San Marino. Bacino imbrifero tecnicamente non realizzabile: più i costi che i benefici

San Marino. Bacino imbrifero tecnicamente non realizzabile: più i costi che i benefici

RASSEGNA STAMPA – L’ipotesi, che ciclicamente torna in auge, è anche nel programma di governo, ma in una recente
intervista a Rtv il Direttore dell’Aass ha spiegato perché sarebbe difficile da costruire e mantenere

A pagina 22 del programma di governo si legge: “Da subito sarà necessario definire un piano strategico di approvvigionamento di elettricità ed acqua, anche attraverso investimenti in energie rinnovabili in Repubblica e fuori territorio, e verificando la reale possibilità di costruire infrastrutture per la captazione e l’accumulo delle risorse idriche”. Se sul piano energetico, in particolare per l’energia elettrica tramite fotovoltaico e non solo, una buona quota di autosufficienza appare realizzabile, più complicato è l’aspetto dell’autosufficienza idrica.

Il famoso bacino imbrifero per la raccolta delle acque, insomma, la cui idea di quando in quando ritorna nei programmi politici, appare destinata a rimanere sulla carta. La possibilità di concretizzare l’idea, infatti, secondo gli studi tecnici già effettuati sarebbe, oltre che molto costosa in termini di realizzazione iniziale, eccessivamente onerosa anche in termini di manutenzione e mantenimento.

E’ quanto emerso dalla lunga intervista proprio sul tema dell’emergenza idrica che sta mordendo in questo periodo, realizzata da Filippo Mariotti di San Marino Rtv, a Raoul Chiaruzzi, direttore dell’Azienda di stato dei servizi.

Ebbene una domanda ha prorio avuto ad oggetto la realizzabilità del bacino imbrifero del quale si parla da decenni. “Secondo lei, a livello squisitamente tecnico, è una cosa fattibile?”

E’ stata la domanda. La risposta di Chiaruzzi è stata, da punto di vista tecnico, molto netta e basata su studi effettuati: “L’AASS negli ultimi due anni ha fatto degli approfondimenti in collaborazione con l’Università di San Marino. È stato ripreso l’ultimo progetto, fatto negli anni 2007-2008, ed è stato riaffrontato questo tema anche in considerazione delle mutate condizioni climatiche.

Da un punto di vista di volume, se integrato anche con l’acqua proveniente dalle fonti estere, c’è possibilità che un bacino possa dare autonomia a San Marino. Ma l’area di Gorgascura ha dei problemi molto significativi dal punto di vista geologico, per cui le opere di messa in sicurezza dei versanti e le opere accessorie potrebbero superare gli stessi costi per la realizzazione dell’invaso.

E dall’altra parte anche l’idrogeologia pone problemi d’interramento: i nostri terreni non sono di tipo roccioso, bensì di tipo argilloso, per cui, a causa del trascinamento dei solidi, dopo pochi anni si rischierebbe di avere un invaso completamente interrato. Penso che si debba fare tutta una serie di interventi ed è qui che l’AASS principalmente sta spingendo: da una parte la riduzione per quanto possibile delle perdite idriche, quindi dell’efficienza nell’uso delle risorse che ci sono; dall’altra nel puntare su una serie di investimenti, magari non così grandi, per recuperare tutte le risorse idriche del territorio.

C’è un altro tema: nel momento in cui si va a captare acqua, sia in territorio che fuori, non possiamo poi pensare di lasciare il fiume completamente secco. È una questione di responsabilità ambientale”.

Alla luce delle considerazioni del direttore dell’Aass, dunque, quella del bacino imbrifero appare una ipotesi da accantonare, a beneficio di investimenti, invece, in un maggiore efficientamento della rete idrica, nel recupero delle risorse idriche del territorio e nella sensibilizzazione a ridurre gli sprechi. Difficile, insomma, che San Marino, le cui captazioni ad oggi provengono dall’invaso del Torello cui si unisce l’approvvigionamento da RomagnaAcque, dunque da Ridracoili, possa ad oggi puntare all’autosufficienza idrica.

Ciò non toglie che si debba lavorare per tendere percentualmente il più possibile a limitare gli sprechi e salvaguardare le risorse che sono presenti.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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