San Marino. Criminal Minds, assolti Marco Bianchini e Pierani, condannati Vargiu e Nanna

San Marino. Criminal Minds, assolti Marco Bianchini e Pierani, condannati Vargiu e Nanna

L’Informazione di San Marino

Ieri in serata è arrivata la sentenza di primo grado pronunciata dal Giudice Gilberto Felici. Le difese hanno già annunciato appello. Prescrizione fra qualche giorno 

Processo Criminal Minds, assolti Marco Bianchini e Pierani Condanna a quattro anni per l’ex finanziere e Vargiu 

Condannati a 4 anni l’ex maresciallo e l’ex titolare del Cio. Assoluzione per insufficienza di prove per gli altri due imputati ex vertici di Karnak

L’atto K su cui si basano le accuse è un dossier di millanterie. Una vendetta calunniosa nei confronti di chi aveva voltato le spalle a Vargiu”

Antonio Fabbri 

Si è concluso con due condanne e due assoluzioni il filone sammarinese del  processo Criminal Minds, che in Italia, invece, dopo varie vicissitudino processuali vedrà il primo gradi ricominciare praticamente da capo. Due assoluzioni e due condanne, nella sentenza del giudice Gilberto Felici arrivata in serata. Ieri è stato il giorno delle difese, nel processo. Dopo le condanne chieste, lo scorso martedì, dalla Procura fiscale– 4 anni per Vargiu; 4 anni e 8 mesi per Bianchini e Pierani; 5 anni per Nanna – gli avvocati difensori hanno cercato ieri di smontare le accuse e in un paio di casi ci sono riusciti, considerato che Marco Bianchini e Giovanni Pierani sono stati assolti.

La difesa di Pierani Ad aprire le arringhe l’avvocato Paolo Righi, domiciliato presso l’avvocato sammarinese Gianni Cardelli, difensore di Giovanni Pierani. Pierani era il braccio destro di Bianchini nella gestione delle sue aziende. “Per arrivare a condanna di 4 anni e 8 mesi ci vuole qualcosa in più di questa chiamata di correo del Vargiu”, ha detto il legale riferendosi alla richiesta della procura fiscale. “Vargiu nelle sue affermazioni premette: sono innocente. Poi dice: sono Bianchini e il suo fido scudiero Pierani che hanno convinto Nanna a fare determinate cose. Il problema è che l’attendibilità di Vargiu è discutibile. E’ arrivato a fare arrestare persone ingiustamente andando a piazzare droga sotto la vettura di persone che avevano in corso una separazione.

Questo è il livello. Quindi di tutta questa collaborazione che c’era tra Nanna, Pierani, Vargiu e Bianchini, non vi è nessuna prova. Sentire richiedere una pena di questo genere sull’assunto che non poteva non sapere, può assurgere a dignità probatoria solo se viene riscontrato qualche elemento. Quindi – ha concluso il legale – in tutta questa serie di millanterie del Vargiu, la verità è che Pierani non conosceva Nanna. Non ci sono prove che lo conoscesse. Dunque non soltanto c’è difetto dell’elemento soggettivo del reato, ma anche dell’elemento oggettivo. Per tutti questi motivi chiedo che Giovanni Pierani venga assolto”.

La difesa Bianchini Lunga e articolata l’arringa dell’avvocato Giovanni Maio difensore, assieme all’avvocato Marco Martines e domiciliato presso l’avvocato Cristina Ercolani, di Marco Bianchini. L’avvocato Maio ha ricostruito gran parte della vicenda processuale italiana, parallela a quella sammarinese, richiamando le dichiarazioni di Bianchini ai magistrati italiani e anche quelle dei coimputati.

“Contesto la ricostruzione del Pf secondo cui Bianchini non poteva non sapere perché con Pierani si confrontava e parlava tutti i giorni. Mi pare che più che probatoria, questa sia un affermazione suggestiva”.

Il legale ha ricostruito, attraverso le dichiarazioni di Bianchini negli interrogatori, resi sia alle autorità sammarinesi sia alle autorità italiane, come questi fosse contornato di dirigenti infedeli. Si parla di “talpe” nelle aziende di Bianchini. “A fronte di questa mala gestio di tutti questi dirigenti – riporta il legale citando Bianchini – io ho un gruviera”. Poi ha aggiunto il legale: “Il Pf dice che non poteva non sapere. Ma ne è venuto a sapere successivamente all’accaduto. Così come era accaduto con Fingestus. La famiglia Bianchini ha tirato fuori per chiudere i buchi in Fingestus 30 milioni di euro Il buonsenso della famiglia è stato: non facciamo venire fuori il caso, non denunciamo niente e nessuno, per non suscitare clamore. Questo è stato lo sbaglio. Bianchini, interrogato in carcere, parla di questo errore e afferma inoltre: ‘Il disagio che ho oggi, sono loro. Sono le mie aziende e i miei dipendenti. So che stanno peggio loro fuori che io dentro. Se penso a tutto questo allora si che mi impicco’. Si può sostenere – ha detto l’avvocato – che questo sia un uomo che mente? No. Non può sostenere la Procura fiscale che non poteva non sapere”.

Quindi il legale ha parlato del raggiro ai danni di Bianchini da parte dei suoi collaboratori più stretti, tra cui Riccardo Ricciardi. La vicenda del “Caro Padre” e dei “Cavalieri di Malta”, spacciato come “un gruppo di potere, una camarilla, che aveva la possibilità di difendere Bianchini e le sue aziende dalle vicende avverse”. Non è provato “che Bianchini – aggiunge il legale – avesse la minima conoscenza delle interrogazioni ai terminali della Gdf da parte del Nanna, circa alcuni suoi dipendenti. La Procura fiscale non ha fornito prova che Bianchini abbia avuto conoscenza di questi rapporti confidenziali del Vargiu col maresciallo della Gdf e Pierani. Pierani non dice mai: lo riferivo anche a Bianchini”.

Sollevati poi tutti i dubbi sul cosiddetto “Memoriale K”, emerso “postumo” e del quale Vargiu non ricordava il contenuto ad un interrogatorio. Di qui tutti i dubbi della difesa, che sospetta sia stato “fornito” dalla concorrenza di Karnak al Vargiu. Poi le informative elaborate da Vargiu: “Nessuna di queste conteneva informazioni che Karnak non conocesse già. Pierani afferma: ‘come se dicessero che l’acqua del mare è salata”.

Dopo la lunga ricostruzione e la confutazione dell accuse, l’avvocato Maio ha concluso: “Premeva a questo difensore ristabilire la verità e la verità è che Marco Bianchini è innocente”. Ha confermato le parole del collega l’avvocato Marco Martines. “In questa vicenda c’è una sponsorizzazione del concorrente di Karnak, Ferdinando Rese della Errebian, le cui conoscenze partivano dal vice ministro delle finanze Visco e scendevano giù fino alla Guardia di Finanza”. Tanto che la difesa Bianchini ha inserito nella propria lista testimoni per il processo che aperto a Rimini, anche l’ex vice ministro. Per l’avvocato Martines non solo non ci sono prove, ma addirittura il fatto non sussiste. “Chiediamo una plateale formula assolutoria per non aver commesso i fatti”. In subordine chiesta l’assoluzione per insufficienza di prove e, in ulteriore subordine, la prescrizione.

La difesa Nanna La difesa dell’ex finanziere Enrico Nanna ha ricostruito i fatti puntando soprattutto sulla inattendibilità delle dichiarazioni e degli scritti di Vargiu. Sul ruolo dell’ex investigatore privato a San Marino e sulle sue entrature sul Monte.

“Vargiu sostiene che fu Nanna a offrirsi di collaborare con lui e aggiunge che lavorava nel suo ufficio presso la Cio. Queste affermazioni – ha detto l’avvocato Rachele Grassi – sono state sconfessate dai dipendenti del Cio che abbiamo ascoltato in dibattimento e che non hanno riconosciuto Nanna in aula. Non sanno chi sia. Quanto alle transazioni di denaro, il Pf nella sua requisitoria ha definito Nanna esperto, che chiedeva pochi soldi perché non risultassero le movimentazioni. Se era così genio, non si capisce perché dica a Vargiu di farsi versare i soldi sul proprio conto corrente”. L’avvocato Rachele Grassi ha anche messo in risalto le contraddizioni emerse nei vari interrogatori di Vargiu davanti all’autorità italiana. “Prima dice che c’erano ricevute dei pagamenti a Nanna. Poi, che non c’erano perché veniva pagato in contanti”. Per i legali, poi, il famigerato “Atto K” viene scritto da Vargiu per vendicarsi delle persone che gli avevano voltato le spalle e “pensando che quello che scriveva o dichiarava non avesse conseguenze per lui o gli garantisse l’impunità”, ha detto l’avvocato Rachele Grassi.

“Imbastendo questo memoriale – ha aggiunto l’avvocato Davide Grassi – Vargiu è riuscito a incastrare una serie di soggetti, purtroppo innocenti. All’epoca Vargiu era riuscito ad accreditarsi con esponenti politici di rilievo di San Marino, esponenti delle forze dell’ordine, qualcuno anche socio del Cio, ufficiali di Pg sia sammarinesi che italiani. Questo per dire quanto in quel periodo fosse riuscito a farsi conoscere nel territorio e aveva referenze. Credeva di poter riuscire a creare quarta forza di polizia dello Stato sammarinese. Col tempo, poi, la società di Vargiu ha cominciato a perdere soldi e a fare acqua da tutte le parti, ha smesso di pagare dipendenti e si è arrivati al punto in cui Vargiu non aveva più nulla da perdere. Allora si è mosso e ha puntato su qualche agnello sacrificale. Il dramma è che in molti gli hanno creduto. Era un millantatore, diceva che controllava il territorio sammarinese. La gente si fidava. Allo stesso modo riuscì a farsi credere anche dalle autorità italiane. Se per Vargiu tutto questo era un gioco, per noi non lo è, perché ci giochiamo la vita in un processo del genere. A mio avviso Vargiu ha costruito una vendetta calunniosa nei confronti di coloro che gli voltavano le spalle”, ha concluso l’avvocato Davide Gassi. Gli avvocati Rachele e Davide Grassi del foro di Rimini, domiciliati presso l’avvocato sammarinese Enrica Giovanardi, hanno quindi chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato o, in subordine, per insufficienza di prove.

La sentenza Alle 18 e 30 circa, dopo 45minuti di camera di consiglio, il Giudice Gilberto Felici ha pronunciato la sentenza, nel processo in cui era contestata agli imputati la corruzione di funzionario di stato estero.

Salvatore Vargiu, ex titolare della agenzia di investigazioni Cio è stato condannato a 4 anni di prigionia, due anni di interdizione dai pubblici uffici e diritti politici, e alla multa di 1000 euro. L’ex maresciallo della Guardia di Finanza, Enrico Nanna è stato condannato a 4 anni di prigionia, 2 anni di interdizione e 1200 euro di Multa.

Marco Bianchini è stato assolto per insufficienza di prove in ordine all’elemento soggettivo del reato.

Assolto anche Giovanni Pierani con la stessa motivazione. Alla lettura della sentenza, commozione in aula per una sentenza Marco Bianchini che nella soddisfazione della decisione a lui favorevole non ha nascosto il proprio rammarico per l’altra parte della decisione ed ha abbracciato Enrico Nanna. Si è avuta l’impressione – ed è emerso anche dalle arringhe difensive – che soprattutto i due coimputati, gli unici sempre presenti al processo, condividessero entrambi la convinzione di essere vittime dei dossier di Vargiu.

L’avvocato Davide Grassi, difensore di Nanna, ha già annunciato appello. Scontata comunque la prescrizione il cui termine maturerà a fine gennaio.

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