Tariffe di luce e gas e nuova legge sull’informazione: questi i temi al centro dell’intervento di Repubblica Futura.
Dopo l’approvazione della legge sulla informazione è doveroso riconoscere al Segretario Lonfernini determinazione nell’andare avanti nonostante il clima assai difficile di condizionamenti interni ed esterni all’aula consiliare. Una vicenda che, come ormai è stato denunciato da più parti, deve far riflettere e preoccupare molto e non può certo finire qui.
Parlando di tariffe, però, non possiamo esimerci dal ribadire le nostre posizioni e chiedere al Segretario se davvero ritenga efficace il suo decreto.
La domanda sorge spontanea dopo l’adozione del Decreto Legge n. 27 “Misure straordinarie per il contenimento dei costi delle utenze del servizio di fornitura e distribuzione dell’energia elettrica”.
Un solo articolo. Una manciata di righe in cui l’unico risultato è la riduzione di 3 centesimi della tariffa dell’energia degli utenti domestici che consumano massimo 200 Kw.
Un approccio che probabilmente per come è stato scritto sarà inapplicabile e penalizzerà, fra gli altri, anche utenti che magari hanno seguito le indicazioni dell’AASS e del governo ed hanno ridotto i propri consumi rispetto agli anni passati.
Sì perché, per come è stato scritto l’articolo, chi ha consumato anche solo 1 Kw in più dei 200 non avrà nessuno sconto.
Dunque chi magari è stato risparmioso, ha avuto comportamenti virtuosi ma ha una famiglia numerosa e dunque consumi domestici più elevati (anche solo per gli elettrodomestici), non avrà nessuno sconto a prescindere dalla condizione economica.
Come sappiamo il nuovo prezzo dell’energia, in vigore dal primo dicembre 2022, è costituito da due voci: il PUN, cioè il costo dell’energia al prezzo di mercato, e lo spread, cioè il margine che applica AASS.
Al punto a) dell’unico articolo del decreto viene ridotto lo spread del primo scaglione di euro 0,03, ma solo per coloro che consumano fino a 200 Kw. Peccato però che tale spread, come da delibera n.8 dell’11 novembre 2022 dell’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia, è pari ad euro 0,01! Come si fa quindi a ridurre di 3 centesimi una cosa che è pari a 1 centesimo? C’è il forte rischio che il Decreto si traduca in qualcosa di inapplicabile.
Diverso sarebbe stato se tale riduzione si fosse applicata al PUN o più in generale alla nuova tariffa dell’energia, e per i primi 200 Kw, con una logica a scaglioni.
Ci chiediamo quindi: come verrà applicato da AASS tale decreto? Quanto impatterà tale intervento sul già precario bilancio dell’azienda?
E’ da novembre che denunciamo gli aumenti spropositati adottati dal governo; c’era bisogno di ridursi all’ultimo, prima con una marcia indietro sugli aumenti del gas ed ora adottando un decreto d’urgenza?
Non si potevano usare altre forme più semplici o eque come l’utilizzo della SMAC con un accredito all’utente in base ai consumi pagati, come avviene per i carburanti, magari con un limite massimo che consentisse di aiutare principalmente le persone con bassi consumi o meno abbienti?
Repubblica Futura esprime pubblicamente il malessere dei cittadini e delle decine di telefonate che abbiamo ricevuto. In più resta il mistero del bilancio AASS 2022 – quello del buco – e di quello 2023. Non vorremmo che finita la fase pre-elettorale che stiamo vivendo (ci sono grandi manovre in giro e la giostra delle clientele è in piena azione), si scopra una voragine il cui costo sarà a carico di tutti i cittadini.