San Marino. Celli: “Rischio riciclaggio e finanziamento terrorismo potenzialmente elevato”

San Marino. Celli: “Rischio riciclaggio e finanziamento terrorismo potenzialmente elevato”

L’informazione di San Marino

“Rischio riciclaggio e finanziamento terrorismo potenzialmente elevato” 

Risultò dall’audit in Asset effettuato dallo studio Retter riportato nel suo intervento notturno in aula dal Consigliere di Ssd Simone Celli

Che il rispetto dell’avversario politico fosse sotto zero è ormai fuor di dubbio. Ma se ci fosse stato ancora bisogno di provarlo, la decisione dell’opposizione di abbandonare l’aula all’intervento del consigliere Simone Celli è lì a mostrare come si sia andati oltre lo scontro politico. Eppure di elementi interessanti l’intervento di Celli, dopo la relazione del Segretario alle Finanze, Eva Guidi, ne ha portati. E’ partito da una disamina politica: “Ho seguito con particolare attenzione le posizioni assunte dalle forze di opposizione in queste ultime due settimane. E’ partito da una disamina politica:

“Ho seguito con particolare attenzione le posizioni assunte dalle forze di opposizione in queste ultime due settimane. Ovviamente non le condivido, ma le rispetto. In termini politici, infatti, ci si trova di fronte ad una occasione, troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, per provare per l’ennesima volta ad imprimere la spallata decisiva nei confronti del governo e della maggioranza. D’altra parte è una storia che si ripete: infatti è un dato di cronaca che nei primi 24 mesi della corrente legislatura il cocktail “giustizia-banche” abbia rappresentato il terreno d’attacco preferito dalle forze di opposizione. Badate bene, non è affatto un caso, è frutto di una logica ben definita. Vista l’incapacità di dare sostanza ad un progetto politico e culturale alternativo ad Adesso.sm attraverso il quale misurarsi e sfidarsi sulle modalità risolutive dei problemi del nostro Paese, le forze di opposizione hanno intrapreso la strada dello scontro frontale: la svendita del sistema bancario agli avvoltoi della finanza, il colpo di stato, le accuse di presunte deviazioni verso una parte della Magistratura, sono solo alcune puntate di una telenovela in cui il regista ha ideato una trama con un unico finale possibile, peraltro politicamente del tutto legittimo: far saltare gambe all’aria il governo di Adesso.sm e tornare alle elezioni, magari dopo aver apportato un “piccolissimo” – consentitemi l’eufemismo – ritocco alla legge elettorale che consenta di realizzare il sogno della formazione del governo dell’inciucio tra Rete e il suo satellite democratico-cristiano”.

Poi Celli ha puntato il dito sul sistematico appoggio al “Re Nero” da parte delle forze di opposizione. “E’ un anno e mezzo che, non solo le forze di opposizione, ma anche qualche organo di informazione assai interessato e addirittura alcune componenti delle parti sociali hanno gridato allo scandalo per la vicenda Asset Banca. Probabilmente la procedura messa in atto da Banca Centrale presenta profili di irregolarità dal punto di vista formale, ma da qui a ipotizzare – come spesso accade – un omicidio di impresa o ancor peggio un esproprio di stato ce ne passa di acqua sotto i ponti. Si parla e talvolta si straparla di forma – ci sta – ma si evita accuratamente di entrare nel merito delle questioni, di esaminare la sostanza delle cose”.

Quindi ha riportato gli elementi di sostanza che hanno portato ai provvedimenti di rigore verso la banca. “L’audit sui presidi antiriciclaggio – effettuato dallo Studio Retter – perveniva a conclusioni di cui riporto testualmente alcuni stralci:

– “La valutazione dei rapporti continuativi e dei clienti selezionati ha evidenziato un rischio inerente riciclaggio e finanziamento al terrorismo potenzialmente elevato”;

– “…..è documentato un ingente ricorso al denaro contante, anche per importi rilevanti, che (pur non costituendo violazione della legge 92/2008) appare non coerente con le attività svolte dai clienti né giustificati da altre ragionevoli e/o comprovate motivazioni”;

– “…..i presidi in materia di antiriciclaggio ed antiterrorismo appaiono più formali che sostanziali”;

– “La banca, in conclusione, si è dimostrata aperta ad accogliere, senza sostanziali filtri o blocchi, una clientela con operatività oggettivamente rischiosa, e sebbene organizzativamente appaiano predisposti tutti i presidi normativamente previsti, essi non appaiono in concreto idonei a mitigare effettivamente il rischio di riciclaggio”.

E ancora: “L’assessment sul portafoglio crediti – predisposto da un team di tecnici guidati da Giambattista Duso e Tibor Szep – aveva dipinto un quadro della situazione, a dir poco a tinte fosche, di cui anche in questo caso riporto testualmente alcuni stralci.

Con riferimento alle sofferenze si diceva che “il valore complessivo della categoria analizzata è di 32.8 milioni milioni di euro per 358 posizioni, il fondo svalutazione è attestato a 10,3 milioni con copertura del 31%. Fra queste le sofferenze di importo superiore a 50 mila euro sono 124 per 28,5 milioni con copertura di 9,6 milioni pari al 34%, mentre quelle di importo superiore a 100 mila euro sono 73 per euro 24,8 milioni con copertura di 8,7 milioni pari al 35%.” Pertanto, “Già al momento dell’inizio dell’analisi la situazione pareva veramente anomala almeno in termini di coverage ratio, sapendo fra l’altro che questo prescindeva dall’attualizzazione e cioè dal tempo necessario per il recupero coattivo”.

Poi aggiunge Celli: “Questi documenti sono stati accompagnati da decine e decine di esempi e casi concreti a supporto delle analisi compiute e delle conclusioni cui sono giunti gli esperti incaricati. Questa non è la sede per entrare nello specifico di singole vicende ma sarebbe veramente interessante e credo istruttivo poter effettuare un approfondimento, in quanto ci permetterebbe di inquadrare plasticamente le, a dir poco discutibili, modalità di gestione di Asset Banca. Si dice di frequente che la forma è sostanza, ed in parte è anche vero, ma quando la sostanza è così chiaramente ed inequivocabilmente grave, ebbene si, ritengo che la forma diventi assai marginale. Segnalo infine un elemento rispetto al quale anche in questo caso in tanti sembrano soffrire di un’anomala amnesia: i circa complessivi 18 anni di condanna inflitti in primo grado al dott. Stefano Ercolani e alla dr.ssa Barbara Tabarrini, storici Presidente e Direttore Generale di Asset Banca, dal Tribunale di Forlì per la nota vicenda “Re Nero” che non credo abbia particolarmente giovato all’immagine e alla reputazione a livello internazionale della Repubblica di San Marino e ai rapporti di buon vicinato con l’Italia. Asset non era una banca da sottoporre a liquidazione coatta amministrativa? Al giudice d’appello l’ardua sentenza”, ha concluso il consigliere di Ssd.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy