Patrizia Cupo – Corriere Romagna: Oltre una decina le persone che sono state convocate e interrogate dai magistrati, ma nessuno ammette di aver accettato favori o soldi /
Omertà sul voto di scambio /
Il tribunale archivia: impossibile indagare senza strumenti che sconfessino silenzi e reticenze
SAN MARINO. Omertà sul voto di scambio e il tribunale è costretto ad archiviare: oltre una decina le persone convocate e interrogate dai magistrati, ma se in molti dicono di aver visto, nessuno vuole ammettere di aver accettato favori o soldi in cambio del voto, laddove questo valeva tra sì e no un paio di centinaia di euro. «I soldi che mi ha offerto? Ma quella era solo una battuta», si giustifica qualcuno. E così, a 10 mesi dall’apertura dell’inchiesta sull’attentato alla libertà di voto, il commissario della legge Laura Di Bona chiude l’indagine con l’archiviazione ma non senza note amare nelle motivazioni: impossibile indagare in un clima di omertà, lascia intendere, e senza strumenti (come le bramate intercettazioni) che sconfessino silenzi e reticenze. Archiviati anche i casi di propaganda abusiva. (…) Molti quelli che dicono di aver visto, nessuno che ammetta lo scambio e i soldi, ovviamente, non si trovano. «Ma
quali soldi, era solo una battuta», si difende un elettore. E la maggior parte di loro non solo non conferma ma minimizza. E così, senza intercettazioni, né testimonianze, l’inchiesta finisce nel bidone. Archiviati anche i casi di propaganda abusiva: da quello più eclatante del candidato del Pdcs i cui “santini” vennero affissi anzitempo addirittura sulla bacheca dell’ufficio elettorale; a quello più “mediatico”, del re delle cucine Giuseppe Giorgi – candidato col Psd – i cui volantini di propaganda arrivarono nelle case dei sammarinesi prima dell’avvio ufficiale della campagna.