San Marino. Bigliettopoli e riciclaggio, condanna per ex direttore Atac

San Marino. Bigliettopoli e riciclaggio, condanna per ex direttore Atac

L’Informazione di San Marino 

Bigliettopoli e riciclaggio condannato ex direttore Atac

Vicende legate al caso della municipalizzata romana, quattro anni e un mese ad Antonio Cassano La difesa ha chiesto assoluzione. Già presentato appello

Antonio Fabbri

Nel processo sul riciclaggio dei soldi dell’Atac romana, collegati al procedimento italiano conosciuto mediaticamente come “Bigliettopoli”, si è giunti ieri a sentenza a San Marino. Il giudice Roberto Battaglino ha condannato l’ex direttore della municipalizzata della capitale, Antonio Cassano, a 4 anni e un mese, ritenendolo colpevole della contestazione di riciclaggio mossa nei suoi confronti. Il capo di imputazione parlava di movimentazioni per oltre due milioni.

La difesa, che ha già fatto appello, nella sua arringa conclusiva aveva chiesto l’assoluzione. A ricostruire i fatti, soprattutto facendo riferimento al reato presupposto, l’avvocato Francesco Colotti, dello studio di Giulia Bongiorno. “Questa ipotesi di accusa si basa essenzialmente sulla relazione dell’Aif che ha recepito in modo acritico delle notizie di stampa, accessibili anche da fonti aperte in rete. Ebbene queste notizie di stampa si sono rivelate non veritiere, tant’è che a marzo per quelle notizie sono state emesse condanne per diffamazione”, in particolare per la parte in cui si riportava che i soldi passati a San Marino sarebbero serviti per operazioni corruttive nella capitale.

“Niente di tutto questo – ha affermato l’avvocato – Questa difesa ha prodotto l’avviso di conclusione indagini di quel processo e i fatti sono diversi da come erano stati descritti da quegli articoli. Qui si contesta che i soldi passati per la società Pragmata, riconducibile fiduciariamente a Gabbuti e Cassano, fossero stati distratti da Atac e utilizzati per conferire consulenze. In realtà – ha detto il legale – i fondi passati tramite San Marino InvestimentiSmi servirono a Gabbuti e Cassano per acquisire le quote di Pragmata. Quindi nulla hanno a che vedere con quelli che si contestano riconducibili ad Atac e a quelle consulenze” di cui si di scute nel procedimento italiano. Di qui la richiesta di assoluzione perché non vi è, ha sostenuto la difesa, nesso tra i reati contestati in Italia e il denaro depositato a San Marino. Verrebbe quindi meno il reato presupposto del riciclaggio. “Attraverso puntuale consulenza tecnica – ha aggiunto il legale – abbiamo poi voluto dimostrare che i fondi di Cassano a San Marino, 177.571 euro, sono frutto dei suoi risparmi legittimamente accumulati negli anni 2003-2009”. Richiesta quindi di assoluzione “per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste”.

Per la difesa ha aggiunto l’avvocato Gian Nicola Berti: “In queste contestazioni ci sono due flussi economici importanti, uno su Bac e uno su Smi. Su quest’ultimo ci sono i flussi economici riconducibili al caso romano per i quali il collega ha tuttavia ben spiegato che non vi è nesso con le contestazioni di quel processo. L’altro flusso riguarda un conto su Bac. E’ da quel conto, che nulla ha a che vedere con i flussi legati ad Atac, che il nostro assistito ha fatto un prelievo di 900 euro per fare un regalo alla moglie. Questo per significare che  anche questo flusso di denaro è estraneo a qualsiasi ipotesi di configurazione di provenienza illecita”. La difesa si è dunque opposta alla posizione della pubblica accusa. Il Procuratore del Fisco Roberto Cesarini aveva infatti sostenuto la penale responsabilità, nella scorsa udienza del 17 marzo, e chiesto la condanna a 4 anni e 6 mesi.

Il Giudice Roberto Battaglino, ieri, dopo la camera di consiglio, ha ritenuto di dover accogliere le tesi dell’accusa, pur diminuendo di qualche mese la richiesta del Pf, ed ha emesso quindi una condanna a 4 anni e un mese di prigionia, un anno e un mese di interdizione e 1500 euro di multa. Disposta anche confisca di quanto sequestrato (circa 150mila euro) e interessi maturati. 

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