Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: “Infiltrazioni mafiose, la Corruzione strumento principale che le organizzazioni Criminali utilizzano per entrare nei territori” / Il presidente della fondazione “Caponnetto”, Salvatore Calleri: “Spero che entro i prossimi quattro mesi pacchetto antimafia possa essere completato”
(…) Calleri, a che punto è l’approvazione del “pacchetto antimafia”? “Dobbiamo continuare un percorso che è iniziato bene, per questo sono spesso in questo periodo sul territorio sammarinese. Occorre arrivare all’applicazione delle altre parti del pacchetto, ossia le normative sui beni confiscati, la creazione di una agenzia investigativa sul modello della Dia italiana, che non è un’altra forza di polizia, e la sezione specializzata sul modello della Direzione distrettuale antimafia all’interno del tribunale. Queste sono cose che possono portare all’avanguardia nella lotta alle mafie la Repubblica di San Marino. E’ molto importante proseguire sul percorso iniziato da Pier Luigi Vigna con la fondazione Caponnetto”.
Come sono i contatti con il nuovo governo? “Ho già visto più volte il neo insediato segretario alla Giustizia Venturini. Sono molto soddisfatto perché noto molta attenzione”. (…)
A proposito di crisi, la criminalità pare non conoscerla…“Nella maggior parte dei casi le mafie sono una azienda florida. A seconda delle stime, e considerando criminalità italiana e straniera, fattura dai 140 agli oltre 220 miliardi di euro, di cui 20 sono stimati in Emilia Romagna”.
Quali i campanelli d’allarme sulle infiltrazioni? “Oramai tutta l’Italia e San Marino devono stare in allarme perché possono esserci tentativi di infiltrazione mafiosa. Questo non ce lo dobbiamo dimenticare. Innanzitutto dobbiamo fare attenzione quando vediamo determinati passaggi di consegne rapide, negozi che chiudono e che riaprono nuovi… occorre domandarsi chi sono, da dove vengono, cosa fanno, da dove hanno preso i soldi e di chi sono amici. Queste sono le cinque domande che ci si deve porre. Se un soggetto che entra non risponde a questi interrogativi, allora già è un soggetto a rischio”. (…)
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