“Michael aveva 21 anni ed una gran voglia di vivere, poi è arrivato il virus che non lo ha perdonato. Si è accanito su di lui e lo ha trovato indebolito da tutte le croci e le vicissitudini che il ragazzo aveva dovuto sopportare. Questa volta Michael non ce l’ha fatta ma spero tanto che possa ritrovare un’ altra bicicletta, lassù, nel cielo, che raccoglie i buoni ed i generosi”.
Con queste parole Davide Cassani, Ct della Nazionale italiana di ciclismo, ha voluto ricordare Michael Antonelli, la promessa del ciclismo sammarinese scomparso all‘età di 21 ani.
Ecco il messaggio – commosso e sofferto – condiviso in queste ore su Facebook. “Eravamo tutti convinti che dopo la prima ondata del virus, si potesse vivere un po’ più serenamente. Pensavamo di aver preso le giuste misure al terribile male tanto da poterne ormai attutire l’impatto fatale. Non è stato così, non sta andando così. Basti pensare che in questa seconda ondata malefica c’è stata una giornata di lutto tremendo, quasi 950 deceduti in sole 24 ore, come non era accaduto nemmeno nei fatali mesi di marzo, aprile, maggio. Probabilmente non eravamo spiritualmente e materialmente preparati ad una simile violenza di ritorno e così oggi ci troviamo a contare nuovamente i caduti in misura molto cospicua e altrettanto dolorosa. Puntuale come sempre, oggi il corriere della sera dedica due tristissime pagine ai caduti di tutti i settori della nostra vita. Una coppia di medici scomparsi nello spazio di 6 giorni, l’ingegnere, la blogger, l’alpinista, l’infermiere amato dai pazienti, il giovane sportivo. Ed è proprio su quest’ ultimo capitolo che mi soffermo in modo particolare, non solo perché si tratta di sport, ma perché lo sportivo apparteneva al ciclismo. Michael Antonelli era caduto in corsa, il 15 agosto 2018, correndo la Firenze Viareggio, una classica per dilettanti. Quel giorno, sbagliando una curva, precipitò in una scarpata battendo violentemente la testa.
Michael riuscì a sopportare diverse operazioni e recuperare una piccolissima autonomia. Un paio di mesi fa lo andai a trovare nella sua casa di San Marino ed ebbi l’occasione di conoscere sua madre Marina e suo fratello Mattia, anche lui giovane ciclista. Michael aveva 21 anni ed una gran voglia di vivere, poi è arrivato il virus che non lo ha perdonato. Si è accanito su di lui e lo ha trovato indebolito da tutte le croci e le vicissitudini che il ragazzo aveva dovuto sopportare. Questa volta Michel non ce l’ha fatta ma spero tanto che possa ritrovare un’ altra bicicletta, lassù, nel cielo, che raccoglie i buoni ed i generosi.
Michael ha un fratello, Mattia, quest’anno ha corso tra gli allievi. Si, pure lui è un ciclista e non ha nessuna intenzione di smettere. Il prossimo anno correrà tra gli juniores nella squadra di Vittorio Savini. Mi sono venute le lacrime agli occhi quando, poco fa, mamma Marina mi ha confessato: “ho chiesto a Mattia di non correre più, ma non sono riuscita a convincerlo”
Sto pensando a Marina, ad una mamma toccata profondamente da un dolore acerbo nel cuore e nell’anima che da quel 15 agosto di due anni fa, la sua vita è diventata un incubo.
Nonostante tutto questo a Mattia ha detto:” se correre in bicicletta è quello che vuoi, ti seguirò tutte le domeniche, sarò ad ogni partenza e ad ogni arrivo, sarò sempre al tuo fianco”.
Anche nel dolore c’è magia, anche nel dolore c’è ammirazione. Dopo Michael che è stata una certezza svanita, arriva Mattia, una speranza consolidata nell’amore e nel dolore”
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