Il Resto del Carlino San Marino: Scetticismo sull’accordo firmato con l’Italia / Anche gli armieri piangono: «Non si vende più niente» / In quattro mesi i clienti sono diminuiti vertiginosamente
«Eravamo già in ginocchio, spero che la situazione possa migliorare, ma non c’è troppa fiducia». C’è scetticismo tra i titolari delle armerie della Repubblica. L’intesa firmata ieri a Roma sullo scambio di informazioni sul controllo dei trasferimenti di armi, munizioni e materiali esplodenti tra San Marino e Italia dal capo della polizia Antonio Manganelli e l’ambasciatore della Repubblica di San Marino Daniela Rotondaro è ancora tutta da ‘studiare’. «Valutare se potranno esserci dei vantaggi rispetto al decreto dello scorso marzo, quello che ci aveva messo in ginocchio—spiega il titolare dell’armeria Lazzarini — ora non è semplice. Ma ad una prima occhiata sembra addirittura che possano esserci più restrizioni. Ufficialmente a noi non è ancora stato comunicato nulla, ma la nostra situazione non è di certo ottimale».
Con l’accordo il dipartimento della Pubblica Sicurezza e il comando della Gendarmeria puntano a sviluppare un rapido e sicuro scambio di informazioni finalizzato a rilasciare il nulla osta all’acquisto di armi da fuoco, munizioni, polveri da sparo e artifici pirotecnici ai cittadini dei due stati muniti di idoneo titolo abilitativo. Il nulla osta potrà essere rilasciato a seguito degli accertamenti di rito che i competenti organi avranno cura di svolgere presso l’autorità di pubblica sicurezza italiana competente per territorio ovvero presso il comando della Gendarmeria di San Marino.
L’accordo prevede, in particolare, che, nel caso in cui sia un italiano o residente in Italia ad acquistare a San Marino, il nulla osta per l’acquisto potrà essere ottenuto solo al termine degli accertamenti che la Gendarmeria avrà compiuto anche presso l’autorità di pubblica sicurezza italiana competente per territorio.
Marino di N. Montebelli