San Marino, Bdt. Nessuno paga. Anna De Martino, NQRimini San Marino

San Marino, Bdt. Nessuno paga. Anna De Martino, NQRimini San Marino

La sentenza: “Il fatto non corrisponde al capo d’accusa”. Ma le perplessità restano / Banca del Titano, “condannato” solo lo Stato / L’unico a rimetterci nella truffa che causò il fallimento dell’istituto / Il giudice d’Appello rinvia in istruttoria e tra 3 mesi si prescrive tutto 

 

SAN MARINO – Truffa alla Banca
del Titano
, la sentenza d’appello firmata dal giudice David Brunelli ha il sapore di una “non decisione”, perché di fatto stabilisce che tutto deve essere rinviato alla fase istruttoria. Inutilmente però: tra tre mesi i reati sono prescritti. Il giudice delle appellazioni ha “cancellato” la sentenza di primo grado che condannava l’ex direttore dell’istituto e due clienti marchigiani, Stefano
Marangoni
e Maurizio
Frezza
per truffa relativa alla concessione di aperture di credito non onorate. La motivazione sarebbe stata: “Il fatto non corrisponde al capo d’accusa”. Cosa significa che il capo d’accusa, ossia la truffa, non sussiste? E allora perché non assolvere? Oppure significa che è stato scritto male il capo d’accusa? O significa più semplicemente che non è stata fatta un’istruttoria chiara anche nei confronti delle responsabilità del Cda di Banca del Titano? In buona sostanza, ma sono solo ipotesi perché saranno gli avvocati difensori ad analizzare la sentenza Brunelli, forse si apre un interrogativo su una corresponsabilità del Cda della banca stessa. Nel qual caso la truffa sarebbe venuta meno perché erano tutti d’accordo? La sentenza stabilisce il rinvio al magistrato inquirente. Ma, è bene chiarirlo che nel comportamento di Marangoni e Co., già due commissari della legge, oltre ad un giudice di primo grado, più il procuratore del fisco, avevano visto una condotta truffaldina nei confronti di BdT. La decisione di rinviare ad in istruttoria, pur confortata dalle norme, di fatto cancellerà la condanna a tre anni e sei mesi senza i benefici di legge, più multa di 9 mila euro comminata dal giudice di primo grado nei confronti dell’ex direttore Adriano Pace e per Stefano Marangoni. Analogo risultato per il terzo imputato, Maurizio Frezza, condannato a un anno e nove mesi con condizionale più 6 mila euro di multa a giorni. Appare piuttosto scontato che nel corso della nuova istruttoria il commissario della legge sarà costretto a dichiarare il non luogo a procedere per avvenuta prescrizione. E nessuno sarà più responsabile per la truffa che determinò il primo grosso crack finanziario della storia sammarinese. Come noto, Banca del Titano era fallita, con un danno patrimoniale di 19 milioni di euro. E a questo punto la quantificazione dei danni in sede civile, che fine farà? Una cosa è certa quel buco fu ripianato dallo Stato sammarinese che ad oggi è l’unico ad esser stato “condannato” a rimetterci.

 

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