Rassegna Stampa – Le difese insistono per ascoltarlo. Intanto sentiti ieri i testimoni di Aif e Bcsm
ANTONIO FABBRI. Nuova udienza per il cosiddetto “Caso Siri”.
La vicenda è scaturita da un finanziamento concesso dalla Bac-Ibs nel 2019 all’ex senatore della leghista. Al centro delle accuse il mutuo da 761.600 euro, oggetto del primo capo di imputazione, che venne richiesto dal senatore, e concesso, per l’acquisto di una palazzina situata nei pressi della stazione di Rogoredo, a Milano, immobile destinato alla figlia dello stesso Siri. Oggetto delle accuse anche un secondo finanziamento, per complessivi 600.000 euro, a favore della TF Holding srl, mutuo anche questo collegato alla vicenda Siri.
A dover rispondere di amministrazione infedele l’ex vicedirettore della Bac-Ibs, Tiberio Serafini (difeso dagli avvocati Alessandro Petrillo, Nowacki Jacub e Alessandro Stolfi), imputato anche di ostacolo alla funzione di vigilanza assieme a Flavia Astolfi (difesa dagli avvocati Gloria Giardi e Gianluca Giordani), all’epoca responsabile corporate identity della banca. In una prima fase era imputato anche l’ex direttore di Bac Marco Perotti, che poi ha patteggiato uscendo quindi dal processo.
Ascoltato come testimone, ieri, Alessandro Sberlati dell’Agenzia di informazione finanziaria. Ricostruita la genesi del prestito e anche lo stato attuale del credito. Sberlati ha riferito che attualmente il debito è onorato e che non ci sono motivi al momento per dubitare che il credito sia in bonis.
Ha inoltre attestato che attualmente, quanto al primo finanziamento, la provvista con la quale viene attualmente onorato il pagamento delle rate, proviene e viene periodicamente rifornita da trasferimenti di denaro che arrivano da un conto di Armando Siri.
Quanto alla Tf Holding, anche in tale caso il testimone ha riferito che le rate risultano onorate e le somme provengono dalla medesima società o da un altro ente affittuario nello stabile della società stessa. Ascoltato poi come testimone anche Maurizio Pappalardo, della vigilanza di Banca Centrale, che ha riferito sull’ispezione dell’epoca in Bac- Ibs. “Alcuni giorni dopo l’avvio degli accertamenti, l’allora direttore Dario Mancini ci consegnò una Pratica elettronica di fido (Pef) diversa da quella contenuta nel sistema informatico della banca. Personale di Bac ci raccontò – ha aggiunto Pappalardo – che erano stati Serafini e Astolfi a chiedere a Forlani affinché intervenisse su quella Pef ”. Un intervento che secondo l’accusa servì per consentire l’erogazione di quei crediti. Terminata l’audizione dei testimoni i difensori hanno reiterato la richiesta di ascoltare i beneficiari di quei prestiti, a tutt’oggi onorati.
“Chiediamo che testimoni, protagonisti e beneficiari, vengano qui a raccontarci il perché questo prestito venne concesso”, hanno chiesto le difese reiterando la domanda di ascoltare il senatore Siri e i titolari effettivi della banca, finora non ammessi dal giudice nella lista testi. Richiesta alla quale si sono opposte sia le parti civili, Bac con l’avvocato Alberto Selva e Bcsm con l’avvocato Francesco Mazza, sia il Procuratore del fisco Roberto Cesarini.
“E’ emersa una serie di elementi che merita di essere contraddetta – ha tuonato allora l’avvocato Alessandro Petrillo – la difesa ha il diritto di difendersi provando, ha diritto di risentire quei testimoni che nell’istruttoria sono stati interrogati nell’ufficio dell’inquirente e che noi non abbiamo avuto modo di guardare in faccia. Da ultimo ciò che non è stato detto o ciò che si pretende di dire senza dire, è che tutta l’indagine muove dal presupposto che nei confronti di Siri e dei suoi soci sia stato adottato un trattamento di favore perché stavamo parlando del senatore e che quindi ci fossero dei rapporti personali tali da determinare quel trattamento di favore. Vogliamo verificare questo? Chiediamolo ai diretti interessati. Non consentire di controinterrogare testimoni rappresenta la più palese violazione del diritto di difesa”, ha detto l’avvocato Petrillo.
Il Commissario della legge Antonella Volpinari si è riservata di decidere con separato provvedimento. Intanto la prossima udienza è fissata per il 23 gennaio e saranno ascoltati i testimoni già ammessi.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo