Ciavatta contro la “politica che gioca a fare il dottore”. E difende la Bruschi
Nella relazione in Consiglio il Segretario alla sanità di fatto tira le orecchie alla sua maggioranza
La Sanità è stata ieri al centro della seduta pomeridiana del Consiglio. Tre temi su cui si èsviluppato il dibattito: le dimissioni del Direttore Generale Iss, Alessandra Bruschi, il Piano socio-sanitario e infine, il nuovo ospedale di Stato. In apertura gli interventi del Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta, e del Segretario di Stato per il Territorio, Stefano Canti. Il primo, in particolare, motiva le dimissioni del Dg Iss: “Ciò che è intervenuto, e che Bruschi ha segnalato in numerose occasioni negli ultimi mesi, mentre il sottoscritto le condivideva in Congresso – spiega il Sds Ciavatta – è la convinzione non ci fossero più condizioni di serenità, fiducia e univocità di intenti per portare a termine compiti assegnati”. In primis è “Colpa di una politica che gioca a fare il dottore e può dare credito ai peggiori informatori, magari già finiti in passato in richiami disciplinari, di dipen- denti, pochissimi ma deleteri, che non sanno sentirsi parte di una squadra che vince insieme tutta, oppure perde e va incontro al tracollo”. E più volte nel suo intervento il responsabile alla Sanità invita la politica a “rimanere fuori dalle questioni sanitarie”. Ha poi difeso l’operato della Bruschi: “La polemica spicciola sulla retribuzione di risultato 2020 è davvero disarmante: significa nel corso del 2020 gli obiettivi indicati ai membri del Ce sono stati raggiunti e hanno comportato risparmi di spesa corrente e ottimizzazione per diverse centinaia di migliaia di euro, in controtendenza rispetto ultimi 10 anni in cui spesa sanità era progressivamente aumentata”. Evidentemente il Sds Ciavatta dimentica però che la Bruschi ha preso servizio solo a maggio inoltrato, per cui non sono necessariamente ascrivibili solo ai sette mesi del suo operato i risparmi di spesa (…)
Articolo tratto da L’informazione
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