San Marino. Asset e i denari senza garanzie dati ai soci per ricapitalizzare

San Marino. Asset e i denari senza garanzie dati ai soci per ricapitalizzare

L’informazione di San Marino

Asset e i denari senza garanzie dati ai soci per ricapitalizzare 

Dalla relazione di Bcsm tra le gravi anomalie sui prestiti milionari non coperti né restituiti ma mantenuti “in bonis”

Antonio Fabbri

Nella relazione di Bcsm letta in consiglio riportando le conclusioni del Commissario straordinario, si spiega anche perché si sia inteso “esercitare il potere di convocazione dell’assemblea dei soci”. Il primo motivo è perché, viste le gravi irregolarità riscontrate, che vedono nella mala gestio il coinvolgimento di diversi soci, viene ravvisata “la manifesta inidoneità della proprietà e del management a garantire la sana e prudente gestione” della banca. In secondo luogo per l’entità dell’intervento di ricapitalizzazione per la quale l’importo stimato è di 156milioni di euro. Non solo. “Ad oggi nessuna effettiva proposta vincolante è giunta al Commissario Straordinario da parte di soggetti interessati all’eventuale acquisizione immediata del complesso aziendale in crisi, al di fuori di una procedura liquidatoria a carattere concorsuale”. 

La relazione di Bcsm sottolinea che la situazione di Asset Banca Spa “è, in massima parte, l’approdo della violazione delle basilari disposizioni di legge e delle più elementari regole di sana e prudente gestione del soggetto autorizzato che connotano l’ attività bancaria”. Viene così elencata una serie di casi specifici, con crediti milionari concessi senza alcuna garanzia, mai restituiti e, nonostante questo, classificati come “in bonis” dalla banca. 

Il primo caso Ad un soggetto, persona fisica, è stato concesso “uno scoperto di conto corrente per l’investimento in “energie alternative”. L’utilizzato, dopo 2/3 mesi, è stato pari all’accordato. L’anno successivo è stato rinnovato un precedente affidamento già erogato da Banca Commerciale Sammarinese (nel frattempo assorbita da Asset Banca) per euro 2 milioni sempre per “investimenti in energie alternative” e con la medesima forma di scoperto di conto corrente. Nell’ultima revisione dei fidi veniva rilevato, in sede di istruttoria, che uno dei cointestatari dell’affidamento aveva dismesso il proprio patrimonio immobiliare e nonostante ciò, l’affidamento veniva confermato senza richiesta di ulteriori garanzie. Attualmente l’esposizione del conto è pari ad oltre 3 milioni di euro ed i debitori hanno presentato una richiesta 

di moratoria al sistema bancario. La posizione risultava ancora tra quelle “in bonis”.

Il secondo caso Un soggetto “al quale è stato accordato un affidamento nelle forme dello scoperto di conto corrente per ultimazione di lavori di ristrutturazione di un immobile (circa 300 mila euro). L’affidamento è stato successivamente raddoppiato; l’utilizzo ha presentato uno sconfinamento significativo dopo pochi mesi; l’affidamento è stato pertanto portato al triplo, 900mila euro. II conto è attualmente esposto per l’intera somma”

Il terzo caso Riguarda una “società immobiliare alla quale è stato erogato un finanziamento chirografario per 500mila euro da rimborsare in 15 anni, senza garanzie. La società affidata risultava proprietaria di un immobile in Italia ed il finanziamento, secondo la delibera, era destinato all’acquisto di un immobile in San Marino, condotto in leasing da una terza società. Il giorno dopo il primo

finanziamento, veniva deliberato un finanziamento chirografario per 515mila euro da destinarsi all’estinzione del precedente finanziamento. La rata diveniva da semestrale ad annuale. Il finanziamento veniva accordato senza garanzie, nonostante fosse destinato all’acquisto di un immobile. Inoltre sull’immobile oggetto dell’acquisto risultava trascritta una domanda giudiziale per simulazione. Dopo tre mesi veniva erogato un ulteriore finanziamento per 730 mila euro nelle forme di mutuo ipotecario, avente quale finalità 1) l’estinzione del precedente finanziamento chirografario, esposto per 510mila euro circa; 2) finanziamento dell’acquisto di un diverso immobile rispetto a quello indicato nelle precedenti delibere. Tale ultimo affidamento, sebbene deliberato, non si perfezionava per effetto della mancata acquisizione dell’immobile. La posizione, sebbene avesse due rate annuali scadute era ancora classificata tra le operazioni “in bonis”. Inoltre presentava ulteriori gravi anomalie sotto il pro

 

filo della effettiva titolarità di una delle società che è stato oggetto di esposto penale”.

I prestiti ai soci Altri casi specifici riguardano i prestiti a soci. “Si è evidenziata l’anomala situazione debitoria assunta nei confronti della banca da non pochi soci, alcuni dei quali risultano beneficiari di finanziamenti anche nell’ordine di milioni di euro, concessi a condizioni non di mercato ed estremamente penalizzanti per l’istituto bancario erogante”.

E anche qui sono riportati almeno cinque esempi.

Primo esempio prestito ai soci Risulta garantito da immobili che però i soci non avevano.

“Due distinte posizioni intestate a persone fisiche – soci della banca, che risultano da operazioni analoghe: affidamenti per circa 2 milioni di euro nella forma tecnica dello scoperto di conto corrente, per investimenti nel settore immobiliare. I clienti risultano privi di proprietà immobiliari, ma solo utilizzatori di beni condotti in locazione finanziaria. Tali finanziamenti risultano erogati senza alcuna garanzia. A pochi giorni dall’erogazione i clienti utilizzano quasi interamente le somme de quibus. Per entrambe le situazioni il coefficiente di rotazione dell’affidamento è stato pressoché pari a “zero; ed i clienti risultano esposti per una cifra di circa 2 milioni di euro”

Secondo esempio Prestiti senza garanzie a un socio utilizzato per aumenti di capitale. Praticamente soldi che la banca presta a se stessa per aumentare il proprio capitale.

“Un socio e membro del Cda della banca, al quale è stato accordato un finanziamento nelle forme dello scoperto di conto corrente, triplicato nell’arco di un anno, senza garanzie. Gli aumenti di capitale di qualche anno fa (2012 e 2015) sono stati eseguiti da detto socio utilizzando l’affidamento accordato dalla banca; connessa a questa posizione ve ne è un’altra per la quale è stato accordato un finanziamento nelle forme dello scoperto di conto corrente, per 320mila euro, senza garanzie”. Un esempio indicativo, considerato che i soci ed ex membri del Cda hanno già annunciato che chiederanno i danni allo Stato.

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