione o addirittura nella radiazione.

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