San Marino. Criminal minds, nuova udienza

San Marino. Criminal minds, nuova udienza

L’Informazione di San Marino

Contestata ai quattro imputati la corruzione in concorso di funzionario estero 

Criminal minds, nuova udienza ma incombe la prescrizione

Antonio Fabbri 

Prosegue il processo sul filone sammarinese dell’indagine cosiddetta “Criminal Minds”. I fatti risalgono agli anni a cavallo tra il 2006 e il 2008, quando la Karnak era nel mirino dei controlli della Guardia di finanza e quando a San Marino era in piena attività anche una ambigua agenzia di investigazioni denominata Cio, guidata da Salvatore Vargiu, ex carabiniere ben inserito in attività di “intelligence”. L’agenzia, che aveva sede a Borgo Maggiore, annoverava tra i suoi clienti anche la Karnak. Referenti di Vargiu nell’azienda di Chiesanuova erano il direttore commerciale, Giovanni Pierani, e il presidente Marco Bianchini. Per ottenere informazioni, secondo l’accusa, venne pagato un maresciallo della Guardia di finanza, Enrico Nanna. Secondo il capo di imputazione, dunque, la contestazione è di corruzione in concorso di funzionario di Paese estero. 

Imputati, oltre al finanziere Enrico Nanna, difeso dagli avvocati Davide e Rachele Grassi domiciliati presso la collega Sammarinese Enrica Giovanardi, anche Marco Bianchini, avvocati Giovanni Maio e Marco Martines domiciliati presso l’avvocato Cristina Ercolani, e Giovanni Pierani, difeso dagli avvocati Alfredo Torsani e Gianni Cardelli. Imputato anche Salvatore Vargiu difeso dall’avvocato d’ufficio, Nicola Maria Tonelli.

In aula, ieri, una nuova udienza nella quale sono stati ascoltati alcuni testimoni, tra cui il consulente di due banche sammarinesi – dove Nanna aveva il conto corrente cointestato con la moglie – e un imprenditore italiano dove il finanziere aveva effettuato delle verifiche tributarie. Poi sono state ascoltate, seppure non sotto giuramento in quanto prossime congiunte degli imputati, le mogli dello stesso Nanna e di Marco Bianchini. Tra i testimon convocati anche l’ex comandante della Gendarmeria, Achille Zechini, al quale tuttavia le parti non hanno rivolto domande. 

E’ stato fatto anche il punto sulle istanze istruttorie dei legali. I difensori di Nanna, Davide e Rachele Grassi, hanno depositato ulteriore documentazione e chiesto di poter ascoltare anche due funzionari di Pg italiani. Richieste di testimoni anche da parte della difesa Bianchini. “Testimoni – ha spiegato l’avvocato Marco Martines – che riteniamo fondamentali perché vogliamo dimostrare il rapporto che definiamo di laido interesse tra Vargiu e Rese, il concorrente spietato di Bianchini, giunto fino ad interessare i vertici dello Stato italiano affinché si facessero latori di una calunnia e di una azione contro Bianchini”, ha detto il legale. Posizione condivisa anche dall’avvocato Davide Grassi: “Ci ricolleghiamo alla difesa Bianchini, perché siamo agnello sacrificale di quel rapporto descritto dal collega. Tanto più che Bianchini e Nanna non si conoscevano e anzi, è stato grazie all’attività del Nanna con il Nucleo di polizia tributaria della Guarda di finanza che Karnak è finita a giudizio in Italia e in commissione tributaria. Il che di per sé esclude già il rapporto corruttivo. Per questo rinnoviamo la richieste di depositare la documentazione prodotta e di ascoltare i testimoni indicati che possono confermare quanto sosteniamo”. Confermata dai legali anche la richiesta per l’audizione di due funzionari di polizia giudiziaria italiana che, però, non potrà avvenire sul Titano.

Dopo la Camera di Consiglio il giudice Gilberto Felici ha emesso un decreto con il quale ha ammesso il deposito della documentazione e l’audizione dei testimoni richiesti. Confermata anche la rogatoria per i due funzionari di Pg italiani, con la quale si richiederà l’audizione alla presenza delle parti che, quindi, dovranno trasferirsi, qualora la rogatoria venga ammessa dall’autorità giudiziaria di oltre confine, presso il tribunale dove verrà predisposta l’audizione. C’è tuttavia un dato non secondario. La prescrizione su questo caso incombe. Il termine dovrebbe maturare attorno a gennaio del 2018 e, seppure si stia predisponendo per cercare di procedere con più celerità possibile, non sarà semplice concludere, posto che comunque nelle maglie dell’eventuale appello il caso si prescriverà comunque. Resta il fatto che è anche interesse degli imputati e dei loro difensori portare in dibattimento le prove necessarie e auspicando di concludere con una pronuncia favorevole a prescindere dalla prescrizione. Già fissate due udienze per l’11 e 14 dicembre.

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