San Marino. Consiglio giudiziario, la rabbia del comitato pro-referendum

San Marino. Consiglio giudiziario, la rabbia del comitato pro-referendum

“Legge qualificata ad personam, questo è un abuso di democrazia”

Il Comitato promotore del referendum ribadisce le proprie argomentazioni e replica alla maggioranza

Il Comitato promotore del referendum sulla legge qualificata che stravolgerà la composizione del Consiglio giudiziario plenario, interviene sulla decisione del Collegio garante che ha dichiarato il quesito ammissibile, confermando la validità delle proprie argomentazioni e, inoltre, rimandando al mittente le accuse della maggioranza di avere abusato, proponendo un referendum di un istituto di democrazia diretta. Maggioranza che, tra l’altro, quando era all’opposizione ha largamente abusato di strumenti di democrazia diretta, ricorsi, denunce, ricorsi di costituzionalità, in questo atteggiamento richiamata anche in più di una sentenza dello stesso Collegio garante. (…)

“Il Comitato promotore del referendum – si legge in una nota – pur rispettando la sentenza del Collegio dei Garanti, manifesta un certo stupore e rammarico per la pronuncia di non ammissibilità del quesito referendario. Le motivazioni addotte sono quelle secondo le quali il Consiglio giudiziario plenario non sia da considerare un organo o organismo dello Stato ricompreso fra quelli di cui all’art. 25 della legge qualificata 1/2013: non lo si ritiene, pertanto, un organo di un potere fondamentale dello Stato di cui alla Dichiarazione dei Diritti. A nostro avviso la legge in questione, invece, non riguarda e regola solo il Consiglio giudiziario plenario, ma riguarda e regola anche le prerogative dei giudici che ne fanno parte: oggetto della disciplina sono, quindi, anche i giudici per la terza istanza, i giudici di appello e i commissari della legge, che sono, senza ombra di dubbio, organi, organismi e poteri fondamentali dello Stato, di cui alla Dichiarazione dei Diritti. (…) Se un abuso della democrazia c’è stato, questo lo si trova nella legge qualificata 20 febbraio 2020 n. 1, voluta e approvata da questa maggioranza. Una legge che, con lo strumento della interpretazione autentica, ha introdotto norme retroattive che nulla hanno a che fare con il funzionamento della giustizia, ma sono un tentativo di raggiungere obiettivi ben precisi, quali dare qualche possibilità in più ad una certa parte per vincere una causa di un procedimento in corso (art. 1 della legge), con clamorosi conflitti di interesse fra i consiglieri che sono stati fra i più attivi difensori della legge stessa (e anche del Comitato contrario); ostacolare l’operato dell’attuale dirigente del Tribunale, proprio in un momento in cui si stava verificando un miglioramento e un aumento di operatività del Tribunale stesso; cercare di invalidare alcuni atti legittimi del Consiglio giudiziario plenario, quali, ad esempio, la nomina dello stesso dirigente o il concorso, e la conseguente nomina, dei nuovi giudici d’appello, probabilmente con l’intento di sostituirli con qualche altro soggetto già individuato; cambiare gli equilibri del Consiglio stesso, estromettendo non solo il dirigente, ma anche, per fare un esempio, il giudice Caprioli, titolare (coincidenza?) del processo di appello del Conto Mazzini (…)”. (…)

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino

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