San Marino. Condannato a 3 mesi di prigionia per una lite con il vicino di casa

San Marino. Condannato a 3 mesi di prigionia per una lite con il vicino di casa

Lite fra vicini di casa finisce in Tribunale, condanna a tre mesi

ANTONIO FABBRI – La vicenda entrata ieri in Aula è la più classica delle liti tra vicini. C’è uno dei due che porta fuori il cane in orario serale inoltrato, l’altro che sente il rumore quando si è già messo a letto, gli urla dalla finestra, scende le scale, i due si accapigliano nel giardino, ci scappa un pugno al torace e uno dei due finisce con una costola rotta. Scatta la denuncia e la più banale delle liti tra due vicini di casa, tra i quali non è mai corso buon sangue, finisce in tribunale. È quello che è accaduto il 15 maggio del 2017.

Ieri i fatti sono stati ricostruiti in aula. Versioni discordanti sulla genesi del diverbio: uno diceva che non facesse alcun rumore con il cane; l’altro sosteneva che giocava a tirargli una palla contro il muro e faceva quindi rumore; uno sosteneva di non avere fatto nessuna minaccia; l’altro che invece le minacce c’erano state, compresa quella di prendere una pistola e che sarebbero stati cacciati dall’appartamento in cui erano in affitto.

Al di là comunque, delle due diverse versioni, il fatto risultato certo e non contestato, come riscontrato anche dai verbali della gendarmeria e referti di pronto soccorso, era quello delle lesioni: la frattura di una costola e una prognosi di 15 giorni. Così, l’avvocato di parte civile, Stefania Podeschi ha chiesto che fosse pronunciata la penale responsabilità dell’imputato, la condanna al risarcimento del danno da liquidare in sede civile chiedendo una provvisionale di 5.000 euro e il pagamento dell’onorario di costituzione di parte civile. Il Procuratore del Fisco, Giorgia Ugolini, richiamando a sua volta il verbale di pronto soccorso, ha ritenuto il fatto provato, chiedendo la condanna a 3 mesi di prigionia più le spese di giustizia.

Di diverso avviso l’av- vocato difensore Antonio Masiello, che “non ritiene così pacifiche le conclusioni. Anzi vi fu provocazione e minaccia, tanto che la settimana successiva la famiglia fu costretta a lasciare l’appartamento, nonostante il contratto non fosse scaduto. Chiedo pertanto – ha concluso il legale – assoluzione per difetto dell’elemento oggettivo e soggettivo. Non ci fu volontarietà nelle lesioni che seguirono a una provocazione”. In subordine la richiesta di pena nel minimo con i benefici di legge.

Il giudice Adriano Saldarelli, ha condannato l’imputato a 3 mesi, concedendo la sospensione della pena. Condanna anche al risarcimento del danno da liquidare in sede civile e alla rifusione degli onorari.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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