‘Saluti da Rimini’: il sindaco Gnassi difende Cattelan citando Caravaggio, Leon Battista Alberti e Tondelli

‘Saluti da Rimini’: il sindaco Gnassi difende Cattelan citando Caravaggio, Leon Battista Alberti e Tondelli

RIMINI. Il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi prende la penna e tramite un comunicato stampa, rilascia una dichiarazione – postata anche sul suo profilo Facebook – nella quale difende l’operazione Saluti da Rimini‘, che nella giornata di oggi sta monopolizzando i social network e i siti Internet, divisi tra pro e contro l’operazione che ha portato Maurizio Cattelan, noto artista contemporaneo, a realizzare 8 immagini in collaborazione con il fotografo PierPaolo Ferrari che da oggi al 30 settembre saranno esposte in luoghi simbolo della città, oltre che affisse lungo le strade. 

Il Sindaco nel suo intervento cita Leon Battista Alberti, Caravaggio e Tondelli. “Il Duomo di Leon Battista Alberti non andò ad ‘offendere’, ricoprendola di simboli ambigui, la più antica Chiesa di San Francesco? Caravaggio non fu forse ripudiato dalla committenza quando dipinse una figura sacra prendendo a modello una prostituta morta affogata nel Tevere? Lo stesso teatro Galli non andò a rompere traumaticamente l’armonia di una piazza d’armi? Oggi giornalisti, fotografi, media, blogger di tutto il mondo, incuriositi dall’opera di Cattelan, scoprono Rimini città romana (opere al ponte di Tiberio e all’arco d’Augusto); Rimini oggetto di un grande cantiere teatrale dopo 70 anni di nulla e di macerie, vera e propria zavorra per la nostra comunità; le contraddizioni e le ipocrisie di una città che esattamente 30 anni fa contestava ferocemente Tondelli per la sua descrizione di Rimini quale Nashville o Las Vegas italiana, salvo oggi rimpiangerlo perché ‘allora eravamo il centro del mondo’; di una città persino costretta a vivere con il peso di un machismo greve, rimpianto e anche tollerato (c’erano anche i concorsi in cui si davano i punteggi alle donne…). “

[Leggi l’intervento di Andrea Gnassi]

Leggi l’articolo pubblicato il 30 giugno su il Corriere della Sera (e qui il 12 luglio)





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