San Marino come l’Irlanda, distrutto dalla finanza, Giovanni Bucchi , Italia Oggi

San Marino come l’Irlanda, distrutto dalla finanza, Giovanni Bucchi , Italia Oggi

Italia Oggi

Per l’economista Zamagni va rifondata
l’economia del Titano

San
Marino come l’Irlanda, distrutto dalla finanza

Giovanni
Bucchi 

 «La
scelta di puntare esclusivamente sulla finanza è all’origine di tutti i
problemi che San Marino deve oggi affrontare». Stefano Zamagni, presidente
dell’Agenzia per il Terzo Settore, ha scelto una platea di manager e banchieri
del Titano per pronunciare queste parole durante il convegno «La dottrina
sociale e la crisi economica internazionale» tenutosi martedì e organizzato
dalla Fondazione internazionale Giovanni Paolo II, presieduta dal vescovo di San
Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri. Zamagni, docente all’Università di
Bologna, era chiamato a parlare della «Dottrina sociale nell’impatto con la
crisi economica mondiale», ma quando qualcuno dal pubblico gli ha fatto una
domanda sull’attuale crisi del Titano, ha affondato il colpo. «San Marino è un
caso interessante, che entrerà nei libri  di scuola, perché è il caso di un piccolo
Stato che per dare retta a qualche sirena, anche di natura teoretica, ha
distrutto la base reale della propria economia». Per esempli-ficare il suo
ragionamento, il professore rievoca la Repubblica che lui, riminese di nascita,
conosceva fino a trent’anni fa: «C’era un’agricoltura, ovviamente adeguata alle
dimensioni del territorio, un’attività artigianale e anche industriale. Ma
poi», attacca, «qualcuno ha pensato che si potesse diventare ricchi solo
attraverso la finanza e quindi San Marino si è de-industrializzata». Un po’
come accaduto, anche se «su scala più grande», in Spagna e in Irlanda, «che non
a caso oggi si trovano in difficoltà». Al di là della «guerra» dichiarata al
Titano dal ministro Giulio Tremonti (condita dalla scure di Bankitalia sugli
istituti di credito che intrattengono rapporti con quelli sammarinesi e dai
riflettori puntati della Guardia di finanza), la conseguenza di questa
«finanziarizzazione» dell’economia è la «distruzione della base industriale».
«Oggi a San Marino non c’è più tasso di imprenditorialità. Anche quella del
banchiere è un’attività imprenditoriale, ma a San Marino è praticamente rimasta
solo quella», ha sentenziato il docente. C’è però una strada per ripartire, che
consiste nel «tornare a fare impresa». Detta così sembra pura retorica, ma
Zamagni la specifica: «Il mondo bancario deve aiutare la nascita di nuove forme
imprenditoriali, senza dimenticare che la figura del banchiere storicamente è
nata proprio per sostenere l’intrapresa delle persone e dei gruppi. Spetta a
voi», ha detto rivolgendosi alla platea, «raccogliere i risparmi dei tanti e
incanalarli su scopi produttivi». La funzione degli istituti di credito
sammarinesi, è la conclusione del docente, è quella di «mettersi assieme, nelle
rispettive autonomie, per innescare un meccanismo di creazione endogena di
imprenditori, cosa che non è avvenuta negli ultimi decenni, quando San Marino
ha importato gli imprenditori da Rimini, da Pesaro e da altre realtà, ma appena
il vento è girato se ne sono andati via tutti».

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