San Marino Antonio Fabbri:Giancarlo Venturini è il nuovo segretario della Democrazia cristiana

San Marino Antonio Fabbri:Giancarlo Venturini è il nuovo segretario della Democrazia cristiana

L’informazione di San Marino

Giancarlo Venturini è il nuovo segretario della Democrazia cristiana con 201 voti 

Manuel Ciavatta: “Il problema non erano solo i Gatti o i Podeschi, ma i loro entourage e certe dinamiche che ci sono ancora”

Antonio Fabbri

 Giancarlo Venturini è il nuovo Segretario politico del Pdcs. Con 201 voti su 308 votanti ha ottenuto praticamente i due terzi dei consensi dei delegati della ventesima assise del Partito democratico cristiano sammarinese. Prima della lettura del verdetto delle urne, Filippo Tamagnini, che ha presieduto il Congresso, ha ringraziato tutti: “Vedere tanta gente così appassionata per me è cosa commovente. Vi posso assicurare senza tema di smentita, che il Partito democratico cristiano è il partito più democratico che esista a San Marino”. Poi ha letto il contenuto della busta sigillata: 316 i delegati del congresso; 308 sono stati i votanti. “E’ nominato nuovo segretario politico del Pdcs Giancarlo Venturini con 201 voti”.

Ha quindi chiamato il neo eletto al pulpito per il primo discorso da Segretario. “Sono emozionato – ha detto Venturini – perché è stato un confronto importante. Vorrei ringraziare in primo luogo tutti gli amici delegati che mi hanno sostenuto. Ora il maggior impegno sarà quello di dare attuazione a quanto che abbiamo detto e che ci siamo ripromessi di fare. Il primo impegno da attuare sarà quella capacità di ascolto che è sempre stata propria della Dc e che forse in questi anni abbiamo tralasciato. Dobbiamo fare chiarezza nelle scelte da compiere. Dobbiamo partire da domani, tutti insieme, e preparare una squadra di persone e di giovani per la guida del partito e del paese per le prossime elezioni che dobbiamo vincere.

Chiedo a Teodoro di venire vicino a me. Fra me e Teodoro c’è stato un confronto leale, tutti e due ci siamo detti una cosa fin da subito: che il giorno dopo, chiunque avesse vinto, avrebbe avuto al suo fianco l’altro. Gli avversari non sono dentro questo partito, qui dentro siamo tutti necessari, utili e dobbiamo a tutti i livelli lavorare insieme per cercare di ribaltare questa situazione uscita dall’ultima tornata elettorale. Dobbiamo concretizzare gli obiettivi che ci siamo fissati con questo Congresso”.
Ha poi chiesto la parola anche Teodoro Lonferini. “So che è inusuale – ha detto – ma vorrei dire che se adesso dovessimo uscire da quella porta dimenticandoci di tutto quello che abbiamo detto in queste due giornate, con quell’ipocrisia che abbiamo evidenziato tra i nostri errori negli interventi di questo congresso, sbaglieremmo di nuovo e ci meriteremmo quello che stiamo vivendo dal punto di vista di consenso. La vera fotografia che porto nel cuore di questa assise è quella che abbiamo fatto con entusiasmo alla fine di tutti gli interventi. Quella è l’immagine che deve uscire del nostro partito. Allora il nostro paese avrà ancora una Dc molto forte, che è mossa dalla grande passione di tutti noi che dobbiamo riportare tra la gente la passione per politica pura e onesta. Sono estremamente contento e felice”, ha concluso Lonfernini.
Poco prima della proclamazione del Segretario Dc, era stato approvata all’unanimità la mozione finale del partito che in prima battuta aveva visto una astensione, ma dopo alcuni chiarimenti e accoglimento di proposte di aggiustamento, ha ottenuto l’unanimità.

Una mozione che, dal punto di vista politico, tiene aperto il confronto con il Partito socialista e la continuazione del dialogo con il Psd, senza indicare una strada di alleanze.
“La parte politica dice una cosa: non viene riconfermata una coalizione, si dice che il partito deve pensare a se stesso e al proprio progetto politico, ma non dice con chi ” ha chiarito Gigi Mazza nell’illustrare il senso delle frasi contenute nella mozione, né viene indicata una scelta politica pur dando atto del dialogo e dei rapporti in essere con Ps e Psd

Il problema non erano solo i Gatti o i Podeschi, ma i loro entourage e certe dinamiche che ci sono ancora

Molto seguito e apprezzato l’intervento di Manuel Ciavatta che è partito dal ruolo della Dc come portatrice di valori e principi.
“C’è stata una deriva economica. Quello bancario è un prolema enorme, ma quanto vale la vita umana? E quanto vale che il nostro partito lotti per difendere la vita umana?”, ha detto Manuel Ciavatta. Considerazioni anche sulla situazione interna. “Il nostro è un partito diviso sempre più a metà. Va avanti dallo scorso Congresso. Non solo le divisioni non si sono progressivamente recuperate, ma si sono acuite. Non siamo riusciti a sanare una ferita dentro di noi e questa si aggrava. Questo non ce lo vogliamo dire e non si sta recuperando il rapporto con gli altri. Serve unità, ma l’unità la si fa a prezzo di rinunciare alle proprie posizioni personali. Queste posizioni personali in questi anni hanno avuto la prevalenza, lo abbiamo visto nelle nomine della Reggenza o del capogruppo consigliare, che non è stata una scelta unitaria del gruppo consiliare”. Poi una riflessione su determinte dinamiche ancora presenti nel partito.

“Il problema non erano tanto i Gatti e i Podeschi semplicemente. O meglio, loro lo erano, ma lo è anche tutto il loro entourage che è in parte ancora presente nel partito e che ancora cerca in alcuni referenti di avere quelle posizioni”, ha detto strappando consensi e applausi.
“Il percorso di rinnovamento non è finito, perché ci sono ancora queste dinamiche”.
Poi tra i ringraziamenti Manuel Ciavatta ha annoverato Gigi Mazza. “Quando Gigi ha dichiarato da qui che avrebbe rinunciato ad ogni incarico, avete applaudito. Lo ringrazio. E perché? Perché altri per le candidature alle elezioni non hanno fatto lo stesso”.

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