San Marino. Coronavirus. Il 1° giugno Nicola Romeo terminerà l’incarico

San Marino. Coronavirus. Il 1° giugno Nicola Romeo terminerà l’incarico

0 decessi, 11 casi in più. “Ultima fase, capire come questo virus si è diffuso a San Marino”

CORONAVIRUS Il 1 giugno Nicola Romeo terminerà l’incarico “L’Interesse è di pensare alle nostre famiglie e ai nostri minori”

“Oggi ci sono alcuni dati che ci confortano abbastanza. Anche oggi registriamo nessun decesso e i decessi rimangono fissi a 34. Abbiamo un guarito in più che crescono a 50 e abbiamo registrato, sui 72 tamponi fatti ieri, 11 positivi.” Soddisfatto il direttore dell’Authority, Gabriele Rinaldi all’inizio della conferenza stampa. Poi i dati sull’infezione.

• n. 260 i casi positivi (+10), di cui 41 ricoverati all’Ospedale di San Marino (14 in Rianimazione con sintomatologia severa, 7 femmine e 7 maschi, 27 nelle degenze di isolamento predisposte con sintomi moderati, 13 maschi e 14 femmine) e 219 in isolamento a domicilio (femmine 114, maschi 105)

• n. 34 deceduti

• n. 50 guariti (+1)

• n. 106 dimessi a domicilio per migliorate condizioni cliniche

• n. 446 quarantene domiciliari sui contatti stretti compresa la rete familiare, amicale e personale sanitario (396 laici, 43 sanitari, 7 Forze dell’Ordine)

• n. 916 quarantene terminate Totale quarantene attivate: 1362 Totale tamponi eseguiti 72.

“Ieri abbiamo registrato 11 positivi, – ha riferito il Dottor Rinaldi -. Questo è un po’ una conferma dei risultati che ci si aspetta avendo modificato l’utilizzo degli strumenti diagnostici che abbiamo a disposizione. All’inizio noi andavamo a ricercare la conferma nei pazienti che avevo una clinica importante. Adesso stiamo andando a cercare anche quelli con pochi sintomi, o asintomatici, che abbiano o un sospetto clinico da parte del medico di medicina generale o dal medico che li ha in cura, o abbiano sintomi modesti o asintomatici.

Continueremo a cercare i pazienti, le persone che abbiano avuto contatti con pazienti o che abbiano delle sintomatologie anche leggere, per testare e sapere se c’è la positività all’antigene (quindi col tampone) oppure attraverso un’indagine sierologica per vedere se sono comparsi gli anticorpi. Gli undici casi in più rispetto a ieri sono anche oggetto di questa strategia. In realtà, – continua – come avevamo detto qualche giorno fa, un’ulteriore conferma, su questa che era la nostra ipotesi, è legata al fatto che all’interno di questi positivi ci sono dei gruppi familiari. Cioè sono le persone che magari erano a contatto con una persona che in precedenza aveva avuto la malattia o era risultata positiva al Covid-19, andandoli a cercare all’interno delle famiglie, abbiamo all’interno dei positivi persone che hanno lo stesso cognome o che appartengono allo stesso gruppo familiare. Era quello che ci aspettavamo, -ha constatato Rinaldi -. E’ un’ulteriore fase intermedia, rispetto a quella definitiva, che sarà quella di cercare di capire come questo virus si è diffuso all’interno della comunità di San Marino.” Poi abbiamo posto alcune domande sia al direttore dell’Authority, Gabriele Rinaldi, che al direttore del servizio di Pediatria, dr. Nicola Romeo.

Volevo porle ieri questa domanda ma temevo che… però oggi la sento più brillante. Immagino che anche tutto il personale del reparto medicina abbia accusato in maniera importante il colpo della pallina magica che ha rimbalzato male. Come ha reagito emotivamente e lavorativamente. Soprattutto, quali sono le condizioni cliniche dei 5 pazienti, dei 4 infermieri e del medico contagiati? “Certo oggi sono più sollevato. Sì, effettivamente due giorni fa c’era stato quell’episodio in medicina. Come abbiamo detto le indagini epidemiologiche sono in corso. I 5 pazienti trasferiti in isolamento oggi non hanno presentato delle sintomatologie particolarmente significative, in situazione stazionaria. Le persone e i colleghi del reparto medicina, non credo siano rimasti molto contenti di quello che è successo nel loro reparto. Non sono stati colpiti loro, è stato colpito tutto l’ospedale – ha affermato Rinaldi -. E’ un gruppo di professionisti altamente qualificati. Ricordo che a quel reparto fanno riferimento una serie di medicine specialistiche che sono importanti, che seguono tanti pazienti. Quindi immagino che un senso di rammarico per quello che è accaduto, a prescindere dalle cause ed alle responsabilità che sono da indagare, li abbia toccati molto da vicino. Gli altri pazienti che erano stati trasferiti, nel reparto di ortopedia, oggi sono ritornati nel reparto medicina. Ieri è stata eseguita una disinfezione importante in tutta la struttura e quindi i pazienti sono tornati da dove erano partiti. Mantenere le persone nel loro contesto è un interesse di tutti. Oggi sono contento di sapere che clinicamente le persone che erano ricoverate e che sono state messe in isolamento, sono stazionarie e non hanno presentato criticità. Che le persone che erano state spostate in ortopedia sono ritornate nel loro contesto e che il personale infermieristico e il personale medico risultato positivo, sta facendo le indagini diagnostiche ai loro congiunti per arrivare a identificare correttamente e diagnosticare tutti nel miglior modo possibile. L’indagine epidemiologica – ha proseguito il direttore dell’Authority – cercherà di capire che cosa è successo rispetto alle cose che erano state programmate. Però un conto sono le cause, un conto sono le conseguenze. Le responsabilità saranno quelle che ognuno sa di avere personalmente, anche come gruppo. Esprimo vicinanza a quel gruppo, che conosco piuttosto bene, perché immagino che quando succedono queste cose non sei mai soddisfatto a prescindere. Per cui la mia vicinanza al personale della medicina e, soprattutto, la tranquillità a tutte le persone che saranno di nuovo seguite dal reparto di medicina di sapere che sono in un contesto professionalmente importante, altamente qualificato dal punto di vista professionale e fortemente motivato per garantire la salute soprattutto di pazienti con malattie croniche e degenerative.”

Poi una domanda al direttore del servizio Pediatria, dottor Romeo. Dottore Romeo, se non sbaglio lei è dimissionario dalla fine di febbraio e dal 1 giugno terminerà il suo incarico. In questa fase delicata il servizio di pediatria che lei dirige è sicuramente importante come ogni altro reparto. Ha già avuto modo di confrontarsi con il suo sostituto per lasciargli una eredità in sicurezza per i piccoli pazienti? “Le mie richieste di dimissioni erano antecedenti alla frase che poi si è scatenata. In questo momento penso che sia importante rassicurare i cittadini che c’è attenzione ai loro bisogni. E quando parliamo di bambini, lei converrà con me, estrema attenzione. Da parte mia, in qualsiasi momento ci dovesse essere necessità di fare il punto sulla situazione su una esigenza specifica, c’è attenzione alle famiglie sammarinesi. Sono qui da dieci anni, sono affezionato e legato a questo territorio e mi sento anche ben voluto. L’interesse – ha concluso Romeo – è sempre quello di pensare alle nostre famiglie ai nostri minori, ma ovviamente di seguire anche quelle che possono essere specifiche esigenze che l’Istituto per la Sicurezza Sociale, la Segreteria di Stato e quanti altri riterranno che sia necessario per il bene dei propri cittadini e dei propri ragazzi e minori.”

 

GIOVED’ L’INCONTRO CON L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ IN MERITO ALL’UTILIZZO DI MASCHERINE. ECCO COSA RIFERISCE

In merito all’utilizzo delle mascherine l’Organizzazione Mondiale della Sanità, come ogni giovedì incontrata in video conferenza, “non dà delle informazioni ulteriori rispetto a quello che sapevamo già, – ha detto Rinaldi -. Definisce in particolare l’uso delle mascherine mediche. Nella parte finale informa, su altre mascherine o strumenti simili, all’uso all’interno della comunità civile per chi fa cure a domicilio, dentro le strutture sanitarie e come ci si deve comportare a casa. Le persone che sono sospette covid-19 o hanno sintomi lievi devono isolarsi, lavarsi le mani, tenere la distanza di un metro e indossare la mascherina cambiandola almeno una volta al giorno e quando si starnutisce o si tossisce usare un fazzoletto. Queste sono nelle persone che sono a domicilio in cura domiciliare e sono sospette di avere la malattia.

Le persone che curano questo tipo di persone devono lavarsi le mani, tenere la distanza di un metro e indossare la mascherina se sono nella stessa stanza con le persone affette e provvedere a ventilare la stanza tenendo le finestre aperte il più possibile. Nelle strutture ospedaliere dà le indicazioni allo stesso modo di come si devono comportare le persone che vanno a visitare in ospedale persone positive. Ma questo, lo ricordo, a San Marino non è concesso. A San Marino la visita alle persone malate è strettamente limitata. Infine, come ci si deve comportare nella comunità? L’OMS è abbastanza chiara poiché sostiene che non c’è nessuna evidenza che indossare la mascherina da parte di persone sane possa prevenire dalla infezione dalle malattie respiratorie.

All’interno del contesto dice, inoltre, per le persone sane, che l’unica modalità che potrebbe invitare ad usare la mascherina sarebbe quella che potrebbe ridurre il rischio di contrarre infezioni da parte di una persona che sia in una fase presintomatica. Il rischio a indossare la mascherina è che possa far pensare a dare un senso di falsa sicurezza. Siccome ho la mascherina posso: non lavarmi le mani, non tenere le distanze, fare un bel assembramento è concettualmente sbagliato. Il primo criterio da utilizzare per ridurre il contagio è: eliminare il contatto, lavarsi le mani e tenere la distanza. Se poi volete mettere la mascherina mettetela. Raccomanda dopo come deve essere gestita la mascherina. Se non ce la cambiamo oppure c’abbiamo la mascherina e la teniamo sulla fronte o la abbassiamo sotto il mento per fare altre cose, quindi la tocchiamo senza esserci lavati le mani, ecco che la mascherina diventa un falso scudo. Un falso strumento di protezione – conclude Rinaldi – che potrebbe addirittura indurre un falso senso di sicurezza. Poi se andiamo in giro indossando una mascherina con filtro che non solo non trattiene ma anche espelle.

Quindi lavarsi le mani, tenere la distanza, viene ribadito un metro, e evitare gli assembramenti sono le regole d’oro. Se poi volete mettere la mascherina, mettetevi la mascherina. Se poi, anziché la mascherina, vi volete mettere la sciarpa, mettetevi la sciarpa. Non è quello che farà la differenza.

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