Il sistema bancario della Repubblica di San Marino è in evidente stato di difficoltà a causa dello scudo fiscale: su 11 banche, 1 è in liquidazione coatta e 2 in amministrazione straordinaria.
Lo Stato si sta attrezzando per fronteggiare la situazione.
In occasione della liquidazione coatta amministrativa di Credito Sammarinese, Governo e Banca Centrale hanno messo a punto una modalità di intervento (decreto a tutela del risparmio) che ha finito per riscuotere, di fatto, il consenso di tutto il mondo politico, delle forze sociali ed anche della gente comune. I diritti e gli interessi dei clienti sono stati garantiti grazie al contributo dello Stato e alla collaborazione degli altri istituti di credito, e lo Stato si è riservato di avviare comunque azioni di responsabilità verso i gestori della Banca.
Insomma chi sbaglia paga.
Si tratta di una soluzione ben diversa da quella messa in atto nel 2007 per Banca del Titano (lo Stato non ha ancora potuto recuperare la somma investita causa il pateracchio combinato da Governo e Banca Centrale).
Quella adottata per Cs (protetti i clienti, i banchieri ‘o a casa o in galera‘), fra l’altro, è una soluzione formulata in termini generali, per cui sarà applicata di qui in avanti ogni qual volta una qualsiasi banca vada in default. Così che nessuno potrà più accusare Governo e Banca Centrale di partigianeria.
Sarebbe veramente incomprensibile ed inaccettabile che Governo e Banca Centrale non applicassero detta soluzione di qui in avanti in tutti i casi di default o comunque di difficoltà di una banca, ma ricorressero a sotterfugi e stratagemmi tipo quello Banca del Titano. Fra l’altro, automaticamente, si riaprirebbe anche il caso Cs con conseguenze disastrose, anche sul piano reputazionale, per il sistema finanziario e per il Paese.