San Marino. Antonio Fabbri Riciclaggio da 2,7 milioni, una condanna e una assoluzione

San Marino. Antonio Fabbri Riciclaggio da 2,7 milioni, una condanna e una assoluzione
L’informazione di San Marino
Riciclaggio da 2,7 milioni, una condanna e una assoluzione 
Orlando assolto. I legali di Pierro “Manca il reato presupposto faremo appello”
Antonio Fabbri

Si è chiuso con una assoluzione e una condanna il processo per riciclaggio da 2,7 milioni di euro a carico di Pietro Romano Orlando e Bruno Benito Pierro, rispettivamente di 83 e 79 anni. I due erano accusati di aver movimentato, secondo l’accusa per occultarli, denari ritenuti di provenienza illecita. I soldi prima si trovavano su Bcs, poi spostati su Ibs.

I denari, per due milioni, provenivano da una società delle Bahamas riferibile ad una Fondazione ebraica di Roma. La restante parte del denaro era stata depositata direttamente da Pierro. Tuttavia, secondo l’accusa sostenuta in giudizio dal Procuratore del fisco Giorgia Ugolini, i denari movimentati erano di provenienza illecita.

La procura fiscale La Procura fiscale ha richiamato vicissitudini giudiziarie di Pierro relative all’usura, seppure nei due casi richiamati in uno fosse intervenuta l’assoluzione e nell’altro la prescrizione. “Anche gli ultimi conti acquisti tramite rogatoria, non appaiono utili alla tesi difensiva, ma al contrario denotano un notevole giro di assegni che, per l’analista finanziario potrebbero anche configurare una modalità ancora tipica dell’usura”, ha rilevato il Pf. Il tutto unito al giro di movimentazioni contestato, ha fatto formulare al  Procuratore del fisco la richiesta di condanna alla prigionia per 4 anni e 6 mesi oltre alla confisca delle somme sequestrate pari a 2.536.789,77 più i frutti e una confisca per equivalente delle ulteriori somme trasferite.

La difesa Orlando L’avvocato difensore di Orlando, Maria Selva, ha sottolineato “l’assoluta irrilevanza del comportamento del mio assistito. Nel capo di imputazione sta scritto che eseguivano plurime operazioni di trasferimento e di occultamento, ma non vi è alcuna operazione di sostituzione, occultamento, trasferimento compiuta da Orlando. Non abbiamo nessuna condotta attiva in questo processo che possa essere a lui attribuita. Orlando ha sempre rivendicato, certo, la propria volontà di avere i suoi soldi per la prestazione professionale offerta, ma questo non è certo un reato. Per questo chiedo l’assoluzione con la più ampia formula per insufficienza di prove si sull’elemento oggettivo che su quello soggettivo”.

La difesa Pierro Per conto di Pierro anche l’avvocato Rossano Fabbri ha chiesto l’assoluzione. “Non vi è nel capo di imputazione neppure la parvenza del reato presupposto contestato, limitandosi a parlare di provenienza illecita e fondandosi sulla sola movimentazione del denaro. Questa segnalazione venne fatta perché il cliente decise di trasferire il proprio conto da una banca ad un’altra. C’è allora da domandarsi perché non fosse stata fatta prima, la segnalazione. Poi si contesta la incongruenza tra l’ammontare depositato e la capacità patrimoniale. In realtà quei soldi provenivano dalla Fondazione ebraica facente capo a un gruppo immobiliare che possiede mezza Roma. Quindi anche questa contestazione decade. Per questo chiedo l’assoluzione in quanto non è stata raggiunta la prova né dal punto di vista oggettivo né soggettivo. Inoltre la confisca per equivalente non è applicabile, né è applicabile normativa sull’autoriciclaggio”, ha concluso l’avvocato Fabbri. A parlare del gruppo ebraico romano è stato anche l’avvocato Rodolfo di Martino. “Leone Limentani e Lucetta Piperno sono i tesorieri della comunità ebraica di Roma. Leone Limentani è venuto a testimoniare, ma è stato reticente ed ha negato spudoratamente sul trasferimento di questi due milioni, legati ad una operazione in Venezuela che non dette buoni esiti. Nei confronti del mio assistito non è ascrivibile una condotta né colposa e tanto meno dolosa. Anzi, si è adoperato per fare sì che questa somma non fosse dispersa. Una somma che è integra nel suo ammontare. Chiedo assoluzione più ampia del dottor Pierro”.

La decisione del giudice Il giudice Gilberto Felici, dopo la camera di consiglio, ha emesso sentenza assolvendo Orlando “perchè non consta abbastanza della colpevolezza”. Ha invece condannato Pierro a 4 anni e 4 mesi di prigionia, 3mila euro di multa, 1 anno e 2 mesi di interdizione dai pubblici uffici e dai diritti politici. Disposta anche la confisca della somma già sequestrata, 2.536.789,77 euro, più gli interessi maturati. Disposta inoltre la confisca per equivalente di circa 280mila euro. Soddisfazione per l’avvocato Maria Selva, mentre i legali di Pierro, Fabbri e Di Martino, hanno già annunciato che faranno appello. 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy