San Marino, Consiglio. Politici ‘inossidabili’ ancora candidabili

San Marino, Consiglio. Politici ‘inossidabili’  ancora candidabili

Dopo la bocciatura del referendum ‘massimo 15 anni’, non hanno problemi di candidatura anche personaggi veramente inossidabili come fa presente Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino, che  si occupa appunto  dei politici che a San Marino sono in Consiglio da tempo ‘immemorabile’

Dopo un primo gruppo capitanato da Clelio Galassi, in Consiglio da 38 anni, ecco il secondo. 

(…) A cascata, tra i primi anni Ottanta e i primi Novanta, ci sono almeno un’altra dozzina di attuali consiglieri, tra cui: Francesca Michelotti di Sinistra Unita, Edda Ceccoli del Pdcs (che però, per anni, lasciò il Consiglio), Giuseppe Maria Morganti, Marino Riccardi e Stefano Macina del Psd, Paride Andreoli dei Socialisti. A “rischio”, sempre secondo i calcoli previsti dal quesito referendario, c’erano i consiglieri del ’98 : da 14 anni a questa parte non lasciano le poltrone del parlamento Alessandro Rossi di Sinistra unita, Mauro Chiaruzzi e Claudio Felici del Psd, Giovanni Terenzi e Luigi Mazza della Dc, i segretari di Stato Fabio Berardi e Pasquale Valentini. Insomma, se oggi fosse da riscrivere la storia e, fatti 15 anni anche non consecutivi in Consiglio, circa una ventina di attuali consiglieri non sarebbe stato più ricandidabile e almeno una decina camminerebbero sul filo. Più giovane almeno la metà del parlamento: tra questi, i consiglieri di Alleanza popolare (entrati nei primi anni Duemila) e i volti “nuovi” della politica, tra cui Giovanni Lonfernini, Simone Celli, Denis Amici, Daniela Marchetti . Ma inutile ignorarlo: un po’ di sconcerto, in Aula, quella richiesta di referendum l’aveva creata: tant’è che erano già tutti pronti a farsi i calcoli e lì a chiedersi se gli anni da segretario di Stato fossero da conteggiare nel totale. Ma perché i Garanti hanno dichiarato non ammissibile il quesito partito dal popolo? La risposta era abbastanza scontata e già nell’aria: non esiste nessun sistema parlamentare che ponga un tetto massimo di anni alle rappresentanze. Inserire un limite, significherebbe precludere il voto passivo, ossia il diritto di presentarsi come candidato a prescindere dagli anni di rappresentanza alle spalle

 

 

 

 

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