“Adesso è il mio turno di fare quello che dice il saggio: ‘Mi siederò sulla sponda del fiume e aspetterò che passi il cadavere del mio nemico’”.
Lo afferma Augusto Michelotti in una nota in cui critica, e non poco, l’atteggiamento assunto da Rete e dalla giunta di Acquaviva sul caso Cartiera Ciacci.
“Si sono finalmente scoperte le carte; gli urli, gli strepiti e le minacce erano sapientemente orchestrate e pilotate dall’opposizione, da Rete in particolare, ma c’era anche la Dc che orchestrava nascosta nel macchione, che, da brava forza di opposizione sempre pronta a distruggere e mai a costruire e capace solo di cavalcare lo scontento e l’irrazionale che viene dalla pancia della gente in realtà aveva un solo obiettivo: ‘muoia Sansone con tutti i filistei’, ovvero, mandiamo a casa questo governo anche se ciò dovesse costare la rovina del Paese”, manda a dire l’ex segretario di Stato per il Turismo e il Territorio.
“Fatemi vedere come si fa, fatemi vedere tutte le mie, e non solo mie, incapacità, ma fate presto perché, come dicevate voi, laggiù si continua a inquinare anche se sembra che la gente del posto, ora che sono cambiati i suonatori, non abbia più problemi di convivenza con quello che fino a pochi giorni fa era un mostro da sconfiggere. Spero che qualcuno mi smentisca”, chiosa Michelotti.
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