San Marino. Debito da pura corruzione, Marino Cecchetti

San Marino. Debito da pura corruzione, Marino Cecchetti

Debito da paura

Il Montenegro si è indebitato con una banca cinese per costruire un’autostrada sbagliata, che non si ripagherà mai coi pedaggi. A vantaggio, pare, solo di società di costruzione infiltrate da politici. Fra l’altro, l’opera non è completata.

Come se noi, con soldi presi in prestito, avessimo costruito la monorotaia di Michelotti, ma solo fino a Dogana, prevedendo di coprire i costi coi biglietti dei passeggeri.

Già al Montenegro dicono che è arrivato da Pechino l’avviso di scadenza della prima rata. Le casse montenegrine però sono vuote. Come, del resto, le nostre.

Anche noi abbiamo contratto un debito enorme all’estero. Senza, però,  spendere in monorotaie o autostrade e nemmeno per togliere gli attraversamenti a raso sulla superstrada.

Noi, il debito pubblico, lo utilizziamo  per esonerare dalla restituzione del maltolto i politici che – in combutta con evasori monofase e filibustieri delle banche – hanno depredato lo Stato per oltre mezzo miliardo di euro.

Ogni montenegrino ha mille euro di debito sul groppone. Un sammarinese più di 15 volte tanto.

Non si sa quali beni il Montenegro ha dato in garanzia alla banca cinese. Lo Sri Lanka, per uscire da una situazione analoga, ha dovuto dare in concessione il suo porto principale per 99 anni alla Cina. Qualcosa del genere è capitato in Grecia.

San Marino sta utilizzando il mezzo miliardo di euro avuto in prestito – impegnando le Torri? – da Cargill e altri soggetti internazionali per coprire i buchi fatti da politici malandrini e i loro solidali, interni e forestieri. Peggio che in Grecia, Sri Lanka, Montenegro.

Il caso San Marino, visto da oltre Dogana, è pura corruzione politica. Possono Bruxelles o Roma aiutarci se prima non recuperiamo i soldi rubatici dai nostri stessi politici?

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