Banconote da 500 euro piegate, tagliate e imbrattate. A giudizio per danneggiamento
ANTONIO FABBRI – La vicenda è singolare e riguarda un episodio relativo all’ex Banca Cis, denunciato dal commissario straordinario Sido Bonfatti. Al centro 200 banconote da 500 euro ciascuna, per un importo totale di 100.000 euro. Denaro contante che nessuno voleva di quel taglio. Così, secondo l’accusa, su disposizione dell’allora vice direttore Marco Mularoni, un operatore di sportello, Angelo Poggiali, procedeva a danneggiare le banconote con pieghe, tagli e imbrattamenti. Questo, secondo le prospettazioni, sarebbe dovuto servire a ottenere il ritiro delle banconote rovinate e il conseguente accredito alla banca della corrispondente somma da parte di Bcsm o da Banca d’Italia. Scoperta tuttavia la cosa, la Bns-ex Cis ha sporto denuncia, è scattata l’indagine e poi il rinvio a giudizio per danneggiamento.
Ieri la prima udienza del processo nella quale la parte civile Bns, rappresentata dall’avvocato Francesco Mazza, ha ritirato la querela nei confronti di Poggiali. Questo farebbe decadere l’imputazione essendo il reato, che peraltro si prescriverà a ottobre, procedibile a querela.
Gli avvocati dell’altro imputato, Sabrina Lettoli e Roberto Brancaleoni, hanno sostenuto che il ritiro di querela nei confronti di un coimputato implica l’accettazione anche degli altri e, soprattutto, l’estensione dell’effetto della remissione di querela nei confronti di tutti i computati. Effetto per la difesa implicito nella legge vigente. Se tuttavia non dovesse essere interpretata in tale senso, la difesa ha sollevato una eccezione di costituzionalità per la parte in cui la norma non prevede esplicitamente l’effetto nei confronti di tutti gli imputati della remissione di querela.
Il giudice Morsiani si è riservato di decidere ed ha aggiornato l’udienza per il 6 giungo.
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo
