La Serenissima. La mancata firma del 2005, un disastro per l’economia sammarinese
Il governo straordinario, quello che si formò fra Dc, Ps e Pd, e che naufragò dopo essersi lasciato alle spalle una riforma del sistema pensionistico che scontentò un po’ tutti, ma fornì nuovo ossigeno al Fondo Pensioni per reggere almeno per 5 anni in più, fallì sul risultato più importante: quello della firma con l’Italia dell’accordo contro le doppie imposizioni che prevedeva uno scambio di informazioni automatico in materia fiscale e di flussi finanziari. (…)
Il paradosso si raggiunse lunedì 15 novembre 2005 nel corso di una riunione dell’allora maggioranza che doveva sottolineare la soddisfazione del risultato che si sarebbe raggiunto con la firma del giovedì successivo, ma che vide invece i politici strettamente controllati da quel mondo che avrebbe subito conseguenze negative, lasciare la riunione in cui si brindò al risultato, e partire per Roma per impedire che Fini prendesse l’aereo per l’aeroporto di Rimini. Uno smacco per chi aveva investito tutte la propria capacità politica nell’ottenere un risultato che avrebbe finalmente riportato la Repubblica ad essere un Paese onesto, un tradimento per l’Italia e soprattutto per il Ministro Tremonti che aveva concesso quest’ultima possibilità a San Marino per riscattarsi. Una follia vera e propria dei notabili democristiani che, si dice, smossero perfino Cossiga affinché Fini non partisse e che generò un disastro per l’economia sammarinese con conseguenze gravissime. (…)
L’attacco a Cassa di Risparmio e alle altre banche che avevano operatività anche in Italia, alle imprese industriali che dovettero lottare in battaglie complesse per dimostrare di non essere estero-vestite, fino agli scudi fiscali che prosciugarono i 2/3 dei depositi presenti, furono una delle conseguenze di quella mancata firma. (…)
Articolo tratto da La Serenissima
