San Marino. Consiglio Grande e Generale, 28 ottobre. Agenzia Dire

San Marino. Consiglio Grande e Generale, 28 ottobre. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 20-31 OTTOBRE

MARTEDI’ 28 OTTOBRE

I lavori consiliari odierni riprendono dai decreti delegati: ne vengono esaminati e ratificati ben 14, tra cui quello sulla sospensione dei mutui per la prima casa.Si inizia concludendo l’esame dell’articolato del n. 129 (Statuto della società “San Marino International Airport Spa”) che, dopo l’accoglimento di due emendamenti di Civico 10, agli articoli 14 e 19, viene ratificato.

L’Aula procede quindi a ratificare il Decreto delegato n.130 “Calendario Venatorio 2013-2014” e il n.133, “Caccia al cinghiale 2014 – 2015”, così come il n. 131 “Riscossione dei crediti vantati dallo Stato e dagli Enti Pubblici a titolo di rette, tariffe e canoni di concessione”.

Si apre un dibattito nel corso della presentazione del Decreto delegato n.132 “Provvedimenti fiscali diversi in materia di imposte sui prodotti petroliferi che viene poi ratificato dall’Aula”.

Passano poi la ratifica velocemente il decreto delegato il n. 136, “Nomina Avvocato d’ufficio”, il n.137 “Modifica prezzi di vendita di alcuni tipi di tabacchi; il n.144 Coniazione ufficiale e messa in circolazione di una moneta d’argento fior di conio ’25° Anniversario della caduta del Muro di Berlino”; il n. 145 “Ordinamento della professione di Perito Industriale e Statuto del Collegio dei Periti Industriali e Tecnici Laureati di primo livello della Repubblica di San Marino”; il n. 148 Modifiche all’Ordinamento Stradale; il n.149 “Reiterazione decreti delegati 95 e 97 del 2014”; il n. 150,“Reiterazione Decreto Delegato n.104”.

Si apre quindi un dibattito sul Decreto Delegato n.95 “Armonizzazione della Legge 23 luglio 2010 n. 130 e successive modifiche in relazione alla nuova normativa per l’esercizio delle attività economiche”, ratificato, e successivamente sul n.104 “Sospensione pagamento quote capitale mutui e finanziamenti per la prima casa”. Ratificato anche questo, si apre il dibattito sul decreto  delegato n.134 “Certificazione dei ricavi degli operatori economici in via telematica” su cui si interrompe le seduta. I lavori consiliari riprenderanno giovedì 30 ottobre alle 13.

Di seguito un estratto dei lavori odierni.

Decreto Delegato 11 agosto 2014 n.132 – Provvedimenti fiscali diversi in materia di imposte sui prodotti petroliferi

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Il decreto va a razionalizzare una norma passata sulla riscossione di imposte speciali sui prodotti petroliferi, sono messi in evidenza accorgimenti per la riscossione, come garanzie da parte degli esercenti. Ci sono alcuni emendamenti del governo al decreto, volti a per ridurre la tempistica della fidejussone, i costi della stessa. Gli emendamenti rispondono alle esigenze scaturite anche dal confronto con gli operatori dei settori. Si prevede tra l’altro il rilascio di un nullaosta, l’introduzione di una facoltà per l’operatore che non vuole presentare fidejussone, dovrà poi provvedere al pagamento imposte entro 4 giorni, etc.”

Elena Tonnini, Rete: “Nonostante il fatto che siamo in piena crisi economica e il Pil veda un calo importante, non si è d’altra parte registrata una diminuzione di pari livello dei consumi, incluso l’approvvigionamento dell’energia. Il Paese continua a spendere al di sopra delle sue possibilità. Le risposte vanno in parte in questo decreto, in cui si stabilisce che ci sono operatori con requisiti di deposito e fidejussone, richiesti solo ad attività che importano questi prodotti, mentre ci sono però operatori economici che importano il gas e non sono soggetti a fidejussone. Si creano così le basi per una concorrenza sleale. C’è ad esempio una cartiera che importa gas senza pagare alcuna imposta. Se giustamente si va a chiedere una fidejussone, credo debba essere stabilito a 360 gradi. La stessa ditta, ci risulta da una risposta ad un’interpellanza, è inadempiente rispetto agli obblighi sulle acque reflue. Con alcune aziende si usa il pugno di ferro per chiedere garanzie dei pagamenti, ad altri non solo non si richiedono garanzie, ma si evita di fare norme previste per stabilire equità ed evitare concorrenza sleale e si permette mancato rispetto delle norme”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ci troveremo tra i decreti da ratificare, anche quello sul fondo straordinario di solidarietà, quello sul congelamento dei mutui, decreti giusti per il momento cogente, è un comma pieno di dicotomie”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Questo Paese utilizza, come in Italia, per il trasporto merci e persone, unicamente quello su strada. Fuori di qui, per agevolare l’abbattimento dei costi ci sono abbattimenti fiscali sull’Iva e accise. Il che porta ad un abbattimento dei costi importanti che può dare competitività all’impresa. San Marino non ha questi strumenti, ha deciso di intervenire sul prezzo del costo del gasolio, da un lato rinuncia a un introito, dall’altro agisce per favorire competitività al settore. Si doveva scegliere un parametro, non è pensabile mettere tutte le aziende allo stesso livello con uguali parametri occupazionali. Il trasporto merci non era più competitivo senza interventi su accise e costo carburanti”.

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “E’ un decreto prettamente tecnico che agisce sull’abbattimento fiscale. Si parla di garanzie per rivenditori di prodotti energetici. In riferimento ad altri prodotti energetici, si è fatto riferimento a un soggetto che importa gas, dico che è stato emanato un decreto sul vettoriamento in cui è stabilita una tariffa che garantisca all’Aass lo stesso introito di quando riforniva il soggetto di gas, per lo Stato non ci sono penalizzazioni. Il soggetto, andando sul mercato, ha un potere contrattuale diverso e spunta tariffe migliori, a questo punto allo Stato paga solo il vettoriamento e non è soggetto ad accise”.

Ratifica Decreto Delegato 26 giugno 2014 n.95 – Armonizzazione della Legge 23 luglio 2010 n. 130 e successive modifiche in relazione alla nuova normativa per l’esercizio delle attività economiche

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria : “La norma tende ad armonizzare la Legge 130 del 2010, la legge sul commercio, in seguito all’approvazione della legge sulle licenze. Il motivo è semplice: la legge sulle licenze diventa la legge madre e gli altri provvedimenti vengono armonizzati. Abbiamo introdotto il principio delle 5 sedi per evitare di obbligare gli operatori che hanno un progetto commerciale importante di essere costretti ad aprire più società. Lo snellimento delle procedure con questa integrazione diventa completa per quanto riguarda la legge sul commercio. Stiamo riscrivendo la legge sul commercio: uno dei prossimi confronti sarà sul nuovo testo della Legge sul commercio”.

Elena Tonnini, Rete: “Forse sarebbe stato meglio fare un Testo Unico. Ora abbiamo la Legge 130 del 2010, la Legge 40 del 2014, più questo decreto: sarebbe stato meglio un Testo Unico per realizzare una effettiva semplificazione normativa. Mi chiedo poi a che punto è e se avuto un rinnovo annuale il Piano di valorizzazione del commercio? Ha avuto oppure no questo rinnovo annuale?”

Andrea Zafferani, C10: “Mi associo pienamente a quanto ha detto la collega Tonnini. Meglio un Testo Unico alla luce delle modifiche avvenute in questi anni tra decreti, finanziarie e leggi sulle licenze. Mi sembra di capire che poi per le attività in centro storico valga una sorta di Statuto speciale. Noi pensiamo che, anche per le attività del centro, debba valere quello che abbiamo deciso per il resto del mondo. Prima o poi anche per il centro storico, a livello di specializzazione dei settori di attività, dovrà valere quanto disposto per il resto del Paese”.

Marco Arzilli, segretario di Stato, replica: “Obiettivo è quello di arrivare a una Legge sul commercio nel più breve tempo possibile. L’esigenza di fare il decreto è dovuta al fatto che non potevamo lasciare il commercio senza un’armonizzazione normativa. Poi ci sarà legge specifica su Commercio e Artigianato”.

Decreto Delegato 4 luglio 2014 n.104 – Sospensione pagamento quote capitale mutui e finanziamenti per la prima casa

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “La crisi economica, ha compromesso per molti la possibilità di acquisto della propria abitazione, l’articolo 59 della legge finanziaria del 2013 ha previsto la delega per un decreto sui termini e le condizioni di sospensione di pagamento per le quote capitale di mutui e finanziamenti per la prima casa per un certo periodo, successivamente è stato siglato accordo tra banche e associazioni consumatori. Il presente decreto consente di sostenere anche i nuclei familiari legati a situazione di mobilità e liberi professionisti in difficioltà per sospendere per 12 mesi mutui e finanziamenti per la prima casa”.  

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Vi sono decreti e decreti, questo, seppure con qualche modifica che chiederemo di apportare, è uno di quei decreti che tornano in ballo per tutelare quella fascia di popolazione che, a causa della perdita di lavoro, non riesce a sostenere un investimento per la prima casa. Questo decreto va incontro a chi sta pagando più di altro in questo momento. Ritengo siano questi i decreti necessari”.  

Tony Margiotta, Su: “Intervengo per sostenere questo decreto in favore di famiglie in difficoltà. La casa è un patrimonio che la famiglia deve avere, la crisi ha messo in difficoltà tantissime famiglie per il pagamento dei mutui. E’ importante avere la possibilità di andare a verificare se i liberi professionisti si trovano nella condizione di sospendere pagamento prima casa”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “E’ uno strumento molto importante da mettere in campo, oggi il legislatore dà uno strumento in più per la tutela della famiglia in momento di difficoltà. Penso in particolare ai giovani che non arrivano alla fine del mese, oggi togliere la quota di mutuo per molti significa arrivare a fine mese. Ringrazio la segreteria di Stato per il Lavoro per questo progetto e osservo le proposte intelligenti di Rete, come l’emendamento aggiuntivo all’articolo 4 per far sì che istituti di credito pubblicizzino di più questo strumento. Sottolineo altri miglioramenti, rispetto agli emendamenti del governi, quello legato alla possibilità di chiedere moratoria a chi ha licenza individuale o libero professionista in difficoltà”.

Andrea Zafferani, C10: “Questo è un buon decreto, dà risposte a un problema serio. Bene l’aggiunta di licenze individuali e liberi professionisti che possono vivere situazione complesse, anche se si dà alla banca una discrezione enorme sulla valutazione di concedere la sospensione. Pur nell’analisi favorevole del del decreto, sottolineo aspetti che avremmo regolato diversamente. E salta all’occhio che lo strumento si può usare una volta sola. Mi chiedo, visto che la disoccupazione è un fenomeno ricorrente, non sarebbe meglio dire che è un periodo massimo di 12 mesi, ma che può essere usato anche in maniera discontinua? Il decreto considera poco le situazioni familiari, si parla di riduzione di orario, ma un lavoratore che acceda a un contratto di solidarietà, con riduzione di orario minimo e che per tutta una serie di condizioni di contorno è in grado di saldare il mutuo, non può essere messo al pari di chi non ce la fa. Torniamo al discorso della rilevazione necessaria dell’Isee. Forse si potrebbe fare qualcosa in più, ma il decreto è importante”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato, replica: “Condivido gli emendamenti di Rete ma non possono essere assunti. Dal momento che ho iniziato a lavorare al decreto, pensavo di poter costruire un percorso di moratoria di almeno 24 mesi, come termine ragionevole per poter dare una boccata d’ossigeno, ma mi sono scontrato con le regole del mondo bancario e Banca centrale per cui la decadenza del mutuo avviene entro 24 mesi. E’ questo l’elemento ostativo al prolungamento moratoria. Quello che è scritto nel decreto è quello che era possibile”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Non accetto che, per salvaguardare gli equilibri, le banche non consentano una proroga. Segretario, inviti anche noi al tavolo con Abs e Banca centrale, sbatteremo noi i pugni. Sono infatti loro che devono farsi un esame di coscienza, gli equilibri sono loro che li hanno rovinati. Ci sarà ancora sicuramente esigenza di prorogare questo decreto e loro parlano di difesa di un paventato equilibrio che non esiste. Bisogna tutelare le fasce deboli, non le banche”.

Luca Beccari, Pdcs: “Se volete si può aprire una riflessione, 12 mesi, 18, piuttosto che 24 di moratoria, quanto può essere che mini l’equilibrio di una banca? Fatto questo decreto, si proceda a un censimento di chi ne fa richiesta e tra 6-8 mesi si può fare una riflessionr per capirne la portata e riaprire il confronto tra associazione di consumatori e Abs, che è alla base del decreto, per vedere se si può estendere la moratoria. Questo è l’approccio più corretto”.

Andrea Zafferani, C10: “La politica deve ascoltare tutti, ma poi deve prendere le decisioni. Problemi operativi ci sono sempre, missione della politica è risolverli. Questioni tecniche e di parte non devono impedire alla politica di prendere decisioni necessarie per i cittadini”.

Gian Matteo Zeppa, Rete,  replica: “Ognuno in questo Paese deve prendersi le responsabilità di quello che ha cagionato. I salvataggi delle banche sono stati fatti per salvaguardare l’equilibrio della banca e i conti dei correntisti. Se la banca vuole salvaguardare l’equilibrio, non lo si fa aiutando i correntisti che non hanno più reddito? Ognuno faccia la sua parte, maggiormente Abs e Bcsm”.

Decreto  delegato n.134 “Certificazione dei ricavi degli operatori economici in via telematica”

Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Il Decreto delegato per la certificazione dei ricavi in via telematica deriva dalla riforma tributaria, dove viene stabilito l’utilizzo di strumenti elettronici per la certificazione dei ricavi. E si fa riferimento particolare alla Smac. Il governo ci punta molto. Ha potenzialità di sviluppo sicure per avere anche i dati on line degli operatori economici e per avere informazione circa l’emersione dei redditi derivanti da attività di impresa e lavoro autonomo. Contiamo molto su questo decreto per l’emersione dei redditi”.

Simone Celli, Ps: “Il Partito Socialista ha da sempre sostenuto la necessità di implementare la San Marino card. Uno strumento nato con l’obiettivo di incentivare i consumi ora assume anche finalità di carattere fiscale: evoluzione sulla quale il Ps non ha posizioni contrarie di carattere ideologico ma è argomento sul quale abbiamo espresso riserve e criticità. Questo strumento ha potenzialità enormi per lo stimolo dei consumi interni e non vorremmo che assumesse altre finalità. Crediamo fortemente in questo strumento”.

Andrea Zafferani, C10: “A nostro avviso il Governo avrebbe dovuto proporre una Smac card obbligatoria per tutti gli operatori. Per trovare uno strumento e dare corpo alla contrapposizione degli interessi. A fronte di un obbligo per gli operatori occorreva ridurre a zero i costi a loro carico (Pos gratuiti, commissioni su uso Smac Card per le ricariche a carico dello Stato e nessun obbligo di scontistica). Sarebbe servita una gestione pubblica della partita Smac e inoltre si sarebbe dovuto prevedere la deducibilità percentuale di tutte le spese fatte nel territorio della Repubblica. Solo permettendo ciò si poteva dare corpo al principio della contrapposizione degli interessi, da gennaio a dicembre, per tutte le transizioni che si effettuano in Repubblica. Si trattava di una scelta coraggiosa da fare sin da subito: 1) stabilire l’obbligo di accettare la Smac Card per gli operatori 2) azzerare  i costi per operatori 3) permettere agli utilizzatori della Smac Card di dedurre le spese senza limiti. A un anno dalla riforma non è possibile stare ancora a parlare delle problematiche tecniche, a dover rinviare ancora l’introduzione dell’obbligatorietà”.

Marco Podeschi, Upr: “Abbiamo presentato una serie di emendamenti su questo decreto delegato. C’è però un’osservazione preliminare che va fatta. L’uscita di questo decreto ha creato danni per le attività commerciali: si è creato scompiglio nelle attività sammarinesi. Nei supermercati e nei punti vendita si passava da un sistema non regolamentato a un regime che prevedeva regole, ma non il supporto tecnico per gestire la vicenda. E’ inutile che facciate le leggi senza avere la soluzione tecnica pronta. La Smac card è nata come strumento di marketing territoriale, non come controllo fiscale. Noi proponiamo una serie di strumenti per introdurre il limite minimo. Mettere una serie di burocrazia di tipo “italiano” non porta bene: l’Italia ha lo scontrino da anni, ma è il secondo Paese per evasione fiscale. Noi decidiamo di rincorrere l’Italia utilizzando la Smac in modo improprio. Faccio appello al buon senso del Governo. San Marino è un paese di 64 chilometri quadrati: copiare male l’Italia non porta bene”.

Luca Beccari, Pdcs: “Rispetto a considerazioni dell’opposizione ci sono due piani distinti: la certificazione dei ricavi è un punto nodale della riforma tributaria, che non è in discussione anzi è un pilastro. Altro problema è lo strumento per arrivare alla certificazione dei ricavi. L’abbiamo sempre detto: 1) vogliamo l’emersione dei redditi 2) volevamo mantenere un incentivo per acquistare in territorio 3) avere uno strumento per permettere ai sammarinesi di diventare più flessibili nella loro fiscalità e poter godere delle deduzioni per abbattere il proprio carico fiscale. Dal primo gennaio 2015 la certificazione dei ricavi diventa obbligatoria. Con questo decreto ribadiamo la volontà di certificare i ricavi con lo strumento della Smac Card”.

Paride Andreoli, Ps: “L’attuale Governo vuole far sì che la Smac possa divenire uno strumento fiscale. E’ uno strumento che oggi può rappresentare pienamente un ulteriore strumento elettronico utile ai fruitori e agli esercenti. Per questo siamo ben consapevoli della sua importanza. Ritengo che dal primo gennaio 2015, divenendo anche uno strumento fiscale, ancora più confusione e attenzione andrà a generare. E’ chiaro che rappresenta non più solo una corsa alla scontistica e ad acquistare a San Marino. E’ diventata una corsa alla deducibilità nel momento in cui ogni cittadino presenta la denuncia dei redditi. Con ciò rappresenta una triplice utilità. Rappresenta anche uno strumento esclusivo di certificazione dei ricavi che diverrà obbligatorio il primo gennaio 2015. Secondo il mio modesto parere, bisognava però prima di tutto perfezionarlo sul fronte della scontistica sia come fruitori che come esercenti. Abbiamo solo 500 esercenti a cui possiamo fare riferimento. Ci deve essere una giustizia fiscale che probabilmente con questo meccanismo non c’è: i dipendenti pubblici avranno un trattamento, i dipendenti privati ne avranno un altro”.

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