San Marino Coronavirus, ancora un decesso e sei nuovi positivi

San Marino Coronavirus, ancora un decesso e sei nuovi positivi

Ancora un decesso e sei nuovi positivi

“Anche oggi abbiamo avuto un nuovo decesso, una persona di 86 anni, che porta i decessi a 26. Il cordoglio alla famiglia da parte mia, di tutto il personale sanitario e del Congresso di Stato”.

A comunicarlo il direttore dell’Authority, Gabriele Rinaldi: “Quando dobbiamo registrare questi eventi il senso di sconfitta è sempre forte perché il nostro lavoro sarebbe finalizzato a cercare di salvaguardare tutti”.

Poi i freddi dati sull’infezione da coronavirus:

• n. 197 i casi positivi, di cui 53 ricoverati all’Ospedale di San Marino (16 in Rianimazione con sintomatologia severa, 6 femmine e 10 maschi, 37 nelle degenze di isolamento predisposte con sintomi moderati, 20 maschi e 17 femmine) e 144 in isolamento a domicilio (femmine 67, maschi 77)

• n. 26 decessi • n. 13 guariti

• n. 88 dimessi a domicilio per migliorate condizioni cliniche

• n. 449 quarantene domiciliari sui contatti stretti compresa la rete familiare, amicale e personale sanitario (407 laici, 36 sanitari, 6 Forze dell’Ordine)

• n. 678 quarantene terminate

Totale quarantene attivate: 1127

Al dottor Rinaldi e al Segretario Ciavatta abbiamo posto alcune domande. Le prime al direttore dell’Authority. Prima dell’avvento di questa pandemia, in molti leggevano solo numeri nella sanità pubblica. Improvvisamente oggi, un virus ci fa scoprire che la sanità dei numeri ha anche un volto umano. Non mi “scappano” dagli occhi le immagini dei nostri operatori sanitari della terapia intensiva e di altri medici e infermieri che dobbiamo e dovremo sempre ringraziare. Ci voleva il dolore collettivo per capire che numeri e umanità spesso non vanno d’accordo?

“Che la sanità forse solo numeri era una illusione semplificata di chi voleva cercare con un dato di tradurre un mondo. Non è mai stato in questo modo. Si voleva schiacciare sulla PIL, sul prodotto interno lordo, e si aveva la necessità di usare un numero per descrivere una realtà. Ma il PIL descrive solo gli scambi di mercato, gli scambi commerciali. La sanità, che non è solo io compro e tu vendi, non può essere tradotta semplicemente con un numero. Se la vogliamo schiacciare e incastrare dentro quel numero, commettiamo un errore grosso e lo stiamo vedendo, – ha affermato con forza Rinaldi – . Se fosse andata così, vorrebbe dire che in questo momento abbiamo bisogno di più posti letto, che abbiamo bisogno di più farmaci, il PIL dovrebbe schizzare alle stelle. E invece non è così. Tradurre il mondo dei servizi con dei numeri, che sono stati costruiti e finalizzati ad altro è un errore concettuale grossolano. Chi ha voluto fare esercizio l’ha voluto fare forse per altri fini che magari non voleva rappresentare. Però questo non è mai stato nello spirito di chi ha lavorato nella sanità. E mi permetto di dire anche in tutti coloro che hanno avuto dei ruoli gestionali forti. Io ho fatto per 10 anni il direttore generale di strutture di Aziende Ospedaliere e accanto ai conti che dovevano tornare non dovevamo mai dimenticare che dobbiamo fare le cose giuste.

Se noi non facciamo le cose giuste – ha proseguito Rinaldi – siamo costretti poi a fare dei ricoveri, ripetizione di esami, tempi in più rispetto a… i conti non torneranno mai.

Per me era un’illusione stratosferica pensare di risolvere solo con dei numeri solo con dei dati e di tradurre in quel modo un mondo di servizi. Chi si è illuso di questo, la realtà gli ha dimostrato che non è così che bisogna fare.”

L’unica cosa certa che sappiamo è che questo virus ha avuto un impatto sul sistema sanitario senza precedenti. Ieri l’altro suggeriva di aggiornare il progetto ospedale nuovo, qualora proseguisse, sulla memoria di quanto sta accadendo. Quali sono i suoi suggerimenti?

“Leggevo l’altro giorno il libro sul dolore di Salvatore Natoli (L’esperienza del dolore, Feltrinelli 2016, ndr) che sarebbe una cosa molto interessante da riprendere insieme. Il dolore ti riporta ad essere legato alla realtà. Tutti noi sappiamo che il dolore c’è nella nostra vita, ma ogni volta che ci arriva ci sorprende. Ci sorprende per la sua intensità e ci sorprende perché va a colpire il nostro interno più profondo. Solitamente tendiamo a non far vedere e ad isolarci e a lasciare la comunità. E l’unico sollievo che si ha è sapere che qualcuno sta camminando con te e ti aiuta ad attraversare il dolore, magari anche senza parole. Però sai che c’è. E questo è il lavoro fatto a San Marino. Di questa lezione ne dovremmo tener conto quando andremo a ricostruire non solo l’ospedale nuovo, ma il mondo dei servizi”

Abbiamo posto telematicamente anche la domanda di un nostro lettore, il sig. Randolfo

Se a breve non arriverà il vaccino, o almeno un farmaco che riduca il Coronavirus a una semplice influenza, come si potrà parlare di termine del problema. Il Coronavirus persisterà, potranno diminuire i nr ma tutti potranno ammalarsi fino a che tutti non si saranno ammalati.

“Il Vaccino non c’è. Il farmaco pallottola d’argento non c’è. Per cui sono gli stili di vita che ci stanno accompagnando in questo percorso. La cosa che mi permetto di sollevare come obiezione alla sua domanda è ‘semplice influenza’. L’influenza non è semplice. Perché una malattia che ti fa stare una settimana steso a letto, ti chiede due o tre settimane per recuperare non è una patologia semplice. E’ una patologia alla quale forse ci siamo abituati perché abbiamo il vaccino. Di influenza si muore, di influenza rimangono reliquati importanti che tendiamo nei grandi numeri a nascondere. Nel momento in cui avremo il vaccino, nel momento in cui avremmo il farmaco, forse sarà una semplice influenza.”

In seguito, sempre in forma telematica abbiamo posto una domanda al Segretario alla Sanità, Roberto Ciavatta. Ieri l’Ordine dei Commercialisti ha lanciato un grido di allarme invitando il governo a porre un tetto all’erogazione di tutte le pensioni a 2.500 euro, la riduzione degli stipendi di Banca Centrale, di Aif e dei Dirigenti Pa finora non toccati. Oggi l’Osla sostiene che dopo l’emergenza sanitaria c’è anche una urgente emergenza economica. Molti loro associati hanno già minacciato di cessare la loro attività o di ridurre sensibilmente la forza lavoro per l’impossibilità di far fronte alle spese fisse da parte di operatori. Quali saranno i vostri prossimi provvedimenti?

“Per quello che riguarda le pensioni abbiamo già attivato un tavolo con il sindacato e le posizioni sono state molto divergenti, ma non abbiamo intenzione di fare forzature o interventi che non siano allineati con quello che abbiamo richiesto a tutto il resto della cittadinanza. Sono d’accordo che un intervento sia opportuno e mi auguro che nei prossimi giorni vi sia la possibilità di approfondire. I dirigenti che stanno lavorando nella pubblica amministrazione – ha proseguito Ciavatta – stanno lavorando al 100% così come i dirigenti nel privato o i manager del privato. Gli unici che hanno avuto una decurtazione sullo stipendio pur lavorando sono la magistratura e il Congresso di Stato. Nella pubblica amministrazione il ragionamento che s’è fatto è stato quello di chiudere quanti più uffici possibile tra quelli considerati non strategici, e comunque richiedere anche a quegli uffici, considerati strategici, una riduzione personale 50% così come è stato richiesto ai privati.

Sulla Banca Centrale so che c’è stata già una comunicazione da parte del Segretario alle Finanze che richiede di limitare il telelavoro ed applicare, quindi, decurtazioni.

Per gli imprenditori, i commercianti. Siamo consapevoli e c’è tutta l’attenzione da parte del Congresso di Stato rispetto alle difficoltà innegabili che vengono affrontate da numerosi operatori del Commercio della ristorazione… Quindi anche le nostre attività stanno gradualmente riducendo i loro occupati e le loro commesse.”

Ma queste aziende invocano misure urgenti per evitare di chiudere…

“Mentre io sono qua – ha confermato il Segretario alla Sanità – il Congresso di Stato è riunito per ragionare anche su misure di questa natura. Lo stiamo facendo dal primo giorno e continueremo a farlo fino all’ultimo giorno. Dobbiamo farlo con forze, al momento, limitate. Ci rendiamo ben conto di questa emergenza. Emergenza sia dei privati che dei dipendenti. Per il momento abbiamo introdotto norme per posticipare le rate di mutui e scadenze di tipo amministrativo, ma anche economico. Per il rilancio, cioè la fase B, quella che ci auguriamo sia iniziata da qualche giorno, sarà l’interesse principale e precipuo del governo. Questo è il momento in cui rimettere le radici e le basi per rilanciare l’economia che altrimenti è in grandissima difficoltà.

Le ipotesi su quali potrebbero essere i rami che si potrebbero, fin dai primi giorni di aprile, riaprire, sono anche connessi a queste difficoltà che sono innegabili e ben note e sul tavolo di lavoro del Congresso.”, ha concluso Ciavatta.

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