A leggere Fixing, il giornale dell’Anis, pare che sia in corso un attacco agli ammortizzatori sociali che nella Repubblica di San Marino hanno finora evitato lo scontro sociale, nonostante la gravissima crisi economica in atto.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza sulla questione ammortizzatori sociali a San Marino.
Innanzitutto la domanda più ovvia: ma chi li paga? La Legge 73/2010 specifica che al fine della corresponsione dei diversi trattamenti di integrazione al reddito è istituita la Cassa per gli Ammortizzatori Sociali. In tale Cassa, gestita dall’Istituto per la Sicurezza Sociale, confluiscono i contributi posti a carico dei datori di lavoro (nella misura dell’1,9%) e dei lavoratori dipendenti (lo 0,5%), calcolati sulle retribuzioni lorde effettivamente corrisposte e versati congiuntamente ai contributi previdenziali. Lo Stato, di fatto, dunque gestisce solo il denaro, che è denaro delle imprese e dei lavoratori.
La Cassa elargisce i contributi sia per la mobilità (il termine preciso è Indennità Economica Speciale), sia per la Cassa Integrazione Guadagni (CIG), e dobbiamo ricordare che entrambi questi strumenti, a partire dalla fine del 2008, sono sottoposti a forte stress.
Per quanto concerne la mobilità la legge prevede l’erogazione al lavoratore di un assegno pari al 70% della retribuzione media per i primi sei mesi e del 65% per ulteriori sei mesi, con un tetto massimo stabilito di oltre 1.800 euro mensili.
Per quello che riguarda la Cassa Integrazione Guadagni, invece, il lavoratore riceve il contributo per un massimo di nove mesi, tre trimestri, nel corso del biennio. Per il primo trimestre la cifra è pari all’82% dell’ultima retribuzione lorda, per il secondo trimestre il 78% e per il terzo il 72%.
Come dire: a chi ha perso il lavoro, troppi soldi e per un periodo troppo lungo!