San Marino. Catia Tomasetti, illustrato il suo progetto in Commissione

San Marino. Catia Tomasetti, illustrato il suo progetto in Commissione

L’Informazione di San Marino 

Ecco la nuova linea che seguirà il vertice di Banca Centrale 

La presidente Tomasetti e l’audizione in Commissione

Mercoledì scorso la nomina in Consiglio del Presidente Catia Tomasetti. La prima donna incaricata di guidare Via del Voltone. Quale sarà la sua linea si può evincere da quanto ha già anticipato nel corso dell’audizione in Commissione Finanze, che ha preceduto la nomina, lo scorso 4 maggio. Rispondendo alle domande dei commissari, ha illustrato il suo progetto per Banca centrale.

La candidatura per l’incarico “Ho ricevuto la chiamata del segretario di Stato Celli qualche mese fa, credo su introduzione di politici italiani – spiega la Tomasetti – Mio padre faceva politica locale, sono nata a Rimini e mio padre aveva un ruolo in quello che era il partito comunista e le sue declinazioni, me ne sono tenuta sempre lontana (…) 

Sono entrata in finanza, nel project finance. Ho imparato che i rapporti banche-politica sono particolari, nel rapporto tra stakeholders, quando entrai nel Credito di Romagna. Penso che se la banca si è salvata, è perché la politica locale è intervenuta quale mediatore culturale. E’ vero, siete sammarinesi, ma il territorio è unico con patologie molto comuni a ciascuna banca”

L’indipendenza di Bcsm “Bcsm si troverà nei prossimi 24 mesi ad affrontare questioni complesse – continua la Tomasetti – ma è forse una delle poche banche centrali indipendenti dei Paesi europei. Credo poi sia un momento storico particolarissimo, tutte le Banche centrali devono riflettere sulle loro funzioni, sta mutando l’economia e anche il ruolo delle banche centrali. Credo Banca centrale deve mantenere forte la sua indipendenza quale autorità di vigilanza, però deve essere anche un’autorità dialogante. Spesso l’assenza di dialogo fa sì che il vigilato non riesca a trarre i benefici della vigilanza. Banca centrale è prevalentemente autorità di vigilanza, ma anche le banche centrali dovrebbero usare i dati che vengono dalla vigilanza per dare supporto al governo su scelte economiche e prospettive future”.

La crisi del 2007 e gli Npl “Guardando i famosi Npl – sottoliena la Tomasetti – i crediti deteriorati della banche italiane e di questo territorio, mi accorgo che sono crediti quasi tutti sorti dopo il 2007. Dopo la crisi del fallimento Lehmann del 2006, si è presentata una crisi inaspettata per tutti. Poi che ci fosse una crisi di dimensioni straordinarie era più intellegibile. Se ci fosse stato dialogo e una segnalazione più efficace forse le nostre banche del territorio non avrebbero continuato a investire così tanto nel settore immobiliare e costruzioni. Una banca centrale deve avere un ufficio studi per raccogliere dati e dare indicazioni al governo e soprattutto ai manager delle banche che non hanno accesso ai dati su larga scala”.

Il ruolo del Fondo monetario “Ogni volta che si parla di Fmi su un Paese – commenta la Tomasetti – la prima reazione è fredda perché comporta un certo livello di controllo e si deroga a una parte della propria libertà. Ma nella situazione attuale temo sia una scelta obbligata per San Marino, perché aiuta se non altro a ricostruire una immagine indubbiamente molto danneggiata negli ultimi anni, ad avere una corsia preferenziale e garanzia della salute soprattutto nei processi della Pa. Un presidente della Bcsm  deve dialogare con molte forze e deve porsi come tema quello di aprire il Paese e il suo mercato all’Europa”. 

Memorandum con Bankitalia “Molto importante nei prossimi mesi sarà dialogare con Bankitalia, Mef e con Europa – rilancia la Tomasetti -. Il vostro comparto bancario rappresenta il 30% della vostra economia e non può evolversi rimanendo chiuso in una enclave, ma puntando all’apertura e accesso a tutti i prodotti del settore nel territorio – da criptovalute all’operatività on-line per citare cose banali- le banche avranno speranza di costruire piani industriali realistici e aprirsi al mercato europeo. Quanto al memorandum è una priorità e va amplificato l’oggetto di quell’accordo che tocca solo due punti, come l’operatività delle carte di credito e poco altro”.

San Marino e l’Europa “Il sistema sammarinese – prosegue Tomasetti- ha potenzialità e anche limiti, ovvero gli Npl, che andranno gestiti. Il momento storico offre delle opportunità: con la Brexit Londra, che era il principale mercato europeo, dovrà derogare al suo status. Vari Paesi si stanno candidando per questa eredità, in primis l’Irlanda, per poter diventare sede di banche e fondi extraeuropei. A tal fine usano una fiscalità agevolata, ma non agevolata quale quella di San Marino, e la vicinanza territoriale. Tuttavia non escludo che San Marino possa essere una risposta di una parte di domande di nuova ricollocazione territoriale che possono avere realtà extra europee. Ma prima va concluso l’accordo con Bankitalia, e chiaramente va rafforzato il sistema di vigilanza perché tutto deve passare per garanzie che i soggetti che metteranno sede a San Marino siano vigilati e non possano esserci ipotesi di elusione e quant’altro e affinché la

competitività del sistema finanziario si basi non sull’elusione di norme, ma su quanto San Marino può vendere rispetto altri Stati. Grazie alla vostra dimensione potete offrire minore burocrazia. Avete banche che possono essere appetibili per investitori terzi, come appetibile è chiedere una licenza bancaria”.

Rapporti con la Bce “Certamente l’autonomia è una bella cosa, ma non essere dentro alla Bce non consente a San Marino l’accesso alla liquidità a costi competitivi. La Bce dice che banche devono tendere allo 0% dei crediti deteriorati,  se il sistema bancario sammarinese si trovasse domani nei parametri Bce avrebbe un grande shock”.

Rapporti con l’Italia “E’ vero che San Marino guarda l’Italia come paese confinante, ma mi stupisce che l’Italia non guardi San Marino, ci sono molti aspetti positivi che la stessa nazione italiana potrebbe utilizzare in un progetto economico più sofisticato. La Francia, per esempio, utilizza molto bene Montecarlo. Credo la prima Banca centrale in cui occorre dialogare sia quella italiana”

Verso il cambiamento “Credo il Paese sia maturo per il cambiamento. E in un momento economico come questo non esiste maggioranza e opposizione, il Paese si trova ad un bivio, c’è molto più in gioco di un governo, un Paese che è la più antica repubblica d’Europa. Se accetterete una deroga di sovranità – conclude la Tomasetti – come mettervi nel cappello del Fondo o trovare un accordo con Bankitalia, qualcuno potrebbe vederla come deroga dei diritti primari e quindi ci vuole una mediazione culturale”.

 

 

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