Ranfo, cioè Raniero Forcellinil, ha così riassunto gli ultimi scandali (indagine Chalet e conti Bcs)
Poi ha concluso:
Le cose non stanno così.
Quella prigione è per chi ha osato scrivere della cupola (cioè lobby) che protegge il sottobosco politico affaristico, dove, ultimamente, si è annidata la malavita italiana (vedi ‘Quando non tacere è un dovere 3‘, Nemico della Repubblica)
In un paese come il nostro si è soliti pensare che non vi sia alcun controllo, che ognuno possa scrivere ciò che vuole, senza rischiare severe sanzioni, come nelle democrazie più serie, né la vita o il carcere, come nei paesi a democrazia sospesa. Eppure anche qui da noi la vita può essere dura per coloro che non hanno un padrone e rispondono solo al lettore. (Caterina Malavenda, Carlo Melzi d’Eril e Giulio Enea Vigevani, Le regole dei giornalisti. Istruzioni per un mestiere pericoloso, Bologna, 2012, il Mulino)