San Marino. Curiosi gradimenti “urbi et orbi”. Banca Centrale

San Marino. Curiosi gradimenti “urbi et orbi”. Banca Centrale

L’Informazione di San Marino

Curiosi gradimenti “urbi et orbi”

Non si può davvero sostenere che il nostro Paese, nel corso degli anni, abbia goduto di una fortuna sfacciata nella scelta dei presidenti e dei direttori di Banca Centrale. Senza scendere nel dettaglio, è sufficiente ricordare come, fra i tanti, non si sia distinto nessuno ed alcuni siano finiti in Tribunale.
L’attuale presidente, che ha preso possesso del palazzo di Via Voltone da appena cinque mesi, sembra essere – invece – una piacevole quanto insperata eccezione. Prima ha ammaliato Celli, governo e maggioranza; poi ha sedotto l’intero Consiglio Direttivo; infine ha irretito l’opposizione avendo intuito che, più che con pallide comparse, occorreva amoreggiare con Roberto Ciavatta e il suo ego smisurato.

Come si fa a vivere a Roma e avere in mano le chiavi del baraccone sammarinese? Si passa molto tempo al telefono, cioè si chiacchiera – e qui la presidentessa fa vedere i suoi numeri migliori – e si infilano al posto giusto gli uomini fidati, tenendo contestualmente ben oliati i cardini del portone d’uscita del baraccone. Così, in pochissimo tempo, la signora fa assumere tre nuove figure e un ex onorevole italiano al quale viene riservata una consulenza coi fiocchi. Poi licenzia (o, se preferite, fa licenziare dal Consiglio Direttivo verso il quale ha un affetto materno) alcuni personaggi delle passate gestioni, o perché sono presenti nelle ordinanze del giudice Morsiani (ma basta una semplice citazione, mica è necessaria un’indagine a carico!), o perché avrebbero compiuto gravi violazioni (ma dove sono le denunce del Consiglio Direttivo?), o perché hanno prestato e prestano consigli legali ad interlocutori non graditi. Infine, voilà, la nomina per intero della Vigilanza e l’assegnazione – a due dei tre nuovi assunti – della direzione dell’ufficio di controllo interno e la direzione generale dell’Istituto.

Ma non è tutto. La presidentessa, infatti, eccelle nelle pubbliche relazioni e incassa gradimenti “urbi et orbi” che rappresentano il suo vero, autentico fiore all’occhiello. In un comunicato – a firma Consiglio Direttivo, ma fa lo stesso – liscia i novanta “grandi” professionisti che lavorano in Via Voltone e precisa che il segretario Celli (tanto si è già dimesso) dice le bugie. Mica è vero che il FMI è preoccupato dei casini in BCSM! E’ vero invece che i suoi (di lei) rapporti col FMI sono ottimi. Non solo col FMI ma con Banca d’Italia, con l’UE (a cui si dedica il consulente di cui sopra) e – udite, udite – con maggioranza e opposizione che sbavano per lei fin dalla prima occhiata.  In particolare, la maggioranza stravede per la presidentessa perché è una donna, perché sparla del direttore di Cassa Dario Mancini (anche se dice che va tenuto lì, al suo posto) e perché accoglie benigna la supplica di pronunciarsi sulla vendita dei crediti Delta (afferma, in un CCR allargato, che la vendita è opportuna salvo chiarire pubblicamente, qualche giorno dopo, che non intende entrare nel merito); l’opposizione ha un debole per lei perché ha sbaraccato Via Voltone (di concerto con Morsiani), perché sparla del presidente di Cassa Fabio Zanotti, perché ha fatto perdere le staffe (e la segreteria) a Simone Celli.

Ma da dove viene questo fenomeno? 

 

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