San Marino. Dai verbali Commissione giustizia, l’opposizione punta al blocco

San Marino. Dai verbali Commissione giustizia, l’opposizione punta al blocco

Nel disegno di restaurazione il teorema giustizia per far saltare le istituzioni

Alla opposizione poco interessa degli arretrati e della denegata giustizia, punta al blocco della Commissione, alla giustificazione dell’uso dei manganelli a far saltare con ogni mezzo l’esito delle urne

L’informazione di San Marino

Se si dovesse spiegare come si organizza un sistematico blocco delle istituzioni al fine del ribaltamento dell’esito delle urne senza passare per il voto, quanto accaduto a fine 2017 in Commissione affari di giustizia sarebbe un caso di scuola. Dai corposi verbali della Commissione emergono molti elementi di interesse e si vede anche come in quella sede – per la verità tra molti sentito dire, riferimenti de relato, “si dice e tutti lo sanno”, processi alle intenzioni su situazioni mai verificatesi – sia sostanzialmente montato quello che poi è stato propagandato all’esterno in modo parziale e a tratti distorto, con una strumentalizzazione politica del tribunale, resa possibile soprattutto perché si è deciso di tenere nascosti per troppo tempo i verbali della Commissione giustizia

Il perché oggi è evidente, rientrando nel disegno di bloccare i lavori parlamentari, ribaltare l’esito delle urne, fare di tutto per fare saltare quanto deciso dagli elettori e crearsi, magari con una modifica della legge elettorale, la strada in discesa per la restaurazione. Addirittura i verbali e “l’addendum” depositati dall’allora magistrato dirigente, si volevano tenere nascosti anche alla Reggenza e al Consiglio Giudiziario plenario. Il disinteresse pressoché totale da parte dell’opposizione sulla inefficienza del tribunale e le soluzioni da proporre, la focalizzazione solo su determinate questioni funzionali al sostegno del teorema del “colpo di Stato”, che in realtà veniva preparato nell’altro senso, emerge chiaro dai verbali. Non si vuole fare nulla per risolvere il problema dei carichi di lavoro, della scarsa produttività dei magistrati, del buon funzionamento della macchina della giustizia, salvo mettere una gradualità nelle sanzioni per i magistrati in arretrato.

Eppure, come diverse proposte di soluzione vi siano, lo mette in luce la successiva relazione del professor Ferroni, nella quale viene evidenziato il caso di 545 fascicoli prescritti processualmente in mano ad un solo magistrato. Eppure del problema arretrati nella Commissione affari di giustizia del 30 ottobre 2017 si parlò marginalmente. Viene addirittura fatto passare come un pretesto per mettere in difficoltà qualche magistrato. D’altra parte in quella sede la finalità dell’opposizione era, ed è, evidentemente solo un’altra: dare sostanza alle indiscrezioni, alle illazioni, alle ipotesi per finalizzarle e incanalarle attraverso delle denunce che eliminino quelli che sono ritenuti nemici nella politica, in tribunale e nella società. Lo si riscontra chiaramente in numerosi interventi anche in Consiglio nei quali si insulta e si dice chiaramente che si procederà ad una sorta di “epurazione”, quando “a breve il vento cambierà”. D’altra parte l’evocazione dei manganelli da parte di qualcuno è talmente esplicita da lasciare atterriti, soprattutto perché nessuno dall’opposizione ne ha preso le distanze, prendendo piuttosto posizioni tese a giustificarne la necessità. Pare, fatto gravissimo, ci sia stato chi addirittura è andato dalla Reggenza a dichiarare “guerra”.

Ma tornando ai verbali della Commissione affari di giustizia, proprio l’addendum alla relazione del 2016 del magistrato dirigente è stato forse il maggiore motivo dello scontro per il quale, stante la gravità delle affermazioni e delle accuse, riassumibili in un asserito “attacco al tribunale e alla sua indipendenza”.

Ma, si comprende chiaramente oggi, che il fatto di tenere nascosto quell’addendum aveva tutt’altro che una finalità di tutela delle istituzioni, quanto piuttosto di sostegno ad un teorema che, finché quelle informazioni rimanevano nascoste poteva essere sostenuto e propalato, ma una volta venute alla luce, anche solo nelle sedi deputate come il Consiglio giudiziario, quelle affermazioni potevano essere smentite, come poi è avvenuto nel Plenario, ma anche in procedimenti parallelamente avviati (vedi sotto). Nonostante questo si è continuato a sostenere la segretezza di verbali che sono atti parlamentari e quanto meno possono, anzi addirittura devono – lo dice il Collegio Garante – essere conosciuti dai Consiglieri.

Il polverone sulla segretezza è servito a chi dall’opposizione voleva tenere la questione nascosta, mentre dalla maggioranza relazioni e verbali si volevano trasmettere almeno ai Reggenti. Da questa diatriba, apparentemente improvvisa ma evidentemente concordata e funzionale al teorema e allo scopo di bloccare i lavori della Commissione e non solo, sono scaturite le dimissioni di quasi tutti i membri di opposizione della commissione stessa. Dimissioni poi ritrattate, ma con velleità di blocco dell’organismo proseguite fino a tempi recenti, con il rifiuto di nominare i sostituti di due membri di maggioranza chiamati a ricoprire incarichi istituzionali. Uno addirittura Reggente, incarico che non può essere rifiutato e che di conseguenza ne renderebbe doverosa la sostituzione.

Le denunce alla gendarmeria da parte dei consiglieri dimissionari per fatti per i quali il tribunale avrebbe dovuto procedere d’ufficio, le conferenze stampa, le grida al “colpo di Stato”, hanno fatto il resto, fino ad arrivare addirittura a propalare chissà quali pericoli nelle sedi internazionali, con il palese scopo strumentale di ricercare lì, da scaltri e scafati politici sammarinesi attaccati al proprio disegno di parte, la sponda per fare saltare le istituzioni interne. 

 

Precisazione degli avvocati del prof. Guido Guidi

I legali del Prof. Guido Guici, gli avvocati Daniele Granara e Giacomo Nicolucci, intervengono sulla pubblicazione dei verbali e precisano: “Sul quotidiano “L’Informazione di San Marino” di lunedì 11 marzo 2019, sotto il titolo “Ecco cosa nascondevano i famigerati verbali”, è stata riportata parte del Verbale della Commissione per gli Affari di Giustizia del 30 ottobre 2017, ove, in un passaggio si legge: “Il Magistrato dirigente precisa che il prof. Guidi ha minacciato il Cancelliere, ha posto in essere condotte integranti abuso d’ufficio e altro. Il Cancelliere avrebbe dovuto denunciarlo”. Sul punto, s’invita il Direttore della testata L’Informazione di San Marino a prendere atto che il fascicolo aperto contro il prof. Guido Guidi, a seguito di denuncia della dott.ssa Pierfelici, all’esito dell’istruttoria, è stato archiviato con decreto del 2 luglio 2018, per assoluta infondatezza della notizia di reato in fatto e in diritto. Nel mentre, contro la dott.ssa Pierfelici il prof. Guidi ha presentato una circostanziata denuncia querela per calunnia, diffamazione e omissione di atti d’ufficio, e pende un’iscrizione penale di cui si aspetta la rapida conclusione in esercizio dell’azione penale”.

 

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