Il punto sui rinnovi contrattuali, sulle riforme, sulla situazione della sanità sammarinese, al centro della riunione di ieri pomeriggio del consiglio direttivo della Confederazione sammarinese del lavoro nella sala ex International di Borgo Maggiore (San Marino).
Il consiglio direttivo della Confederazione sammarinese del lavoro, si legge in una nota della Csdl, “ha tracciato una panoramica sulla situazione dei diversi rinnovi contrattuali in via di definizione”. In primo luogo, le assemblee dei lavoratori dell’industria, a seguito della firma del contratto del settore con l’Associazione nazionale industria San Marino,” stanno dimostrando la ampissima e diffusa condivisone di questo rinnovo”. Al contempo, “si sta lavorando per raggiungere l’accordo con l’Unione nazionale artigiani e piccole medie imprese della Repubblica di San Marino per rinnovare il contratto artigianato, che sembra essere in dirittura di arrivo”.
Circa gli altri contratti del settore privato, “questa prima fase di incontri con le diverse controparti datoriali non ha prodotto esiti risolutivi”. Le organizzazioni sindacali “si accingono a comunicare al Comitato garante per la contrattazione collettiva l’avvio formale della trattativa, in base a quanto previsto dalla legge n. 59/2016”. La Confederazione sammarinese del lavoro sottolinea che “l’inflazione sta continuando a galoppare e il tempo stringe”; l’obiettivo fondamentale, dunque, è “tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni dall’inflazione, in modo particolare per le categorie più disagiate e con trattamenti economici più bassi”.
Nel settore pubblico, l’auspicio espresso dal direttivo della Csdl è di “poter giungere entro la fine di questo mese alla firma dell’accordo con il governo per la stabilizzazione dei lavoratori precari e per il superamento definitivo del precariato; a questo obiettivo, lungamente rivendicato dal sindacato, dovrà seguire la identificazione del nuovo regime normativo e retributivo dei dipendenti Pa, e lo stesso rinnovo del contratto del settore pubblico allargato”.
Rinnovo contrattuale che “dovrà essere raggiunto, naturalmente, anche per i salariati della Azienda autonoma di Stato per i lavori pubblici: in tal senso, ricordiamo che è impegno assunto dal governo quello di giungere alla sottoscrizione del contratto entro la fine di giugno”. Il consiglio direttivo del sindacato sammarinese “sollecita nuovamente il segretario di Stato per il Territorio al rispetto di tale impegno”.
Sulla sanità, “è stata evidenziata ancora una volta la situazione di sofferenza e criticità di vari reparti e settori”. In questo contesto, “preoccupano anche le dimissioni dei medici del reparto di Ortopedia, che indebolisce fortemente l’operatività e l’efficacia di questo importante reparto dell’Ospedale di Stato”. Inoltre, “continuano le gravi carenze di personale medico e sanitario in vari servizi, non in grado di assicurare prestazioni sanitarie corrispondenti alle necessità degli utenti”. Sono state “annunciate grandi novità per Cardiologia e Oncologia, settori fondamentali per la salute della popolazione; siamo in attesa di conoscere quali saranno queste novità”.
In generale, “il Paese sconta l’assenza di un quadro di riferimento sulle prospettive complessive della sanità sammarinese: si è parlato tanto di un nuovo ospedale per San Marino; ma prima di pensare al contenitore, occorre preoccuparsi di quali reparti e servizi metterci dentro, definendo un progetto di lunga durata per l’intero sistema sanitario sammarinese”.
Capitolo riforme: “Per quanto riguarda quella dell’Igr, non abbiamo ancora ricevuto nessuna proposta, per cui non è stato possibile dare vita al confronto. In relazione alla riforma del mercato del lavoro, l’incontro programmato per oggi con la segreteria di Stato competente è stato rinviato al 21 giugno, ma anche in questo caso il governo non ha presentato nessun documento su cui confrontarsi. Sulla riforma previdenziale, seppur lentamente, il confronto prosegue. Ricordiamo che sono tre i nodi principali di questa riforma: l’età pensionabile, l’aumento delle aliquote contributive, e la copertura da parte dello Stato degli sbilanci annuali tra entrate e uscite. Su questi tre punti si sono registrati approfondimenti e alcuni sviluppi, ma non ancora risolutivi. È da sottolineare che negli ultimi incontri sono stati presenti anche rappresentanti della maggioranza di governo, che hanno potuto così verificare direttamente le modalità e i contenuti del confronto con le organizzazioni sindacali. Altro elemento critico è il fatto che il governo non ha ancora fornito una serie di dati necessari al confronto, relativi alla distinzione degli interventi a carico dello Stato nei diversi fondi pensionistici, oltre ai dati del 2021, riferiti non solo ai fondi pensione, ma anche agli assegni familiari, alle indennità economiche temporanee (malattia, maternità, ecc.), alla Cassa per gli Ammortizzatori Sociali”.
Al contempo, “leggiamo su Fixing, settimanale dell’Associazione nazionale industria San Marino, “l’accusa rivolta al sindacato di frenare il confronto sulla riforma delle pensioni; sindacato che con ‘veti e critiche incrociate’ starebbe decidendo la scaletta dei lavori. Non sappiamo dove Fixing abbia raccolto queste informazioni: se per loro svolgere il ruolo negoziale e di proposta del sindacato a tutela dei diritti dei futuri e attuali pensionati significa frenare la riforma, allora non capiamo quale sia l’idea di confronto democratico che ha in mente il giornale dell’Anis”.
Un riferimento poi a Fondiss: “Recentemente è stato emanato il decreto che stabilisce le modalità per trasformare i versamenti del secondo pilastro previdenziale in vitalizi, affidando tale compito a una compagnia assicurativa attraverso l’emissione di un bando; naturalmente tutto ciò comporterebbe dei costi significativi. Per la Csdl, però, il problema è a monte, ovvero la pressoché totale assenza di rendimenti delle risorse di Fondiss. È del tutto inaccettabile una prospettiva in cui le spese per la gestione del secondo pilastro fossero superiori alla rivalutazione dei contributi. Pertanto, la priorità resta quella di riformare il Fondiss, affinché sia messo nelle condizioni di effettuare investimenti che garantiscano rendimenti significativi. Occorre quindi aprire un confronto a tutto campo in merito a Fondiss, prima di pensare a come trasformare i contributi in vitalizi. È stato condiviso un emendamento che coglie questa esigenza: nel frattempo chi andrà in pensione continuerà a ricevere l’intero capitale accumulato all’atto del collocamento a riposo”.
Il confronto sulle tre riforme, “come si evince, procede con ritmi diversi”, mentre la Confederazione sammarinese del lavoro “ha sempre sostenuto che questi interventi legislativi devono procedere di pari passo e in maniera coordinata, in quanto sono profondamente interconnessi tra loro”. Sulle stesse riforme, “sembra che il governo abbia riconosciuto che si tratta di materie talmente complesse e delicate che non si può contingentare il confronto: qualora così non fosse e se si registrassero fughe in avanti o iniziative unilaterali, ciò non potrà che incontrare la ferma opposizione della Confederazione del lavoro”.