Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: I giudici Di Patria, Corinaldesi e Ceccarelli spiegano la decisione emessa il 20 dicembre scorso / Vulcano, depositate le motivazioni
“contesto di vera e propria omertà” / Dietro la
maschera del
recupero crediti
le estorsioni per
spremere le “galline
dalle uova d’oro” / Per l’indagine
che
ha svelato il
radicamento di
gruppi criminali
mafiosi attivi tra la
Riviera e il Titano
ora si attende il
processo “madre” a
Bologna / Lo scopo dei
gruppi criminali era
quello di ottenere il
controllo diretto o
indiretto delle attività
economiche
150 pagine di motivazioni
depositate dai giudici del Tribunale di Rimini in questi
giorni. Tante ne sono servite
al presidente del Massimo
di Patria e ai giudici a latere
Silvia Corinaldesi e Raffaella
Ceccarelli, per spiegare le
decisioni del processo Vulcano,
quello che il 20 dicembre
dello scorso anno ha visto,
tra le maggiori condanne,
sette anni per estorsione a
Ernesto Luciano e a Giovanni
Formicola. Quattro anni e sei
mesi per Franco Vallefuoco, e
l’assoluzione per i sammarinesi
che erano imputati, Leo
Raimondi e Roberto Zavoli.
La costola riminese del
processo madre che prenderà
il via a Bologna, dunque,
vede il suo epilogo in prima
istanza con il deposito delle
motivazioni.
Motivazioni che danno
conto, come era emerso già
nelle indagini preliminari
prima e nel dibattimento poi,
del radicamento di gruppi
criminali diversi. Nel caso
specifico tutti riconducibili
alla Camorra campana attiva
tra Emilia Romagna e San
Marino. (…)
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