La casta della Repubblica di San Marino ha fretta adesso che il Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese (dopo l’ingresso del Paese nella white list) ha dato praticamente per firmato il Memorandum d’intesa fra Bankitalia e Banca Centrale. Miglior notizia non poteva arrivare dopo che il Consiglio Grande e Generale ha riaffermato che sulla vendita di licenze bancarie non ci sono vincoli da parte dello Stato, benché siano state lavate con soldi pubblici.
Dunque Memorandum sia. La prospettiva è quella annunciata a suo tempo da Gabriele Gatti, segretario di Stato alle Finanze, il 26 novembre 2009 (firma dell’Accordo di Collaborazione Finanziaria): consentire a banche e finanziarie sammarinesi di aprire i banchetti dei loro prodotti finanziari su tutte le piazze d’Italia (poi corretto, da Fiorenzo Stolfi, in: ‘tutte le piazze d’Europa‘).
Che importa se Giulio Tremonti, nelle ore precedenti quella firma, attraverso lanci di agenzia, aveva fatto sapere che, con detto accordo, la vigilanza della Banca d’Italia si stava estendendo alla Repubblica di San Marino?
Che importa se non sono ancora scomparsi i timori che l’Italia -con l’effetto combinato di ‘Accordo di collaborazione finanziaria’ e Memorandum- assoggetti la Repubblica di San Marino come fece la Francia, ai tempi di De Gaulle, con Monaco?