San Marino. Consiglio Grande e Generale. Seduta 16 luglio, mattina

San Marino. Consiglio Grande e Generale. Seduta  16 luglio, mattina

 

COMUNICATO STAMPA*

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE  12- 16 LUGLIO

 

–        VENERDI’ 16 LUGLIO – seduta della mattina

 

            L’ultimo giorno di sessione consiliare si apre con la presentazione di un Pdl di iniziativa popolare sui titoli abilitanti l’insegnamento nelle scuole sammarinesi “Modifica dell’Allegato A, del Decreto Delegato 19 giugno 2009 n.7”.

A illustrarlo una dei proponenti, Shari Belisardi:  “La problematica cui si riferisce il suddetto Progetto di Legge di Iniziativa popolare- riferisce dando lettura della relazione al pdl- riguarda la Laurea Magistrale in Scienze filosofiche, che, attualmente, non viene ammessa quale requisito per l’Insegnamento di Italiano, Storia e Geografia nella Scuola Media e nel biennio della Scuola Secondaria Superiore. L’esclusione avviene nonostante gli esami conseguiti nei vari settori scientifico-disciplinari propri della Laurea Magistrale in Scienze filosofiche siano del tutto equipollenti a quelli conseguiti nel Corso di laurea a ciclo unico in Filosofia appartenente al vecchio ordinamento e che già rientra all’interno dei titoli d’accesso validi per le tipologie d’insegnamento sopra riportate. Con il presente progetto di legge si intende pertanto inserire la Laurea Magistrale in Scienze filosofiche all’interno dei titoli d’accesso validi per le tipologie d’insegnamento sopra citate: Italiano, Storia e Geografia nella Scuola Media; Italiano, Storia e Geografia nella Scuola Secondaria Superiore”.

Da parte del Segretario di Stato per l’Istruzione, Andrea Belluzzi, viene assicurato che il tema è al centro dei lavori del comitato tecnico avviato per  affrontare in maniera complessiva la problematica dei titoli di studio e delle cattedre e che sarà portata una proposta in merito che possa precedere la discussione in commissione consiliare del Pdl. Nel corso del dibattito, diversi consiglieri di maggioranza rilevano con favore la presenza della proponente in Aula nell’illustrazione del progetto di legge, reso possibile, per la prima volta dopo tanto tempo, grazie al nuovo regolamento consiliare. Sui contenuti del progetto di legge c’è condivisione a livello bipartisan sulla possibilità di smarcarsi rispetto l’omologazione con la normativa italiana su questi punti, visto anche il numero di cattedre ridotto nella scuola superiore sammarinese.

Infine, la proponente Belisardi ribadisce come “il fattore tempo sia fondamentale”, a fronte di un percorso avviato già 4 anni fa con un’istanza d’Arengo approvata senza che si sia giunti però a modifiche delle normativa che ponesse fine alla discriminazione per i docenti laureati in Filosofia.

 

            I lavori si concentrano poi sul comma dedicato a Permute e alienazioni, dove il Segretario di Stato per il Territorio, Stefano Canti, presenta la prima di due pratiche di vendita di terreni pubblici ad imprese che riguarda Asa San Marino Spa, la seconda Alutitan Spa. Si ripete un copione già visto in una sessione consiliare precedente, in cui pratiche analoghe avevano portato lo smarcarsi di Rete dal voto a cui invece avevano partecipato i gruppi di opposizione per rendere possibile la maggioranza qualificata e quindi l’approvazione. I consiglieri di Rete infatti annunciano la loro posizione contraria. “Un’alternativa alla vendita poteva essere quella della concessione in uso di cui non si vuole tenere conto- manda a dire Adele Tonnini, Rete-  La vendita è modo per fare una sanatoria che su un terreno pubblico diversamente non si può fase senza demolizione”.  “Voteremo contrari- motiva Emanuele Santi, Rete- non perché contrari a progetti di sviluppo, ma perché un modello di sviluppo sul territorio diverso è possibile”. Il copione rispetto le puntate precedenti oggi cambia, perché dall’opposizione Libera pone un aut-aut: ovvero l’approvazione di un Odg che impegni la destinazione degli introiti ricavati dalla vendita dei terreni per la tutela del patrimonio pubblico, oppure nessun sostegno alla pratica di vendita. “Noi non ravvediamo problemi e anzi siamo favorevoli da un punto di vista tecnico alla proposta- spiega Matteo Ciacci, Libera- ma crediamo anche che da un punto di vista politico non si possa continuare con sistema per cui la maggioranza chiami l’opposizione in soccorso perché c’è problema interno tra Rete e Dc”.  Libera quindi ripropone l’ordine del giorno già bocciato in Commissione consiliare IV^, volto a destinare i ricavi dalla vendita di terreni pubblici ad uso produttivo “nella misura di almeno il il 60% in acquisto beni immobili strategici per l’attuazione di politiche di tutela ambientale” e “la rimanente parte ad interventi di sostegno alla ricerca tecnologica finalizzata al miglioramento della qualità ambientale”. In definitiva, “Noi restiamo a favore dalla pratica- sintetizza Vladimiro Selva- ma vogliamo sapere dove saranno spesi 276 mila euro, ma se lei non ascolta si assume la responsabilità di quello che accadrà”.  Per il Sds Stefano Canti, ci sono delle difficoltà nell’approvazione dell’Odg: “Per andare ad effettuare quello che si richiede occorre modificare capitoli di bilancio e procedure amministrative in essere. Se approvo l’Odg adesso e porto avanti quanto chiesto, devo impostare la pratica amministrativa in altro modo”.

Interviene Francesco Mussoni, capogruppo Pdcs, per cercare di giungere a una mediazione in extremis: “Tecnicamente non ci sono i 39 voti necessari per approvare la pratica”, sottolinea, proponendo di sospendere i lavori per un confronto sul testo già respinto in Commissione e per poterlo riformulare “in modo meno provocatorio”. Alla fine il Segretario Canti si rimette alle valutazioni della maggioranza  e ritira entrambe le pratiche. “Ci tengo a precisare che abbiamo un impegno preciso qui dentro e che vanno date risposte sia ai cittadini che alle imprese- puntualizza infine- mi sono preso l’impegno di dare una risposta a importanti imprese del territorio, mi auguro con la richiesta di integrazione, poi si possa dare”.  

 

            Prima di chiudere la seduta della mattina, l’Aula affronta l’esame in seconda lettura del Progetto di legge della Segreteria di Stato per la Sanità,  “Tutela delle Persone con Disabilità Sensoriali e Interventi per la Rimozione delle Barriere Comunicative”, giunto in seconda lettura, dopo l’accoglimento unanime in Commissione consiliare.  “Il progetto di legge- spiega dando lettura della relazione al Pdl, la relatrice unica, Francesca Civerchia, Pdcs- nasce in seguito a considerazioni inerenti ad un’istanza d’arengo per il riconoscimento della lingua dei segni italiana (LIS) con l’obiettivo di tutelare le persone con disabilità sensoriali, i loro diritti, e la libertà fondamentale alla comunicazione. L’obiettivo prioritario è garantire le forme di sostegno che permettono di vivere pienamente in tutti i suoi aspetti e rimuovere le barriere comunicative che limitano il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione alla vita collettiva”. Quindi, la proposta di legge “tutela la libertà di espressione riconoscendo, tutelando e promuovendo la lingua dei segni e altri sistemi di comunicazione, offrendo una vasta scelta di metodi di insegnamenti e dei segni di comunicazione in ambito pubblico e privato”.

Dopo l’esame veloce dell’articolato, il provvedimento viene approvato all’unanimità e la seduta si conclude. L’Aula  riprenderà i lavori consiliari nel pomeriggio.

 

Di seguito un estratto del dibattito della mattina.

 

Comma 16 Permute e alienazioni

Vendita terreni alla Società ASA San Marino Spa

Stefano Canti, Sds per il Territorio:

L’Azienda Asa, sita in Rovereta, è un’azienda in forte espansione, con 450 dipendenti in tutto il mondo e nella sede a San Marino conta 180 dipendenti. Ha presentato un progetto imprenditoriale per cui c’è necessità della vendita dei terreni pubblici, per poi impegnarsi a presentare, da parte sua, un progetto di sanatoria per gli aspetti aziendali. Si tratta di una porzione di terreno che lo Stato non può vendere a terzi, è rimasta da un più ampio terreno che era sempre di  proprietà pubblica che dagli anni ’50 è stata progressivamente venduta e non può essere pienamente sfruttata dall’Ecc.ma Camera per forma e tipologia. In un periodo storico come questo, la vendita di un terreno senza utilità pubblica perché inserita tra  capannoni produttivi, al contrario consentirà il completamento del progetto di sviluppo aziendale presentato e approvato dal congresso nel 2018.

Vladimiro Selva, Libero

Di nuovo ci troviamo ad esaminare la vendita di terreni pubblici ad un’azienda in sviluppo.

Siamo favorevoli per questo tipo di azione, volta a rendere possibile alle nostre attività economiche di prosperare. Ribadiamo una cosa, in riferimento a colleghi che hanno la sensibilità di tutelare il patrimonio pubblico, una vendita come questa, se verrà approvata, comporta introiti allo Stato. Noi crediamo che quelle risorse debbano essere utilizzate nell’acquisto di terreni che siano strategiche da un punto di vista legato alla tutela naturalistica o per la realizzazione di infrastrutture. Qui parliamo di più di 200.000 euro. Queste entrate lo Stato non le utilizzi al 100% per la spesa corrente, ma almeno in parte le usi perché il patrimonio pubblico non venga a ridursi. Sarebbe una politica lungimirante. Spiace che nostro Odg in commissione IV^ sia stato respinto in modo frettoloso, speriamo i consiglieri di maggioranza più sensibili su questo tema ci ripensino, Sosterremo questa proposta ribadendo la necessità di utilizzare i soldi incassati almeno per un 60%.-50% per acquistare altri terreni. 

Adele Tonnini, Rete

Ancora una volta ci troviamo delle pratiche di vendita di terreni pubblici e ancora una volta ribadiamo le nostre preccupazioni in merito. Rinnovo all’Aula di valutare attentamente questa forma di vendita di terreno. È  molto rischioso questo modo, senza prevedere alternative, soprattutto senza un prg e programmazione. L’alternativa poteva essere quella della concessione in uso, non lo dicevamo a caso. Ma perché questo tipo di concessione esisteva già e proprio la ditta Asa opera dall’85 con delibera di concessione in uso e di questo non si vuole tenere conto. Un’altra possibilità c’era quindi senza che le aziende chiudano e se ne vadano altrove. Non è più una giustificazione accettabile. Alutitan era un’altra delle proposte presentate in un pacchetto di 5 proposte, di cui solo due avevano un progetto imprenditoriale serio e sono quelle su cui abbiamo dato appoggio in Aula. Queste due invece non avevano progetti industriali a supporto della richiesta fatta, sono due aziende sane, è vero, presenti in territorio da tempo, ma non avevano un progetto a supporto della vendita di terreni adiacenti la loro attività Un pochino mi sento presa per i fondelli se ogni volta si porti poi un progetto industriale, solo successivamente alle nostre richieste, per giustificare la vendita. Alla luce poi di abusi edilizi presenti. Sono prospettate una serie di aziende poi nelle delibere ne compaiono altre o ne spariscono altre ancora. Lo si fa notare ma a questo punto credo sia un modo particolare di agire. Il caso Alutitan  è chiaro: un’azienda sviluppata in territorio ma su questo terreno esiste un abuso edilizio su terreni pubblici su cui evidentemente il cittadino si può fare quello che vuole. Per è anni esistito un abuso  su terreno pubblico, senza che nessuno abbia controllato. E ora l’abuso ci viene prospettato nelle pratiche ma invece di sanzionare gli vendiamo un terreno, con lo sconto. Stessa cosa con la pratica Asa qui l’abuso c’è per la presenza di un vano tecnologico dell’azienda. Così si sana l’abuso e si cancellano eventuali responsabilità degli uffici per mancati controlli, e si dà alla proprietà del patrimonio pubblico.

Non credo che riuscirò a far cambiare idea all’aula, ma la politica non sta tutelando il patrimonio pubblico di questo piccolo Paese. La Giunta di Serravalle all’unanimità sulla vendita Asa ha dato parere contrario perché non si è rilevato beneficio da parte dello Stato. Non vale niente? Credo vada tenuto conto del parere delle Giunte. La vendita è un modo per fare poi la sanatoria su un terreno pubblico che diversamente non si sarebbe potuto fare e richiederebbe la demolizione. Sulla proposta di Libera: se domani non prendiamo una linea di indirizzo definita, considerando che anche le imprese agricole sono imprese, se anche loro chiedono la vendita di terreni, siamo punto a capo. L’Odg in commissione IV^ chiedeva di poter ristrutturare gli immobili dello Stato e non comprare i terreni pubblici agricoli.

Matteo Ciacci, Libera

Come sempre la posizione all’interno della maggiorana non è univoca e compatta, Rete esprime perplessità e contrarietà. Noi non ravvediamo problemi e anzi siamo favorevoli da un punto di vista tecnico, ma crediamo anche che, da un punto di vista politico, non si possa continuare con un sistema per cui la maggioranza chiami l’opposizione in soccorso perché c’è un problema interno tra Rete e Dc. Noi in commissione abbiamo proposto che quando lo Stato incassa risorse dalle aziende che chiedono un terreno che queste risorse abbiano una destinazione precisa o per l’acquisto di immobili strategici per le politiche di tutela ambientale o per comunque investimenti correlati alla ricerca tecnologica finalizzata al miglioramento della qualità ambientale.

Noi cerchiamo di avere un atteggiamento responsabile, ma chiediamo un impegno preciso rispetto quanto sostenuto in commissione e anche oggi: destiniamo le risorse della vendita dei terreni ad aziende private a politiche che hanno l’obiettivo di salvaguardare la tutela ambientale e beni immobili strategici. Se ci sarà questo impegno, Libera supporterà la pratica, altrimenti è un problema politico che si deve risolvere in maggioranza.

Iro Belluzzi, Npr

Non credo si parli di un soccorso alla maggioranza, credo Rf e Libera su certe questioni debbano guardare al bene del Paese perché è un impegno che ci assumiamo quando veniamo in Aula consiliare. I terreni possono essere dati in concessione di uso quando ci sarà un prg. Qui si ha una particella piccola assegnata ad un’azienda che rappresenta una eccellenza. La Germania in questi giorni è colpita da una tragedia conseguenza del cambiamento climatico. Ancor prima di parlare e pensare di sovvenzionare politiche ambientali ed energetiche vorrei richiamare Aula e Segretario di Stato rispetto le poche risorse avute a disposizione da San Marino negli ultimi decenni su manutenzione territorio. Per tanti anni abbiamo versato poche risorse per la manutenzione delle briglie dei calanchi. Speriamo di non venir mai colpiti da eventi atmosferici di quella portata e speriamo il Santo Marino ci protegga, altrimenti sappiamo quali danni gli eventi atmosferici potranno infliggere sui nostro territori. Un impegno a usare risorse dalla cessione di aree del territorio pubbliche per la tutela del territorio ritengo possa essere cosa buona e giusta. Quanto espresso da Tonnini lo condivido da tempo, ma deve essere fatto in maniera più organica, nel momento in cui ci sarà un Prg nuovo, con le concessioni in uso date a- magari- nuove aziende che scelgano di investire sul nostro territorio. Non possiamo continuare a cedere territorio come fatto in passato con le speculazioni edilizie legate alla concessione licenze. A nome di Npr confermo sostegno alla pratica del Sds Canti.

Fernando Bindi, Rf

Qui c’è un convitato di pietra che viene ignorato: il piano regolatore commissionato allo studio dell’architetto Boeri di cui non vogliamo parlare.

Di fronte a queste pratiche è difficile per tutti prendere posizione, ci troviamo di fronte a due esigenze stringenti: 1) porre fine all’abuso e all’uso indiscriminato da decenni del nostro territorio e 2) la necessità di selezionare il nostro consenso per attività produttive che hanno senso e sono compatibili e sostenibili. E’ il dilemma in cui siamo. Le due pratiche prevedono la cessione di aree che sono già dentro un’area produttiva del vigente Prg, che non dovrebbe più essere vigente.

Vogliamo incominciare a interrogarci su quali sono le attività che possiamo sostenere, ampliare e incrementare, in ragione alla scolarizzazione e alla disponibilità di manodopera che abbiamo? Dobbiamo iniziare a fare questo lavoro certosino, se no ci troveremo a spizzichi e bocconi di fronte a sanatorie.

Emanuele Santi, Rete

Rete non ha dubbi, voterà contrario a queste due pratiche e non è un voto contrario a progetti industriali, ma noi pensiamo che tali progetti possano andare avanti anche con delle alternative. Le opzioni erano più di una: concessione d’uso, diritto di superficie, vendita/permuta. Come maggioranza avevano trovato un punto di equilibrio nella concessione in uso. Credo che di fronte a questa considerazione non si è voluto procedere e si è voluto andare verso la vendita e noi esprimiamo contrarietà rispetto questa situazione.

Se Asa è andata avanti in concessione d’uso per 36 anni, poteva continuare così, qui il concetto è che chiunque presenta un progetto invece gli viene concessa la vendita. Non ci possiamo pulire la coscienza che quei soldi vengano poi reinvestiti…e quali sarebbero poi gli immobili strategici? Il problema è il principio: tutti possono chiedere da domani pratiche di vendita.

Voteremo contrari non perché contrari a progetti di sviluppo, ma perché un modello di sviluppo sul territorio diverso è possibile. Qui non ci sono mediazioni possibili, se volete un modello di sviluppo diverso, allora insieme andiamo verso la concessione d’uso. Se invece volete continuare così, tutti potranno esprimere il loro voto liberamente.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Tonnini e Santi hanno specificato il discorso della lungimiranza. La lungimiranza territoriale non c’è mai stata. Ci siamo resi conto sempre tardi dell’uso scriteriato del suolo pubblico. Condivido in parte il discorso del consigliere Bindi. Lungimiranza vorrebbe si facessero discorsi a bocce ferme. Può cambiare il prg, ma il territorio resta quello. Non è la battaglia di Rete contro le aziende, ci mancherebbe altro. Non credo ci sia un caso politico, si tratta di parlare di circostanze che non ci vedono d’accordo, non sulla volontà  o meno di ampliare aziende, ma sulle metodologie.

Alessandro Bevitori, Libera

A Zeppa bisogna che ricordiamo che qui parliamo di due fazzoletti di terra per due aziende, terreni non tanto importanti, rispetto altre zone di maggior pregio come la Cava degli umbri che erano state messe in vendita per investitori per essere edificate. Se parliamo di coerenza, bisogna che ci ritroviamo un attimo. In quel caso lì forse Rete si era distratto. Non si può vendere la Cava degli umbri e non dare un terreno piccolissimo a un’azienda storica per il suo sviluppo. Coerenza ci deve essere sempre, non a giorni alterni. Nell’interesse dello Stato, piuttosto che dare a uso gratuito dei terreni per 100 anni, preferisco monetizzare e impiegare quelle somme, come chiesto in Odg, per fare ulteriori investimenti da parte dello Stato, in altre zone a sostegno del verde e in politiche ambientalistiche. E al contempo diamo sostegno alle aziende che supportano la macchina pubblica. 

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete

Sulla Cava degli umbri si parlava di concessione, non vendita, comunque non è un discorso che riguarda terreni di più o meno di pregio, o voler bloccare lo sviluppo industriale. Rete nei tavoli di discussione ha portato delle alternative alla vendita. Che viene fatta oltretutto a condizioni economiche inferiori rispetto il mercato. Poi il discorso di Libera: io acquisto un terreno a un prezzo di mercato e con i soldi presi vendendo un terreno a prezzo scontato.

Noi chiediamo ci siano metodi più equi soprattutto se ci sono anche abusi su quei terreni. 

Francesco Mussoni, Pdcs

Un’azienda sana ci chiede un appezzamento che per noi è inutilizzabile: è naturale conseguenza delle realtà delle cose, credo, Segretario, che dobbiamo fare uno sforzo legislativo diverso per discutere in Aula vendite e situazioni con un impatto generale diverso rispetto questa pratica.  La sosteniamo.

Stefano Canti, Sds Territorio

Dal dibattito sulla vendita di questa porzione di terreno due le parole chiave riprese: modalità e criterio. Ci sono diverse modalità di cedere terreni ad aziende produttive, vendita, concessione d’uso e diritto di superficie, tutte modalità prese in esame più volte. Il criterio che ci ha portato alla vendita? La forma e  la tipologia dell’appezzamento di terreno su cui lo Stato non deve costruire nulla. Possiamo fare un parco su questa porzione di terreno? No, siamo in mezzo a due capannoni produttivi. Quale potrebbe essere l’utilità pubblica? Io non la vedo. Lo Stato ha ceduto una porzione di  terreno ad Asa in concessione d’uso, rispetto cui continua a pagare 588 euro l’anno per il suo uso, e su cui è stata data la possibilità di realizzar eun impianto tecnologico che negli anni è stato necessariamente adeguato in virtù dell’ampliamento dell’azienda. Essendoci un immobile costruito su terreno pubblico, o lo vendi o lo tieni e gli dai possibilità di sanarlo. Io ho preferito venderlo a un prezzo maggiorato del 20%, questo va detto, rispetto alla stima dell’ufficio tecnico del Catasto, per compensare l’abuso sul terreno. L’azienda poi presenterà il progetto di sanatoria straordinaria per regolarizzarlo su cui pagherà, come viene concesso a tutti i cittadini con la sanatoria, come farà anche Asa.

Michele Muratori, Libera

Do lettura nostro Odg:

Il Consiglio Grande e Generale (…)

impegna il Congresso di Stato a destinare le somme derivate dalla vendita di terreni  pubblici ad uso produttivo nella misura di almeno il il 60% in acquisto beni immobili strategici per l’attuazione di politiche di tutela ambientale, aumentando le previsioni di spesa del capitolo spesa 256.600 ‘acquisto beni immobili’, impegna altresì la rimanente parte ad interventi di sostegno alla ricerca tecnologica finalizzata al miglioramento della qualità ambientale, aumentando il capitolo di spesa 145.140 ‘iniziative per la promozione della ricerca’. L’Odg è a disposizione di tutta l’Aula consiliare.

Vladimiro Selva, Libera

Noi restiamo a favore dalla pratica ma vogliamo sapere dove saranno spesi 276 mila euro, se saranno spesi in consulenze allora, meglio ragionare.  Se lei non ascolta si assume la responsabilità di quello che accadrà, non possiamo accettare di compiere responsabilmente il bene del paese mentre lei non ascolta minimamente.

Francesco Mussoni, Pdcs

Tecnicamente non ci sono i 39 voti necessari. Farei una proposta, siccome l’Odg è identico a quello respinto in commissione 4^, sospendiamo un attimo i lavoro, vediamoci su questo Odg e riformuliamolo in modo meno ‘provocatorio’.

Stefano Canti, Sds per il Territorio

In commissione 4^ ho preso un impegno preciso, malgrado l’odg respinto, quello di effettuare verifiche successive perché per andare ad effettuare quello che il consigliere richiede occorrono modifiche di capitoli di bilancio e modificare la procedura amministrative in essere. Se approvo l’Odg adesso e porto avanti quanto chiesto, devo impostare una pratica amministrativa in altro modo

Siete liberi di fare come volete, ma non è questo il modo di procedere, Rimaniamo sull’oggetto della richiesta. La vendita la sostenete o no? Cambiate le carte in tavola? Va bene, ma non è questo il metodo e vi assumerete le responsabilità.

Luca Boschi, Libera

Noi accettiamo la proposta del capogruppo Mussoni, noi appoggeremo la proposta di maggioranza solo dopo l’approvazione di quell’odg,  non per ricatto politico, ma perché convinti che le risorse debbano essere destinate alla salvaguardia dell’ambiente. Se la maggioranza è in disaccordo dal Segretario, noi riteniamo di mettere in votazione prima l’odg, poi votare la vendita.

Andrea Zafferani, Rf

Se una maggioranza non è concorde sulla politica industriale del paese c’è un problema politico, non è un dettaglio ed è la seconda volta che sulla politica industriale la maggioranza non è d’accordo. Noi abbiamo espresso già voto favorevole qualche sessione fa su pratiche simili, siamo favorevoli allo sviluppo di aziende all’interno del territorio, ma dobbiamo anche prendere atto sel disaccordo in maggioranza su questi temi. Se sull’espansione delle aziende in territorio accordo non c’è, dovreste riflettere.

Stefano Canti, Sds per il Territorio

E’ stato ripresentato un Ordine del giorno già bocciato, rimetto la valutazione dell’odg nell’ambito della maggioranza, però ci tengo a precisare che siamo nel parlamento della Repubblica di San Marino e abbiamo un impegno preciso nei confronti della popolazione e delle imprese e qui dentro vanno date le risposte, sia ai cittadini che alle imprese. Mi sono preso l’impegno di dare risposta a una importante impresa, prendo atto che ci sono richieste di integrazioni, mi auguro con tale richiesta di integrazione si possa dare una risposta seria alle imprese. Ritiro entrambe le pratiche con l’auspicio che si possa trovare conclusione favorevole in ambito dell’Odg da sottoporre a votazione.

Repubblica di San Marino, 16 Luglio 2021/01

 

*Comunicato pubblicato in ritardo a causa del blocco che il sito libertas.sm ha subito dalle prime ore di venerdì 16 luglio fino a qualche ora fa, causa un durissimo attacco hacker probabilmente attivato su commissione. 

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