San Marino. Coronavirus: controlli nelle case, la norma fa discutere

San Marino. Coronavirus: controlli nelle case, la norma fa discutere

Norma sui controlli nelle case, non si placa la polemica

Governo cerca di edulcorarla, ma per come è scritta, autorizza i controlli nelle abitazioni private “Non prendeteci per stupidi. Allora se non significa questo toglietela dal Decreto”

Quindi il decreto è una fake news!!!”. Il riferimento è al Decreto Legge 46 articolo 2 comma secondo che recita: “Per tutta la durata del presente decreto – legge, sono vietati pranzi, cene e comunque ogni altra situazione similare che comporti il togliersi la mascherina all’interno dei domicili privati, tra persone non appartenenti allo stesso nucleo di conviventi, salvo esigenze di sostegno familiare o di ricongiungimento col coniuge/partner. Le forze dell’ordine sono autorizzate a verificare, anche su segnalazione, il rispetto di tale misura di contenimento”. 

Il commento è di un cittadino che non ha preso bene, come molti altri, l’“arrampicata sugli specchi” del Segretario di Stato agli Interni, che ha nuovamente cercato, domenica sera, di attribuire un significato diverso da quanto previsto dalla norma del decreto 46, “ammorbidendo” quanto c’è invece effettivamente scritto. Il Segretario agli Interni ha anche invitato a non cedere alle “fake news”, di qui il commento che addita, invece, lo stesso Decreto come fake news, se chi lo ha emanato gli attribuisce un significato diverso da quello che c’è scritto.

Il punto, insomma, è che se si scrive una norma ci si assume la responsabilità di quello che dice, in un senso e nell’altro. Se quindi la si è scritta in modo diverso da ciò che si intendeva dire, la si corregge e si fa ammenda; se è stata scritta esattamente con quell’intendimento, allora ci si assume la responsabilità della scelta, la si spiega e non si prova a farle dire qualcosa di diverso, addirittura scaricando sui cittadini l’onere di dover intuire cosa intenda il governo di diverso da quello che ha invece fissato nella norma. Così il fatto che il Segretario agli Interni Elena Tonnni abbia insistito nel sostenere ciò che nella norma non c’è scritto, ha generato un certo disappunto.

Domenica il Segretario agli Interni ha ribadito alla San Marino Rtv: “E’ ovvio che uno degli ambiti che è stato segnalato anche dalla struttura ospedaliera è all’interno dei domicili. Questo però non significa che le forze di polizia possono entrare nei domicili e quindi possono entrare nelle case, però è ovvio che quella è una delle situazioni di rischio che nel decreto viene identificata e quindi anche su questo l’attenzione deve rimanere molto alta. Senza cedere però alle fake news”.

A seguito di queste affermazioni, quindi, si sono scatenati i commenti sui social: “Allora se non significa questo, toglietelo dal decreto, perché quello che avete scritto è imbarazzante!” E ancora: “Prima scrivete un decreto poi vi rendete conto che quello che avete scritto è imbarazzante, allora dite che noi cittadini non sappiamo leggere. Vi rendete conto che aumentate maggiormente la vostra brutta figura?! Quello dei controlli nelle case era un modo di fare nel periodo che andavano di moda le camicie nere, vi rendete conto che è imbarazzante per una Repubblica che si definisce antica terra della libertà? Non arrampicatevi sugli specchi, abbiate il coraggio di dire “scusate non ci siano resi conto di quello che stavamo scrivendo”, fareste più bella figura”.

Aggiunge un altro: “Rileggete prima di scrivere un decreto senza arrogarvi del diritto di saccenza solo perché si ricopre un ruolo politico… dare degli ignoranti agli altri è il primo sintomo della propria istruzione!

Poi c’è chi prova a giustificare la norma: “...credo che l’intenzione del decreto non sia quello di andare nelle case a verificare se c’è un clandestino, ma di entrare in caso vi siano feste abusive o assembramenti numerosi all’interno di abitazioni”. Ma non si fa attendere la replica: “Come facciamo a sapere quello che pensa il governo? Possiamo solo leggere quello che scrive, giusto? Io non sono un politico e nemmeno un aspirante tale, da cittadino mi sembra che mi è stata tolta la libertà da qualcuno che fa decreti a vanvera e non sa nemmeno quello che scrive, figurati se credo che sappia bene quello che pensa. Un governo umile deve chiedere scusa alla cittadinanza per aver sbagliato, non far passare la cittadinanza per ignoranti, quando i veri ignoranti sono loro. Che poi esista sempre una tesi per difendere l’indifendibile? Si, questo senza ombra di dubbio, ma il buon senso esiste anche su questo. La logica lampante è quello che ha capito la popolazione leggendo quelle righe, se poi la vogliamo far intendere in svariate forme diverse è possibile, ma la verità la sappiamo tutti”.

Lo dice in maniera un po’ meno diplomatica un altro cittadino: “Non prendeteci per stupidi!!! Siete Voi che avevate scritto sul decreto quella genialata, poi vi siete accorti che avevate scritto una stron… ta e adesso vi arrampicate sugli specchi (…)”.

E’ evidente, insomma, che la norma continuerà a fare discutere soprattutto se si continuerà a voler fare passare i cittadini per quelli che non hanno capito quello che nella norma c’è scritto che, invece, al di là delle giustificazioni che si vogliono dare, è chiaro.

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