Quanti soldi pubblici i politici nella Repubblica di San Marino hanno riversato sulle banche a fondo perduto sotto forma di credito di imposta?
Ieri, durante la conferenza stampa di presentazione della Festa dell’Amicizia, il capogruppo della Democrazia Cristiana, avv. Luigi Mazza, ha detto che i numeri sono questi: 30 milioni per Credito Sammarinese, 5 milioni per Banca Commerciale Sammarinese, 19 milioni per Euro Commercial Bank.
Evidentemente anche lo stesso Mazza deve essersi reso conto che qualcosa non quadrava ed è tornato indietro a precisare che per quanto riguarda Banca Commerciale detti 5 milioni devono intendersi al netto di “vertenze e confische“.
Cioè?
In effetti l’ammontare esatto avrebbe dovuto renderlo noto Banca Centrale già nel giugno del 2012.
Fra i buchi nelle banche chiusi con soldi erogati dallo Stato senza controllo alcuno, ci potrebbero essere anche quelli dei politici, come dichiarato in Consiglio da Luca Lazzari o quelli fatti ad hoc dai gestori delle banche stesse per rientrare da spese extra per non dire peggio. L’operazione Seppia non aiuta a fare chiarezza.
Si potrebbe cominciare col pubblicare gli atti di cessione di Banca Commerciale Sammarinese, come chiesto dall’ex Presidente di detta Banca, Emilio Della Balda. Vale a dire – se abbiamo bene inteso – a partire da uno di quelli del 24 febbraio 2012 ovviamente per l’interesse pubblico che riveste (cioè correlazione con erogazione di soldi dello Stato) anche se il notaio che ha autenticato le firme è stato, dalle parti, esonerato dall’obbligo di registrazione.