San Marino. Caso Re Nero, pubblicate le motivazioni della decisione della cassazione

San Marino. Caso Re Nero, pubblicate le motivazioni della decisione della cassazione

Dichiarate inutilizzabili le copie delle intercettazioni i cui originali erano stati cancellati per errore. Ma il resto del compendio probatorio
ritenuto sufficiente per confermare le condanne più gravi.

ANTONIO FABBRI – E’ stata pubblicata in questi giorni la sentenza della Corte di Cassazione, corredata dalle motivazioni, sul caso Re Nero. Il dispositivo era stato letto dalla Corte lo scorso dicembre. Le motivazioni rese note in maniera completa chiariscono le valutazioni alla base della decisione.

Una decisione che, si ricorderà, ha confermato integralmente la condanna come stabilita in Appello (“anni 6, mesi 5, giorni 10 di reclusione ed € 5066,00 di multa”) a carico dell’ex presidente di Asset Banca, Stefano Ercolani. Parzialmente annullata, invece, la condanna a carico di Barbara Tabarrini, ex Direttore di Asset Banca alla quale erano contestate le stesse accuse del presidente. Un annullamento nei suoi confronti che riguarda il “Capo N”, ovvero quello relativo al riciclaggio. La condanna di appello “ad anni 5 di relusione”, dovrà dunque essere rivista da altra sezione della Corte di Appello di Bologna. Confermata, visto il rigetto del suo ricorso da parte della Corte, la condanna di appello per Cristian Cicchetti, che rispondeva di abusivismo bancario (“anni 2 di reclusione ed € 6.400,00 di multa”).

Per tutti gli altri ricorrenti la decisione della Corte di appello di Bologna è stata annullata con rinvio dalla Cassazione. Non così, tuttavia, per i soggetti giuridici, nella fattispecie Asset Banca-Smam poi confluiti nella Cassa di Risparmio di San Marino, nei confronti dei quali la condanna è stata confermata.

Il motivo degli annullamenti e delle conferme Il motivo dell’annullamento della sentenza, relativamente al “Capo N” per la Tabarrini, e alle altre contestazioni per gli altri imputati, deriva dalla dichiarata inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche e delle trascrizioni dei brogliacci delle stesse. La decisione è legata al fatto che, al termine delle indagini, vennero cancellate per errore le registrazioni delle intercettazioni telefoniche originali e rimasero a disposizione solo le registrazioni e le trascrizioni di servizio utilizzate dalla polizia giudiziaria. La Corte ha invece sancito l’inutilizzabilità di queste registrazioni e il diritto delle difese di poter ascoltare direttamente le originali. Cosa che non fu possibile, appunto per l’erronea cancellazione delle stesse da parte dei tecnici della Procura. Né il contenuto delle intercettazioni, dice la Corte, più essere recuperato attraverso la testimonianza sulle stesse resa dall’ufficiale di polizia giudiziaria durante l’udienza.

Quindi, questa inutilizzabilità di tale mezzo di prova fa discendere l’annullamento delle decisioni relative a tutte quelle posizioni per le quali si è attinto, nella sentenza, alle sole intercettazioni come prova a sostegno della responsabilità. Resta da vedere, ora che la Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio, se altra sezione della corte di appello ravvisi, negli altri mezzi di prova ammessi, degli elementi per sostenere la responsabilità. Per questo servirà quindi una valutazione di merito.

Perché, allora, per Ercolani, per la parte della responsabilità di Tabarrini per abusivismo bancario e, per il medesimo reato, per Cicchetti, la condanna è stata confermata? Perché, spiega la Corte, dai pedinamenti, dalle testimonianze, dalla documentazione – sostiene sempre la Cassazione – quelle condotte contestate sono risultate provate a prescindere dalle intercettazioni.

Le conclusioni della Corte anche sui soggetti giuridici Le motivazioni della Cassazione erano attese anche per comprendere la decisione relativamente ai soggetti giuridici, Asset poi confluita in Carisp, che quindi stava in giudizio e ha opposto ricorso anch’essa in Cassazione. La corte dichiara “infondati i motivi di ricorso avanzati nell’interesse di Asset Banca, oggi Cassa di Risparmio di San Marino”. Nella sostanza per la Cassazione risulta provato il ruolo di Asset, coinvolta nella vicenda perché ritenuta dalle ricostruzioni dell’accusa il mezzo attraverso il quale potevano es[1]sere posti in essere i reati contestati di riciclaggio, appunto, e di raccolta abusiva del risparmio. Prospettazione accusatoria che ha dunque retto anche al vaglio della Cassazione che scrive: “gli organi di Asset Banca, portavano a termine in Italia l’illecita attività di raccolta del risparmio ed erogazione del credito in assenza di autorizzazione e cioè la fattispecie di abusivismo bancario, integrando anche fattispecie di vero e proprio riciclaggio di somme frutto di appropriazione indebita e reati tributari”.

Quindi, dice la Corte di Piazza Cavour, “in conclusione anche il ricorso di Cassa di Risparmio di San Marino (che ha sostituito Asset nel giudizio, ndr.) deve essere respinto e la stessa condannata al pagamento delle spese processuali unitamente agli imputati Cicchetti ed Ercolani. Infine, avuto riguardo alle rispettive posizioni processuali, Ercolani Stefano deve essere condannato alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute in questo grado di giudizio dalla parte civile costituita Agenzia delle Entrate, liquidate in € 5.000,00 oltre accessori di legge in relazione alla definitiva affermazione di responsabilità per il capo N).

Ercolani Stefano, Tabarrini Barbara e Cicchetti Cristian, tutti definitivamente responsabili dei fatti di abusivismo bancario, vanno condannati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute in questo grado di giudizio dalla parte civile Banca d’Italia, liquidate in € 7.020,00 oltre accessori di legge.

Gli stessi Ercolani Stefano, Tabarrini Barbara e Cicchetti Cristian, sempre in relazione alla medesima condanna ex art. 131 T.U.L.B., vanno altresì condannati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute in questo grado di giudizio dalla parte civile Banca di Credito e Risparmio di Romagna liquidate in € 6200,00 oltre accessori di legge”.

La decisione, dunque, per gli imputati per i quali è stata confermata è divenuta definitiva. Tuttavia i legali di Ercolani, già nell’immediatezza della lettura del dispositivo, avevano annunciato che ricorreranno anche a Strasburgo.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato integralmente dopo le 19

 

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