Simone Mascia di Corriere Romagna San Marino: Gli Alex Schwazer della domenica. Il dottor Albini spiega che il «fenomeno coinvolge anche i livelli più bassi: l’ossessione è migliorarsi». E dietro i minorenni ci sono «i genitori che pagano le sostanze» /
«Doping tra gli atleti, troppe ricette facili» / Il medico dello sport: «A Rimini terreno fertile, dagli amatori ai ragazzini»
«Facilità di avere
le ricette, farmacie
compiacenti, la vicinanza
di San Marino e la disponibilità
economica».
E’ questa la miscela esplosiva
che rende Rimini
«una piazza in cui il
fenomeno del doping trova
terreno fertile: dai
minorenni agli sportivi
amatoriali». Non si salva
nessuno e i casi in cui anabolizzanti, epo e
anfetamine hanno fatto
capolino toccano ogni tipo
di disciplina, dal calcio,
al tennis, dalla bicicletta
alla corsa, passando
per il ciclismo. Il quadro
inquietante è dipinto
da Eugenio Albini, noto
medico dello sport che
per tanti anni ha lavorato
al servizio dell’ Ausl.
Ed è lui a confermare
che non bisogna pensare
che il doping riguardi solo
«i massimi livelli, come
quello che è accaduto
all’olimpionico Alex
Schwazer», ma anche i
cosiddetti atleti della domenica.
Dottore, a Rimini il
fenomeno è preoccupante?
«I casi passati, le inchieste
che hanno portato
a condanne di medici
fanno capire che qui da
noi non si tratta di un
problema sconosciuto.
Per non parlare di quelle
farmacie che si prestano
a certe compiacenze».
Costa molto doparsi?
«Un ciclo di epo costa
sui 1.500 euro ed è una
sostanza che si trova con
una certa facilità. A Rimini
c’è una buona disponibilità
economica e
questo non aiuta. Più
complicato con gli anabolizzanti
e le anfetamine,
ma la presenza di
San Marino rende la reperibilità
più semplice».
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