San Marino. Coronavirus: con le nuove modalità, più casi individuati

San Marino. Coronavirus: con le nuove modalità, più casi individuati

“Fiducioso di una consistente riduzione di nuove infezioni nelle prossime settimane”

“Le nuove modalità di screening ci hanno consentito di individuare più casi e di evitare che il virus venisse ulteriormente veicolato”

Aggiornamento, ieri, del Gruppo coordinamento emergenze sanitarie. Adesso le conferenze stampa si terranno il lunedì e il giovedì, anche se l’aggiornamento dei dati verrà comunque reso noto quotidianamente. 
Ieri la dottoressa Stefania Stefanelli per conto del Gruppo di coordinamento per le emergenze sanitarie ha quindi comunicato l’aggiornamento dei dati sull’infezione da nuovo coronavirus COVID-19 alla data del 20 aprile: 
I casi complessivi rilevati ad oggi di persone positive al tampone sono n. 462 (conteggio dal 27 febbraio). 
I casi attualmente positivi in cura sono 362; i deceduti 39; i guariti 61 (+1) 
L’aggiornamento riferito alla giornata di ieri (19 Aprile) evidenzia: 
• 1 nuovo positivo, deceduti 0, guariti 1. Tra le persone positive, 16 sono ricoverate all’Ospedale di San Marino, di cui 
• 4 in Rianimazione (1 femmina e 3 maschi); 
• 12 nelle degenze di isolamento (6 femmine e 6 maschi). 
Sono invece 346 le persone in isolamento positive al tampone al proprio domicilio (185 femmine e 161 maschi). Dimessi dall’Ospedale per migliorate condizioni (clinicamente guariti) sono in totale 120. 
Per quanto riguarda le quarantene sono 
• 660 le quarantene domiciliari sui contatti stretti, di cui 590 laici, 60 sanitari, 10 Forze dell’Ordine 
• 960 le quarantene terminate 
Totale quarantene attivate: 1.620. 

Il totale dei tamponi effettuati è di 1.726 su 1.124 pazienti distinti; 15 sono i tamponi refertati nella giornata di ieri. Per quanto riguarda le donazioni per l’emergenza COVID-19, sul conto corrente dell’Istituto per la Sicurezza Sociale sono arrivati 851mila euro; mentre la Protezione Civile comunica un totale ad oggi raggiunto di 792mila euro. Proseguono ovviamente anche le altre raccolte e donazioni attivate da parte di enti, banche e associazioni. Da oggi, martedì 21 aprile, è disponibile uno sportello telefonico di supporto psicologico, dedicato ai familiari e agli utenti del Servizio Disabilità. Il servizio è attivo il martedì e il venerdì dalle 14 alle 17:30, telefonando al numero 0549 883399.

E’ utile ricordare che, in base alla delibera del Congresso di Stato n.1 del 17 aprile, sono stati prorogati i termini per il pagamento dei contributi previdenziali di Sicurezza Sociale riferiti al mese di marzo 2020. In deroga alle disposizioni di legge, la scadenza è prorogata in via straordinaria al 30 aprile 2020.

A commentare i dati il Commissario straordinario Massimo Arlotti, il quale ribadisce che l’impatto sulla struttura sanitaria è un indicatore forte dell’andamento dell’epidemia “e questo impatto – ha spiegato – è in progressiva e importante riduzione. Abbiamo sempre meno persone con sintomi importanti che abbiano indicazione da ricovero ospedaliero e si è ridotta drasticamente la richiesta di nuovi posti di terapia intensiva. Questo deve fare riflettere – ha detto il dottor Arlotti – su un altro elemento: quello della reale diffusione del virus. Se effettivamente a questa riduzione delle richieste di ricovero corrisponda anche un abbassamento della diffusione del virus nella collettività è difficile dirlo ora. Ancora non abbiamo strumenti che ci consentono questo controllo del territorio, ma abbiamo scelto, come sapete, delle priorità. Una è lo screening sulle persone che hanno terminato la quarantena. Da quando questo tipo di screening è iniziato abbiamo controllato 569 persone. 131 presentavano anticorpi al coronavirus, quindi il 23%. Sulla base di ciò al momento abbiamo effettuato 91 test con tampone, gli altri 40 sono in corso di valutazione. Di questi 91, ne sono stati trovati positivi 60. Delle persone con anticorpi, insomma, 66 avevano anche la presenza del virus, non solo gli anticorpi.

Questo ci dice due cose: che i test sierologici vanno sempre associati con il test molecolare, il tampone, perché da soli i test sierologici danno una indicazione, ma non accertano la presenza del virus. La seconda cosa è che queste persone erano totalmente asintomatiche. Se non avessimo fatto lo screening, sarebbero tornati a fare la vita degli altri dopo la quarantena. Quindi questa ricerca certamente ci dà valori più elevati di positivi, ma è esatamente per questo che la facciamo. Questa ricerca e la identificazione di queste persone ci permette di ridurre la circolazione del virus e credo che riusciremo in tempi non lunghi a ridurre il numero dei nuovi contagi”.

Altra attività messa in campo “sono le visite con anamnesi su persone che non hanno sintomi o sintomi non significativi”. Quindi il dottor Arlotti aggiunge: “Dal 14 al 18 aprile abbiamo fatto 10 test al giorno e nel 45% dei casi i pazienti avevano il virus. Senza lo screeening – aggiunge Arlotti – queste persone sarebbero tornate in circolazione”, ribadisce. Sulla reale diffusione del virus il Commissario ha dichiarato: “Credo che ci siano almeno 4 o 5 asintomatici per ogni positivo sintomatico e penso che anche a San Marino la diffusione sia a macchia di leopardo, con aree in cui è diffuso in misura più ampia, cioè quelle dove si registra una maggiore aggregazione e più popolose, e aree in cui la diffusione è inferiore”.

Il Commissario Arlotti ha quindi sottolineato che “la riduzione del contagio passa attraverso l’individuazione delle persone contagiose, ma certamente passa attraverso il rispetto delle norme che riducono il contagio: mantenere il distanziamento sociale, l’igiene delle mani, l’areazione degli ambienti rimangono i capisaldi della prevenzione di questa infezione.

Io sono fiducioso del fatto che nel prossimo futuro, nelle prossime settimane non nei prossimi anni, si riesca ad ottenere una riduzione molto consistente delle nuove infezioni, fino a farla arrivare… l’obiettivo sarebbe a zero”.

Quanto alla riapertura il dottor Alrotti ha detto che la situazione sta notevolmente migliorando e che, se venisse chiesto ai tecnici, probabilmente la riapertura slitterebbe ad ottobre.

“Se possiamo allentare le misure, però, è un problema che deve risolvere la politica, certamente confrontadosi, ma è una decisione che spetta ai governi. Nel momento in cui si deve fare ripartire il Paese sia dal punto di vista della mobilità sia dal punto di vista del lavoro, quello che noi possiamo fare è cercare di rendere più sicuro questo passaggio. Credo che si debba avere il coraggio di fare delle scelte, ma si debba avere anche la possibilità di avere un controllo adeguato del territorio. Penso anche al controllo attraverso la medicina generale. Se anche nel periodo estivo abbiamo casi di pazienti con difficoltà respiratorie più di quello che dovrebbe essere la media di quel periodo, ecco quello è un indicatore che ci dice che qualcosa non sta funzionando e quindi se si ha un sistema che immediatamente interviene, si piò capire immediatamente che cosa succede e quindi metterci anche un freno”.

Fondamentale la condivisione da parte delle persone facendo sistema con i propri comportamenti assieme alle istituzioni e a una sanità capace di rispondere alle necessità di ritorno. “In questo modo, secondo me è più facile che la ripresa non si traduca in un ritorno di picchi epidemici… che nessuno più escludere, intendiamoci. Ma è anche chiaro che noi dobbiamo anche tenere in considerazione lo stato delle persone che sono rinchiuse da due mesi e la necessità dell’economia di uno stato che in qualche modo ha necessità di riprendere”.

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