San Marino. Arlotti sarebbe in procinto di lasciare dopo la Commissione dell’8 maggio

San Marino. Arlotti sarebbe in procinto di lasciare dopo la Commissione dell’8 maggio

Proprio nella fase di emergenza l’ospedale perde tre medici: un pediatra, un oncologo e un anestesista nel disinteresse dai vertici sanitari

Antonio Fabbri

Si fanno sempre più insistenti le voci di dimissioni da parte del commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Massimo Arlotti. A meno che la situazione rientri, sarebbero imminenti se non addirittura già sul tavolo e da formalizzare, presumibilmente, l’8 maggio, dopo aver riferito in sede di Commissione consiliare competente, nella quale è prevista appunto l’audizione dello stesso commissario straordinario.

I motivi sarebbero legati alla ingestibilità, già manifestata in una prima lettera di dimissioni poi rientrata a metà aprile, di alcune unità all’interno dell’ospedale che non si uniformerebbero sempre alle direttive del Commissario straordinario. Di certo la seduta della Commissione potrà essere chiarificatrice su questo.

La posizione del commissario, però, che fa tecnicamente il suo lavoro, sarebbe presa in mezzo a posizioni di ambizione gravitanti attorno a ben individuabili aree politiche. Un ritorno al passato, insomma, alla faccia degli intenti di ciavattiana recente memoria.

La spia di determinati desiderata all’interno dell’ospedale è senza dubbio l’intervento scritto dei giorni scorsi del dottor Dario Manzaroli, che non ha risparmiato critiche verso il Commissario straordinario, verso alcuni colleghi, salvandone altri, lasciando trasparire l’aspirazione a ricoprire ruoli dirigenziali, magari già avuti in passato. In questo quadro di aspirazioni, pare fiancheggiate da notabili politici di maggioranza, darebbe fastidio ad alcuni il ruolo emergenziale e di vertice di un Commissario straordinario, le cui direttive chiare e determinate (vedi a pagina fianco lettera dei medici territoriali) non sarebbero sempre puntualmente recepite da tutti. Sarebbe quindi questa una delle motivazioni avrebbe fatto maturare la volontà di lasciare l’incarico da parte del Commissario straordinario. Si vedrà se si concretizzerà nei prossimi giorni.

Intanto ciò che si è concretizzato, proprio in questa fase in cui la necessità di sanitari è evidente a tutti, è l’addio all’ospedale di quattro medici, senza che da  Direzione e Segreteria di Stato arrivasse alcuna richiesta di chiarimento o ricerca di dialogo con i medici perché potessero rivedere le proprie decisioni. Notizia che la pediatria sia rimasta senza primario è stata data addirittura in Consiglio, dalla dottoressa Miriam Farinelli, ma a questa informazione non è seguita alcuna chiarificazione o presa di posizione da parte dei vertici dell’Iss. Neppure l’associazione “Pro-Bimbi” – che in passato aveva fatto sentire la propria voce sulla pediatria con comunicati del tenore “Giù le mani dal dottor Romeo” con tanto di raccolta firme – è intervenuta in questo caso. Ma quello del primario di Pediatria non è l’unico caso di fuga di medici in questi recentissimi tempi, nei quali ogni camice che se ne va è il venir meno di una risorsa. Se ne vanno, infatti, anche il dottor Cruciani, oncologo, e il dottor Emmanuel Gasperoni, anestesista, che ha già preso servizio presso la terapia intensiva dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove è stato immediatamente chiamato. Poi ci sono le ventilate dimissioni del dottor Massimo Arlotti, che significherebbero, tra l’altro, affrontare la Fase2 senza un Commissario straordinario che ha sicuramente mostrato di avere le idee chiare su come procedere con la gestione dell’emergenza

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