San Marino. Caso Michelangelo Fedele

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Caso Fedele decisione in ballo tra prescrizione e assoluzione

Antonio Fabbri

Udienza davanti al Giudice delle Appellazioni, David Brunelli per il caso di Michelangelo Fedele, il settantaduenne originario della Calabria trapiantato in Toscana.

Fedele, ieri presente all’udienza assieme alla moglie e assistito dal suo avvocato, Lara Conti, ha voluto rilasciare dichiarazioni davant al giudice Brunelli. “Ritengo di non avere fatto nulla di male, il denaro confiscato proviene da interessi che ho maturato eseguendo investimenti regolari nella Banca di San Marino”, ha dichiarato Fedele.

Non così per il Procuratore del fisco, Roberto Cesarini.

Il Pf ha infatti rilevato come nel processo sia stato già accertato che di denari portati a San Marino fossero di provenienza illecita. Quindi le considerazioni relativamente alla pronuncia di incostituzionalità. Il Procuratore del fisco ha evidenziato che, prima dell’ordinanza di Brunelli che ha trasmesso gli atti al Collegio Garante di Costituzionalità, il reato si era già prescritto. In quel caso, secondo il Pf, il giudice della Appellazioni avrebbe dovuto comunque decidere sulla confisca.

Secondo i conti della Procura fiscale, infatti, i fatti contestati risalgono al settembre 2010. Dopo  la decisione di primo grado, la memoria di appello del Pro fiscale, Giovnani Belluzzi, era stata depositata il 24 novembre. Di lì ci sarebbero stati due mesi per fissare l’appello
dato che la prescrizione sarebbe intervenuto il 23 gennaio 2016. L’ordinanza con la quale, invece, il giudice Brunelli ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di costuituzionalità del 199ter, è del 25 ottobre 2016. A quella data, quindi, secondo i calcoli della Procura fiscale il processo era già prescritto. Pertanto il Pf ha chiesto che il giudice si pronunci sulla prescrizione e, di conseguenza, anche sulla confisca, confermandola.

Il Pf ha inoltre rilevato  che è stata intentata una causa civile, su delibera del Congresso di Stato, nei confronti del Fedele e  Bsm, perché venga dichiarato nullo il contratto concluso da cliente e banca in funzione dell’illiceità dei denari oggetto del rapporto.  In ballo ci sono 303.719 euro già sotto sequestro, più i restanti di confisca per equivalente fino alla concorrenza di oltre 450mila euro, riconosciuti dal tribunale come frutto di ricettazione, estorsione e sequestro di persona.

Opposta, rispetto a quella del Pf, la posizione del difensore di Fedele, l’avvocato Lara Conti. Il legale ha infatti sostenuto che, essendo intervenuta la dichiarazione di incostituzionalità della norma incriminatrice per la quale il suo assistito era stato condannato, Fedele debba andare assolto perché il fatto non costituisce reato. Dichiarazione di assoluzione che, richiede la difesa, implicherebbe che il giudice non debba pronunciarsi sulla  confisca e debba disporre la restituzione delle somme sotto già sequestro. Resta pendente, tuttavia, l’azione civile intentata, come da delibera del Cogngresso di Stato, dall’Avvocatura dello Stato per conto dell’Eccellentissima Camera. La prima udienza della causa civile è stata fissata per il prossimo 18 maggio. Intanto il giudice Brunelli ha 90 giorni per prendere la sua decisione sul caso.

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