San Marino. Consiglio Grande e Generale, 31 ottobre. Agenzia Dire

San Marino. Consiglio Grande e Generale, 31 ottobre. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 20-31 OTTOBRE

                                                        VENERDI’ 31 OTTOBRE

Nella prima parte dei lavori dell’ultima giornata di Consiglio grande e generale si conclude il comma 9 dedicato alla ratifica dei decreti delegati, con l’esame e l’accoglimento dei 13 provvedimenti rimasti all’ordine del giorno.

La seduta riprende dal dibattito e dall’esame del decreto  delegato n.154, “Disciplina e funzionamento del fondo straordinario di solidarietà” in cui sono accolti due emendamenti di Sinistra unita. Le proposte modificative riguardano l’aggiunta delle Giunte di Castello fra gli organi che collaborano con il comitato gestore del Fondo e tra i soggetti cui è possibile presentare le domande di accesso.

Dopo un breve dibattito, l’Aula ratifica anche il decreto delegato n.155 “Proventi derivanti da servizi per l’innovazione tecnologica e attività Parco Scientifico e Tecnologico”, in cui è accolto l’emendamento di Rete all’articolo 2, volto ad alzare la tariffa mensile al quarto anno di insediamento nell’incubatore di impresa per le start up.

Segue la rapida ratifica di una serie di decreti delegati: n. 156 relativo all’emissione di quattro serie di francobolli;il n. 157  Modifiche all’Ordinamento Stradale, n.158 ,  n.159 e 160 sull’emissione di monete celebrative; n.161, per l’adozione del modello di scheda unica per le elezioni dei Capitani di Castello e delle Giunte di Castello.

Nel corso dell’esame del decreto delegato n.162 “Edizione 2014/2015 del Corso di Formazione abilitante all’insegnamento nella Scuola Media Inferiore e nella Scuola Secondaria Superiore, all’insegnamento della Lingua Inglese nella Scuola Elementare e dell’Educazione Fisica nelle scuole di ogni ordine e grado”, viene accolto un emendamento modificativo all’articolo 3 dei gruppi di maggioranza per introdurre un numero minimo di 30 iscritti, in modo che i corsi siano autofinanziati. Quindi si procede all’accoglimento degli ultimi decreti delegati: il  n. 163, per la reiterazione dei decreti 106, 107 e 108 del 2014; il n.106, Modifiche all’ordinamento stradale approvato con Legge 26 settembre 1980 n. 74; il n.107 per la coniazione di una moneta da 2 euro commemorativa, infine il n.108 – Messa in vendita di nuovi di nuovi tipi di tabacchi.

Il Consiglio grande e generale procede alla ratifica di quattro accordi di politica estera:“Ratifica degli emendamenti allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale sulle aggressioni, adottati a Kampala, Uganda, l’11 giugno 2011”; “Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Repubblica Bolivariana del Venezuela per lo stabilimento delle relazioni diplomatiche”; “Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Confederazione Svizzera sullo scambio di informazioni in materia fiscale, firmato a Roma il 16 maggio 2014”; “Accordo tra il Governo della Repubblica di San Marino e il Governo della Repubblica di Singapore per evitare le doppie imposizioni e prevenire l’evasione fiscale in materia di imposte sul reddito, con relativo Protocollo”.

I consiglieri affrontano quindi una serie di progetti di legge: al primo, “Modifiche all’Articolo 5 della Legge Qualificata 30 ottobre 2003 n.145 – Disposizioni sull’Ordinamento Giudiziario” i consiglieri inciampano sulla richiesta della procedura d’urgenza: con soli 34 voti a favore, tanti quanti i presenti in Aula, non è raggiunta la maggioranza qualificata.

I capigruppo concordano sulla volontà di procedere comunque all’esame dell’articolato, dato l’impegno preso in ufficio di presidenza, e viene accolta la proposta di Luigi Mazza, Pdcs, di mettere ai voti un comma aggiuntivo all’ordine del giorno, l’11 bis, a questo scopo, senza che si creino forzature al regolamento. Si procede quindi all’esame dell’articolato e all’accoglimento del progetto di legge con 42 voti a favore e 2 contrari.

Vengono infine presentati tre progetti di legge in prima lettura: “Istituzione e Disciplina dell’Amministrazione di Sostegno” “Disposizioni in materia di cose ritrovate”, infine “Legge-quadro per l’assistenza, l’inclusione sociale e i diritti delle persone con disabilità”.

In chiusura di seduta, interviene il segretario di Stato Iro Belluzzi per spiegare i termini dell’accordo raggiunto con i capigruppo sull’esame della riforma per l’editoria: nella prossima sessione consiliare sarà inserito all’inizio dei lavori, per permettere il migliore approfondimento possibile sul provvedimento che oggi, per limiti di tempo, non è possibile affrontare.    

Di seguito un estratto dei lavori odierni.

Decreto delegato n. 154. Disciplina e funzionamento del Fondo straordinario di solidarietà

Luca Santolini, C10: “Abbiamo proposto il reddito di cittadinanza. Chi come me crede che uno Stato come San Marino debba garantire come diritto ai suoi cittadini un reddito minimo di sussistenza, non può accettare l’impostazione che viene data a questo Fondo di Solidarietà. E’ un’impostazione che non riconosce un diritto ma lascia il campo a incertezze. Non credo che lo Stato debba occuparsi di questa materia, che debba fare la carità. Ecco perché penso di astenermi. Non condivido la filosofia che sta dietro a questo decreto”.

Tony Margiotta, Su: “Molte famiglie sammarinesi chiedono aiuto ai propri parenti. Molte famiglie chiedono aiuto sotto silenzio. Prima si diceva che facevano fatica a arrivare a fine del mese adesso faticano ad arrivare alla fine della giornata. Lo Stato deve farsi carico delle difficoltà di queste persone. La politica sammarinese doveva adoperarsi tramite un Fondo di Solidarietà per poter garantire a queste persone la possibilità di poter andare avanti in maniera dignitosa. Credo che questo Fondo sia un punto di partenza. Si devono però cercare aiuti anche esterni perché in questo momento storico ognuno deve fare la sua parte: politica, privati e sistema bancario”.

Luca Beccari, Pdcs: “Di fronte a certi temi noi dobbiamo cercare di dare risposte unitarie. Noi, da una parte, abbiamo un sistema di ammortizzatori sociali mentre, dall’altra, dobbiamo affrontare l’emergenza immediata. Occorre sostenere le famiglie nell’acquisto di beni di prima necessità. Questo tipo di valutazione tiene conto di tutta una serie di considerazioni che vengono fuori da indicazioni delle associazioni dei lavoratori, da quelle di volontariato. C’è parte della popolazione che non riesce a far fronte a bisogni primari. Per aiutare queste persone occorre dare risposte immediate. Questo Fondo straordinario di solidarietà ha la finalità di far fronte a questo tipo di esigenze. Serve una revisione profonda del sistema degli ammortizzatori sociali valutando il sistema nel suo complesso. A volte ci sono ammortizzatori usati male. Penso alle persone che usano la mobilità per farsi un anno sabbatico oppure a quelle che godono degli assegni famigliari pur non avendone bisogno. Legittimo pensare che questo provvedimento possa essere integrato meglio, ma non si tratta di intervento strutturato. Lo sappiamo bene. Noi dobbiamo dare risposte alle famiglie in emergenza. Ecco perché parliamo di Fondo Straordinario”.

Francesca Michelotti, Su: “E’ un decreto molto equilibrato. Mi sento di condividere però la posizione del consigliere Santolini, ovvero che lo Stato non deve fare la carità. Lo Stato, attraverso l’adozione di politiche sociali di sostegno alle famiglie non abbienti, deve mettere le persone nelle condizioni di non ricorrere alla richiesta di carità pubblica. Allo stesso tempo mi ricordo della gravità della situazione odierna e delle difficoltà economiche della popolazione. Proporrei di migliorare questo decreto facendo sì che i due componenti impegnati nel sociale, membri della commissione, vengano scelti dalla Consulta delle Associazioni o dalla Consulta dei Capitani di Castello. Verrebbero così tolti i sospetti sulla possibile strumentalizzazione di una materia delicatissima. Occorre poi coinvolgere le Giunte di Castello dando loro la possibilità di esprimersi su un terreno che è propriamente loro”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Sottoscrivo quanto detto dal consigliere Beccari. Vorrei integrare con un apporto anche più duro. La politica purtroppo troppo spesso perde il tempo a discutere di chi fa una cosa, di quali sono i ruoli che devono essere coinvolti, ritardando l’entrata in vigore di uno strumento che dovrebbe aiutare le famiglie ad affrontare le loro problematiche. E’ possibile che ogni volta che si crea uno strumento, nasca la discussione su chi lo gestisce? Ci preoccupiamo soprattutto di quello. A mio parere è un approccio sbagliato. Una volta fatto il decreto. il governo doveva partire subito con gli adempimenti previsti. Spero che, nonostante le cose che si possono migliorare in questo decreto, si possa giungere alla sua approvazione con celerità affinché con immediatezza questo strumento possa vedere la sua applicazione”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Su queste tematiche non credo si debba entrare in polemica. Però ricordo come si siano focalizzate le attenzioni in passato nella salvaguardia di alcuni istituti bancari. Ribadisco il rammarico per il fatto che la politica non ha pensato prima a queste problematiche. Serviva prevedere una legge che potesse integrare quelle già esistenti. Ho dei dubbi in alcuni aspetti tecnici del decreto. Ad esempio, sull’articolo 6 quando parliamo dei requisiti che devono avere coloro che possono beneficiare di questo decreto. Ci sono una serie di casistiche che a mio avviso andrebbero valutate meglio. Auspico un lavoro importante sull’accertamento dei redditi per non ammettere a beneficiare del decreto coloro che fanno i furbi. Esprimo rammarico per una politica miope che 4/5 anni fa non ha previsto questa situazione e non è intervenuta allora con un provvedimento in prospettiva piuttosto che intervenire ora con un provvedimento d’emergenza”.

Franco Santi, C10: “Stiamo ragionando su come affrontare l’emergenza. Ma c’è un grande ritardo del governo su queste tematiche che ci portiamo dietro da anni. C’è un credito sociale che ha le stesse finalità e che ha un’esperienza importante sul territorio, dunque, vedo come macchinosa l’introduzione di un percorso parallelo. Meglio allora sarebbe stato incrementare il primo strumento. Ma ormai la strada è scelta e non voglio fomentare polemiche sterili. Il nostro Paese doveva affrontare questo problema già due anni fa, mentre ci ritroviamo ora a dare una risposta straordinaria e provvisoria. C’è il rammarico per avere perso tanto tempo”.

Denise Bronzetti, Indipendente: “C’è una situazione di emergenza in questo paese. Il rammarico è che uno strumento come questo arriva purtroppo in momento di crisi ben più che conclamata. Ma intanto arriva e mi auguro possa già servire per correggere quelle situazioni un po’ al limite. Dobbiamo sapere che, nonostante a suo tempo si fece uno sforzo per andare incontro a situazioni di difficoltà, il credito agevolato è finito qualche volta nelle mani di chi non ne aveva bisogno. Io mi auguro che ora le verifiche siano migliori. E oggi, nonostante una procedura macchinosa, l’auspicio è che sia possibile evitare lungaggini ed evitare di creare disagi a persone che hanno già altro a cui pensare. Le persone preposte alla valutazione dei requisiti delle persone che richiedono di accedere al beneficio lo facciano nella più assoluta trasparenza”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Con questo strumento arriviamo in ritardo, ma non tanto rispetto alle esigenze della gente. E’ uno strumento che affronta l’emergenza insieme al credito sociale nonostante i limiti che ha mostrato in questi anni: è uno strumento in aggiunta. Sono d’accordo che accada quello che ha detto il consigliere Michelotti, ovvero che le persone scelte per farsi carico di questo impegno abbiano un’etica superiore e siano in grado di fare rete con tutte le strutture e tutte le realtà che già fanno assistenza. Vorrei sottolineare un pericolo che spero non si manifesti: il nostro Stato tende ad inserirsi in ambiti occupati dall’azione dei privati. Lo Stato si faccia carico delle situazioni di difficoltà, ma in maniera sussidiaria rispetto al privato”.

Vladimiro Selva, Psd: “Finalmente andiamo alla ratifica di questo strumento. Siamo capaci di fare anche le cose e non solo di dirle. Condivido le parole di Beccari quando parlo di uno strumento straordinario che ha la necessità di intervenire con tempistica d’urgenza. E’ uno strumento messo in campo utile e necessario e può dare una risposta tempestiva. Siamo contenti di poter ratificare questo decreto perché crediamo che la dignità di tutte le persone che appartengono alla nostra comunità debba essere salvaguardata. La dignità non si tutela solo con la concessione di un contributo economico, ma si garantisce anche con il riconoscimento di una professione. Per il futuro dovremo aggiornare gli strumenti in campo. Nel frattempo è giusto dare risposte a situazioni particolarmente gravi”.

Andrea Zafferani, C 10: “La nostra proposta di reddito di cittadinanza andava a risolvere il problema in maniera molto più strutturale. Tra l’altro, quella proposta prevede obblighi di formazione e di ricollocamento da parte di disoccupati che ne avrebbero usufruito. Questo per rispondere a chi diceva che con quel genere di sussidio il disoccupato non si sarebbe più messo in campo. Le differenze con il credito sociale sono minime. Tra queste: la tempestività (la commissione può riunirsi in 7 giorni per dare risposte a chi chiede di accedere al Fondo), verifica dei patrimoni intestati grazie il Fondo (con il credito sociale non è previsto) e infine la possibilità di erogare contributi per l’acquisto di beni di prima necessità (il credito sociale prevede contributi per il pagamento delle tasse). In ogni caso ribadisco: non ci sono soldi per questo strumento. Tutto quello che è previsto nell’assestamento di bilancio a dire bene non supererà i 300 mila euro all’anno. Considerando che abbiamo 1.300 disoccupati senza reddito e più di 300 domande all’anno per il certificato di credito sociale. Parliamo di contributi erogabili dal Fondo di Solidarietà tra i 250 euro e i 1.000 euro all’anno. Ditemi se questo è welfare o solo carità?”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato al Lavoro: “Comprendo che il sospetto che si possa agire secondo logica di parte possa essere presente. Però amareggia. In un comunità piccola come la nostra non possiamo dimenticare nessuno e l’intento di questo provvedimento è proprio quello di poter creare uno strumento agevole e snello per dare risposte a determinate fasce della popolazione. In momenti di difficoltà come questo, tutta la comunità dovrebbe unirsi per creare strumenti per superare la crisi e per restituire dignità alle persone. Ecco perché abbiamo deciso di affidarci a persone che operano nel volontariato. Le persone individuate opereranno al meglio, ma per garantire l’amministrazione ci sarà la commissione di verifica della finanza pubblica. Noi finalizziamo le risorse per chi ne ha davvero bisogno. Io non voglio prendermi il merito di un provvedimento che stiamo portando all’Aula. La richiesta del Fondo straordinario parte dal documento della Csu presentato a giugno 2013. E’ passato parecchio tempo ma l’importante è essere arrivati a centrare il risultato”.

Decreto delegato 30 settembre 2014 n.155 – Proventi derivanti da servizi per l’innovazione tecnologica e attività Parco Scientifico e Tecnologico

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Il decreto è conseguente alla creazione dell’incubatore di impresa. Sono definiti i proventi dettati dal contratto di insediamento o associazione all’incubatore attraverso una tassa mensile. Chi è all’interno dell’incubatore usufruisce servizi (fornitura internet, ambienti, abbattimenti importanti dei costi per un’azienda Start up, da 150 a 550 euro al mese in base al numero di postazioni), la tassa è prevista per 4 anni con costi annuali crescenti”.

Luca Santolini, C10: “Mettere dal primo anno, proprio quando la start up deve partire, servizi a pagamento, anche se a canoni bassi, mentre la maggior parte degli incubatori li fornisce gratuitamente, mi sembra che limiti l’attrattività del nostro incubatore per le start up. Non condivido di mettere a pagamento per i primi anni i servizi erogati. Meglio cercare un’alternativa, andando incontro agli emendamenti di Rete, come prevedere erogazione per i primi anni l’adesione gratuita e aumentare gli importi richiesti al terzo e quarto anno. Poi sul procacciamento dei fondi, chiedo se ci sono problemi legati al fatto che i fondi italiani non possono venire a fare investimenti ad alto rischio a San Marino”.

Matteo Zeppa, Rete: “E’ interessante questo decreto. Sono convinto che tra coloro che vengono a fare impresa San Marino bisogna sostenere studenti che hanno idee, ma non risorse economiche per creare un’azienda. Quello che non condivido: nella mia concezione, mi vanno bene 4 anni per concedere vantaggi e sgravi, però si sta parlando di star up e non devono impiegare 4 anni per partire”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria, replica: “Ringrazio per l’attenzione a questo progetto importante, è vero che alcuni incubatori danno servizi gratuiti nella fase iniziale, ma altri no. L’introduzione di una tassazione minima è legata al fatto che le start up sono imprese e non possono partire subito con un’idea di assistenzialismo, è una scelta dettata da best practice.  C’è un discorso aperto con il sistema bancario finanziario sulla creazione di un fondo ad hoc, stanno ragionando e avremo presto degli incontri, un fondo che possa essere legato all’incubatore. In una fase successiva, una volta avuta la firma del Ministro italiano per lo sviluppo economico, il gruppo di lavoro Italia-San Marino si occuperà di generare percorso e tessuto non solo a fondi italiani che investono pochissimi, creare condizioni perché si avvii un meccanismo virtuoso”.

Progetto di legge “Modifiche all’Articolo 5 della Legge Qualificata 30 ottobre 2003 n.145 – Disposizioni sull’Ordinamento Giudiziario. Il provvedimento non ha ottenuto la maggioranza per la discussione con urgenza (34 favorevoli non bastano per la maggioranza qualificata richiesta), ma viene accordato l’inserimento in Aula di un comma aggiuntivo per il suo esame in seconda lettura. Viene infine approvato con 42 favorevoli, 2 contrari.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari Interni con delega alla Giustizia, dà lettura della relazione: “In ossequio a quanto previsto con l’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 12 settembre 2014, con cui si dava mandato al Governo di avviare l’iter legislativo, con procedura d’urgenza , per Ia modifica della Legge Qualificata 30 Ottobre 2003 n. 145 (Disposizioni sull’Ordinamento Giudiziario), al fine di ampliare i requisiti di ammissione al bando per Uditori, consentendo la possibilità di accesso anche ai Laureati in Giurisprudenza che non abbiano sostenuto l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione forense, è stato elaborato Il presente Progetto di Legge Qualificata. Come noto, l’ufficio di Uditore Commissariale trova concreta giustificazione essenzialmente in due argomentazioni: A) nella necessità di coadiuvare il Commissario della Legge attraverso lo svolgimento di singole funzioni istruttorie in materia civile e penale si solleva, infatti, il Commissario della Legge da incombenti che possono essere delegati e si moltiplica la capacità dei soggetti competenti a riceverli, senza pregiudicare la decisione finale e comunque a tutto vantaggio della celerità della giustizia e di più corretti approfondimenti scientifici dei problemi giuridici da decidere definitivamente con sentenza. B) nell’esigenza di formare professionalmente magistrati all’interno dell’ordinamento giudiziario, sensibilizzandoli alle tradizioni sammarinesi”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Noi avevamo concordato per la procedura d’urgenza. So che in ufficio di presidenza si era giunti ad una comunione di intenti per la procedura d’urgenza. Oggi però non siamo arrivati alla maggioranza qualificata. Quello che sta accadendo in materia di giustizia negli ultimi mesi è stato preso da molti sotto gamba. Questo è il modo burlesco di fare politica. Eravamo d’accordo per una procedura d’urgenza, ma non si arriva a 40 ovvero la maggioranza qualificata:  questi sono spettacoli poco degni di un’Aula consiliare”.

Andrea Zafferani, Civico 10: “E’ davvero un peccato, per l’assenza dell’Aula dei consiglieri di altri gruppi non si riesce a far passare un provvedimento con la procedura d’urgenza. Abbiamo fatto anche il voto palese. Erano assenti dall’Aula i consiglieri di maggioranza. Denota una scarsissima attenzione nei confronti dei problemi sollevati dal Tribunale. Si tratta di dare forza al Tribunale attraverso la nomina di uditori e del procuratore del Fisco. Un peccato. Non credo si dia un bel messaggio dl di fuori dal Consiglio Grande e Generale”.

Gian Nicola Berti, Ns: “E’ stato un equivoco, un episodio antipatico su cui dobbiamo fare mea culpa. Ma non si facciano speculazioni. E’ da due settimane che siamo fermi in Aula per discutere di decreti sulla coniazione di monete. Non c’è alcuna volontà da parte della maggioranza di rallentare l’approvazione del procedimento. Nel merito del progetto di legge credo che si tratti di un provvedimento importante perché introduce importanti novità. Le assenze ci sono anche nell’ opposizione”.

Paride Andreoli, Ps: “Non si è raggiunto il numero necessario. Ma io credo che se siamo tutti d’accordo e se siamo consapevolmente responsabili “cosa ci impedisce di rifare la votazione?” Ora c’è il numero esatto per farla passare”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Raccogliamo disponibilità del consigliere Andreoli, se è tecnicamente possibile. Sottolineo poi che il progetto di legge è stato gestito male”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Siamo in Aula da molti giorni. Non eravamo presenti non solo noi, c’erano defezioni anche negli altri gruppi. Non è più possibile rivotare l’urgenza, ma chiedo all’Aula di votare, alla fine di questo comma, l’inserimento dell’analisi del comma in seconda lettura. Così da poterlo votare oggi stesso”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Accolgo l’invito del consigliere Mazza”.

William Giardi, Upr: “Se c’è la possibilità di votare oggi, da parte nostra c’è disponibilità”.

Francesca Michelotti, Su: “Siamo disponibili anche noi per rimediare a questo piccolo incidente di percorso. Dispiace però che la maggioranza non sappia garantire i numeri”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Siamo disponibili a risolvere la situazione che si è venuta a creare. Replico alla vena polemica del consigliere Berti: i consiglieri di maggioranza non seguono con attenzione il dibattito consiliare. Non si può indicare sempre qualche responsabile al di fuori della maggioranza. Se abbiamo chiesto lo scorporo non l’abbiamo fatto per fare ostruzionismo. Casomai mi chiederei se è normale che un governo della Repubblica governi solo con i decreti. Sono stati ben 40 in questa seduta”.

Denise Bronzetti, Indipendente: “Chiederei di stemperare i toni e di procedere all’iscrizione in seconda lettura di questo provvedimento che consente al Tribunale funzionalità maggiori”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato, replica: “Auspico si possa votare oggi il progetto di legge. Così da poter rispondere alle esigenze del Tribunale”.

Progetto di legge “Istituzione e Disciplina dell’Amministrazione di Sostegno”

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, dà lettura della relazione: “Il progetto di legge sulla istituzione e disciplina dell’amministrazione di sostegno introduce nell’Ordinamento della Repubblica di San Marino un istituto nuovo, che già in altri Paesi, seppure con discipline parzialmente diverse, ha trovato ampia diffusione ed un proficuo utilizzo. L’istituzione dell’amministrazione di sostegno consente alle persone portatrici di una menomazione fisica e/o psichica di avvalersi della rappresentanza e dell’assistenza di un soggetto nominato dal Giudice per l’espletamento di specifiche attività ed il compimento di determinati atti che le stesse non sono in grado di porre in essere autonomamente. L’amministrazione di sostegno non si applica soltanto nei confronti di persone che possono essere definite abitualmente inferme di mente ma anche nei confronti di persone soltanto deboli nel corpo o nella mente, per esempio in ragione dell’età o di una malattia, le quali per effetto di tale stato non sono nella condizione, anche in via temporanea, di curare da sole i propri interessi giuridici, economici, ed in genere, personali. Tale strumento ha l’indubbio vantaggio di comportare la minore limitazione possibile della capacità di agire del soggetto beneficiario il quale, mediante l’impiego dell’istituto in esame, non si vede costretto a subire le ben più penetranti e rigide compressioni della propria capacità di agire derivanti dalla inabilitazione, ed, in grado ancora più elevato, le limitazioni che comportano l’incapacità assoluta di compiere qualsiasi atto giuridico per effetto dell’interdizione. L’amministrazione di sostegno si contraddistingue per la proporzionalità e la flessibilità delle misure di protezione adottabili che permettono al Giudice di plasmarne il contenuto In considerazione delle effettive necessità della persona beneficiaria comprimendone i diritti e i poteri nella misura minima necessaria ad assicurare un’adeguata protezione: infatti, in ragione della specifica disabilità, il beneficiario del provvedimento può essere totalmente sostituito dall’amministratore nel compimento di determinati atti, può essere assistito dal medesimo nel compimento di altri, mentre conserva la piena capacità di agire per tutti gli atti in relazione ai quali non sono state previste limitazioni da parte del giudice.  L’istituto dell’amministrazione di sostegno si configura, quindi, come uno strumento efficace e con ampie possibilità di applicazione nei confronti di persone che fino ad oggi venivano inabilitate od interdette; in particolare l’introduzione di tale nuova forma giuridica di supporto ed ausilio a soggetti con deficit psicofisici od affetti da altre patologie consente di configurare i tradizionali istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione quali strumenti residuali da applicarsi nei casi in cui l’amministrazione di sostegno non sia sufficientemente idonea a tutelare il soggetto interessato. Per le potenzialità che presenta, l’istituto in esame è applicabile a persone che si trovano a vivere in condizioni di disagio derivanti da problemi di alcolismo, tossicodipendenza, dipendenza dal gioco d’azzardo, salute precaria, disturbi della personalità, sofferenze psichiche, fragilità psicologica, stato di abbandono e degrado, e perfino derivanti dalla semplice incapacità di spendere in maniera adeguata le proprie risorse.

In conclusione, emerge con chiarezza come il progetto di legge costituisca uno strumento di riforma importante, rilevatore della profonda trasformazione culturale in atto nell’approccio della malattia attraverso l’introduzione di una forma di tutela improntata al rispetto delle specificità, della sfera volitiva e delle aspirazioni della persona interessata, una forma di tutela che permette di dare piena attuazione al principio di pari dignità sociale che è compito della Repubblica assicurare, sancito all’articolo 4 della ‘Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese’. Pertanto, per il contenuto e per la finalità che il progetto di legge allegato sì prefigge, si confida nel suo favorevole accoglimento da parte dei Consiglio Grande e Generale”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Mi trova d’accordo l’intervento legislativo fatto anche a seguito di un’istanza d’arengo. Ho domande sugli articoli 12 e 13. Quando si evince che c’è un patrimonio da gestire, il commissario legge deve avere dei parametri per stabilire un’equa indennità o una cauzione, in sede di seconda lettura il governo dovrebbe presentare un emendamento, o lo faremo noi, per parametrare le eque indennità. Altrimenti, il parere discrezionale del giudice, che deve dare avvallo all’accompagnatore, mi pare sia eccessivo. Tutti i canoni previsti dalla legge devono essere parametrati. Altrimenti si resta troppo nel vago”.

William Giardi, Upr: “Il gruppo Upr accoglie favorevolmente questa legge, presente nell’ordinamento italiano da almeno 10 anni, che consente di ridurre al minimo le limitazioni in ambito civilistico della persona, faccio riferimento alla capacità di disporre per testamento, contratto e per matrimonio. La legge, che ricalca a grandi linee quella italiana, presenta gli stessi limiti sulla discrezionalità del giudice nell’attribuire a taluni l’amministratore di sostegno ad altri il curatore. L’amministratore di sostegno viene scelto in genere tra i familiari perché è difficile che altre persone lo facciano a titolo gratuito al di fuori del nucleo familiare. Nei casi non sia della famiglia, in Italia è previsto un consiglio di famiglia che non trovo nella legge, perché è importante che il giudice periodicamente incontri non solo l’amministratore ma anche i familiari. Sarebbe importante che amministratore possa avvalersi periodicamente di incontri con familiari e figure significative. Ribadendo il voto favorevole per questa legge, voglio aprire un rapido inciso, ricordando come a San Marino in questo periodo ci stiamo occupando di temi importanti in diritti umani, e ricordo che a San Marino a chi viene interdetto viene tolto il diritto di voto”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato, replica: “Rispetto alle considerazioni di Zeppa, sicuramente in Commissione potremo fare approfondimenti sull’entità di un’eventuale indennità da commissionare, anche se in linea di principio dovrebbe essere gratuito. Anche il consiglio di famiglia potrà essere oggetto di discussione all’interno della commissione, così come tutti gli altri suggerimenti”.

Progetto di Legge “Disposizioni in materia di cose ritrovate”, prima lettura.

Gian Carlo Venturini, Segretario di Stato agli Affari interni , dà lettura della relazione: “La proposta di legge disciplina la gestione delle cose ritrovate a San Marino. Per cose ritrovate si intendono quelle rinvenute casualmente e che si trovino fuori dalla sfera del proprietario o del possessore. Dalle cose ritrovate vanno distinte le cose abbandonate, cose mobili di cui il proprietario se n’è disfatto spontaneamente e palesemente. Il progetto di legge, proprio al fine di razionalizzare ed ottimizzare il servizio, attribuisce al Corpo della Polizia Civile la gestione e la custodia in materia di cose ritrovate fermo restando la facoltà per chi trova una cosa mobile di consegnarla, qualora non conosca il proprietario, ad un funzionario dei Corpi di Polizia o direttamente all’ufficio preposto. La pdl consegue propriamente l’obiettivo di unificare una procedura per la gestione degli oggetti ritrovati, con particolare attenzione all’espletamento delle formalità volte a tutelare sia il ritrovatore sia l’amministrazione. L’articolo 4 prevede la redazione di un verbale di consegna. L’articolo 10 introduce e disciplina il premio al ritrovatore: “il proprietario è tenuto a corrispondere al ritrovatore, salvo che non rinunci, un premio pari ad un decimo della somma o del valore della cosa ritrovata. Si rileva che l’obbligo del premio sorge se è richiesto dal ritrovatore: si tratta di un rapporto privato tra le parti interessate”.

Progetto di Legge “Assistenza persone disabili”, prima lettura

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, dà lettura della relazione: “Il Progetto di legga è nato grazie a una efficace collaborazione con la segreteria di Stato all’Istruzione. Riteniamo di aver fatto un lavoro che va oltre la stessa convenzione delle Nazioni Unite, perché abbiamo voluto esprimere con forza il concetto di inclusione sociale. Le finalità della proposta di legge sono quelle di: 1) garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà della persona con disabilità 2) promuovere l’inclusione nella scuola, nel lavoro, nella società, rimuovendo le condizioni di esclusione che impediscono il pieno sviluppo della persona 3) perseguire il recupero funzionale e sociale di chi è affetto da deficit fisici, psichici, sensoriali e intellettuali, temporanei o permanenti, nonché la sua tutela giuridica, vietando ogni discriminazione sia diretta che indiretta 4) riconoscere alla famiglia il diritto a ricevere assistenza e tutela nel sostegno a famigliari con disabilità. Siamo stati tra i primi a ratificare la Convenzione sui Diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite. La legge quadro proposta riprende integralmente i principi, le definizioni, i contenuti della Convenzione Onu e rende operativi alcuni strumenti fondamentali per la sua attuazione: per gli aspetti di maggiore rilevanza, e per quanto attiene la piena inclusione delle persone con disabilità nelle sfere dell’educazione e della formazione, della sicurezza sociale e della sanità, del lavoro, dell’accessibilità e della fruizione di servizi. Facendo riferimento all’articolato della Legge, si segnala l’introduzione di nuovi organismi creati nel rispetto della struttura sociale e politica propria del nostro territorio, finalizzata alla tutela della persona disabile. Nasce così la commissione prevista all’articolo 5 composta da rappresentanti di associazioni di disabili, delle organizzazioni sindacali, delle forze politiche di minoranza e maggioranza, con il compito di monitorare l’attuazione dei principi contenuti nella convenzione stessa e di proporre un piano d’azione triennale per la tutela dei diritti dei disabili, di raccogliere dati e promuovere ricerche. Al fine di realizzare appieno l’intento della presente Legge, di sostenere la persona disabile e la sua famiglia lungo tutto il ciclo della vita (prima infanzia, età scolare, età adulta) viene istituita un’Area Disabilità nel Dipartimento Socio-Sanitario che accentri e coordini tutti i servizi atti a valorizzare le risorse e le competenze relative alla disabilità nella sua complessità e dandole una giusta identità sociale e culturale”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione: “Questa legge necessitava di essere portata in Parlamento al più presto, sono felice che questo possa accadere proprio oggi. La Convenzione delle Nazioni Unite è una fonte normativa sovraordinata rispetto al nostro ordinamento. Ci siamo così attivati seguendo le linee guida imposte dalla fonte normativa superiore. Ringrazio le forze sociali che hanno dato un contributo enorme alla predisposizione della legge. La commissione è strutturata per dare la maggioranza alle persone con disabilità oppure a persone che operano nel settore dell’assistenza alle persone disabili. Le persone che vivono questo disagio devono poter dare il loro contributo. San Marino è al primo posto in ambito internazionale nell’affrontare queste delicate tematiche. E’ una legge cogente perché fissa degli obblighi per la Repubblica. Ad esempio le future leggi devono essere finalizzate all’inclusione e non contenere elementi discriminatori”.

Elena Tonnini, Rete: “E’ un’occasione da cogliere perché ci permette di affrontare concretamente il tema della disabilità. Viene portata in Aula questa tematica tenendo conto di tutti i principi espressi dalla convenzione Onu. Presenteremo diversi emendamenti per cercare di riempire ancora di più di contenuto questo progetto di Legge. Cogliamo l’occasione che questa legge ci offre e non rinviamo al futuro in ulteriori decreti delegati l’attuazione dei principi promossi. Noi siamo disposti ad un confronto ampio. L’auspicio è che questa legge giunga presto in seconda lettura”.

Mimma Zavoli, C10: “Voglio sottolineare alcuni aspetti che mi hanno lasciato piacevolmente sorpresa e che inaugurano un buon metodo di lavoro, ovvero quello della condivisione. L’argomento trattato da questo progetto di Legge è assolutamente qualificante e ci sposta in avanti come gruppo di persone. Io ho alcune richieste che in qualche modo mi spingono a chiedere maggiori delucidazioni. La creazione di un’area della disabilità mi lascia perplessa. Il rischio è che potrebbe diventare un’ unica area in cui giocare tutti gli interventi, i protocolli e le condizioni che si metteranno in campo per affrontare i disagi che le persone disabili devono affrontare. Non sarebbe degno di un paese che vuole includere. Il mio concetto di inclusione è chiaro: ci sarà vera inclusione quando non parleremo più di inclusione, ma solo di persone”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “La segreteria Stato alla Sanità e quella all’Istruzione portano in prima lettura un progetto di legge su cui dovrà iniziare il confronto, è una tematica che sta a cuore a tutti e in cui le barriere politiche sono meno consistenti. Viene recepita la convenzione Onu, si può dire in ritardo, ma intanto c’è. E’ un testo quadro, la questione dei decreti delegati è quindi legata al bisogno di affrontare in coordinamento da parte delle segreterie di Stato le singole tematiche cui si riferisce, dal lavoro, alla giustizia, all’istruzione per regolamentare la disabilità in un progetto complessivo. La creazione di un polo disabilità è legata al coordinamento, più che volta a togliere potere. Il punto di partenza è buono, bisogna continuare con tutte le realtà sociali il confronto”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “Mi pare un inizio di dibattito serio e  costruttivo, avremo la possibilità di proseguirlo. Ha detto bene il consigliere Ciavatta, i decreti delegati devono essere condivisi e necessari, sarà compito della segreteria definire un’agenda sui decreti in capo alle segreterie”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione, replica: “Il decreto serve anche per avere uno strumento agile e venire in Consiglio grande e generale a discuterlo, non ci si deve spaventare, ogni problematica può essere dibattuta”. 

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